La riforma protestante e le guerre di religione: Analisi, cause e conseguenze

La riforma protestante e’ stata senza dubbio uno dei fenomeni piu’ importanti ed influenti del periodo rinascimentale e ,lungi da rappresentare solo un fenomeno religioso, ebbe ripercussioni molto profonde ed incisive anche a livello sociale, politico e  geopolitico. Per questo e’ opportuno chiarire la natura e le cause di tale evento storico affinche’ si possa cogliere appieno la sua reale portata storica. 

RIFORMA PROTESTANTE E GUERRE DI RELIGIONE. ANALISI,CAUSE E CONSEGUENZE: I VERI MOTIVI DELLA RIFORMA PROTESTANTE

In primo luogo bisogna considerare che la riforma protestante fu uno dei profondi cambiamenti provocati dall’ascesa politica e sociale della borghesia che, a partire dall’XI secolo d.c., intacco’ in modo profondo la struttura economica, politica e sociale che aveva preso forma nell’alto medioevo. Ed anche il modo di pensare e di vivere la vita. Bisogna comprendere che l’uomo medievale viveva in una dimensione concettuale profondamente permeata dal pensiero del post mortem e del giudizio universale. Viveva quindi la sua vita terrena in funzione di quella ultraterrena. In funzione dell’al di la’. Il che lo limitava nella sua azione pratica e nel godere la sua vita. E consumava quindi quest’ultima in uno stato di abnegazione, tipica di tutte le societa’ e degli stati di tipo confessionale. Questo e’ un aspetto fondamentale per comprendere il vero significato della riforma protestante. Che non fu solo religioso. Essa rappresento’, piu’ che altro, un nuovo approccio verso la vita. L’uomo del rinascimento, in effetti, e’ ormai concettualmente molto diverso dall’uomo medievale (anche se non in tutte le regioni d’Europa si riscontra la stessa evoluzione sociale, politica e geopolitica). La sua visione del mondo e della vita non e’ ‘piu’ permeata completamente dall’ossessione della vita dopo la morte e dal giudizio divino sull’anima umana. L’uomo rinascimentale e’ un uomo pieno di se’: Che produce e comprende appieno il potenziale delle proprie capacita’. Tale consapevolezza e’ molto piu’ forte tra la borghesia e nella realta’ urbana (dove piu’ forte era stato l’impatto dell'”avvento” della nuova classe sociale, per lo piu’  dedita al commercio). Questa nuova realta’ sociale matura, insieme alla ricchezza monetaria (la ricchezza mobiliare a cui si contrapponeva quella immobiliare- basata sul possesso della terra e della proprieta’ fondiaria), anche una nuova visione della vita e del mondo. Una visione molto piu’ libera ed aperta di quanto non fosse quella dell’uomo medievale. Ed anche permeata da un sostanziale edonismo, Una tale concezione d’esistenza si rifiuta di rimandare tutto “a poi”, al post mortem e lasciare che la vita terrena si esaurisca nella preghiera e nel timore di Dio. L’uomo del rinascimento puo’ e  vuole vivere la vita e goderne le gioie materiali. Senza troppe ossessioni per come sara’ giudicato da Dio e da come sara’ la sua vita dopo la morte (ammesso che esista, perche’ una simile concezione dell’esistenza umana implica anche un certo ateismo). Il rigido dogma delle religione cattolica non si prestava ad una simile visione della vita. Ed infatti la Chiesa di Roma osteggio’ in modo deciso la riforma protestante e tutti i movimenti che cercarono  di rendere piu’ elastica la rigidita’ del culto e dei dogmi del cattolicesimo. Il motivo della riforma fu solo parzialmente legato alla pratica delle indulgenze (al riscatto dai peccati, quindi, tramite il pagamento di una somma di denaro). I veri motivi trascendevano queste pratiche simoniache e riguardavano essenzialmente una maggiore liberta’ religiosa. Sono quindi legati alla volonta’ di un culto  piu’ aderente con la nuova visione della vita, edonistica e godereccia, che si affermo’ nel periodo rinascimentale (e, nei contesti sociali piu’ evoluti, gia’ dal tardo medioevo). E la riforma luterana ( in tutte le varianti in cui poi si suddivise)  soddisfece in pieno queste esigenze. La giustificazione per sola fede e’ l’emblema di una religione meno oppressiva e piu’ elastica. Che permetteva all’uomo di non dovere ricorrere necessariamente alla chiesa ed al clero per riscattarsi dai propri peccati. E dalle “opere” ( che prevedevano ,il piu’ delle volte, il pagamento di una somma in denaro) che quest’ultimo pretendeva. Anche la liberta’ di sposarsi che fu data ai preti protestanti rientra in tale visione della religione. Una religione che non e’ piu’ soltanto abnegazione ma che permette di godere le gioie della vita e di realizzare l’uomo su questo mondo prima ancora che nell’altro. Da cio’ si evince come la riforma protestante abbia rappresentato essenzialmente un riadattamento del rigido culto cattolico alle mutate condizioni sociali ed economiche che si riscontrarono nel periodo rinascimentale. Ma l’impatto della riforma protestante non fu grande solo in ambito religioso (e trascese quindi di molto le conseguenze confessionali dovute allo scisma all’interno della chiesa cattolica). Essa ebbe anche delle conseguenze politiche e geopolitiche molto importanti. Che si resero drammaticamente evidenti. subito dopo l’affissione delle celebri 95 tesi sulla chiesa di Wittenberg.

RIFORMA PROTESTANTE E GUERRE DI RELIGIONE. ANALISI,CAUSE E CONSEGUENZE; CONSEGUENZE POLITICHE E GEOPOLITICHE DELLA RIFORMA PROTESTANTE.

A pochi anni dal 1517 l’Europa fu pervasa da sommosse sociali devastanti e da guerre (le cosiddette guerre di religione) che provocarono milioni di morti. Gli interessi dei promotori della riforma spesso coincisero con esigenze di liberta’ cui la riforma diede grande impulso. In tale cornice maturo’ prima la grande ribellione agraria nel Sacro Romano Impero e poi la grande ribellione dei piccoli feudatari (nel tentativo di ridefinire gli assetti sociali e politici soprattutto nel contesto dell’Europa centrale che era ancora in pieno feudalesimo). Allo stesso tempo, a livello geopolitico, essa diede la possibilita’ ai Principi tedeschi (che aderirono in massa al protestantesimo) di opporsi all’imperatore (Carlo V).Che fece di tutto per reprimere la nuova eresia. Ma senza successo. In Francia scoppio’ una lunga guerra che lacero’ il tessuto sociale del paese ormai completamente diviso tra la fazione cattolica (cui aderirono soprattutto i nobili) e quella ugonotta (la cui base sociale era prevalentemente borghese). Nel corso del ‘500 l’Europa assistette ad una vera e propria mattanza ed a scontri di potere che dovevano ridefinire equilibri non piu’ rispondenti alla dinamica economica e sociale del tempo. Non solo per la nuova concezione d’esistenza che maturo’ in conseguenza dello sviluppo economico  e sociale del periodo ma anche per i cambiamenti che l’ascesa e l’affermazione, politica e sociale, della borghesia comporto’ all’interno dei vari stati dell’Europa rinascimentale. Con il progressivo scardinamento del sistema feudale e l’accentramento del potere da parte della corona. La riforma protestante e le conseguenti guerre di religione vanno quindi interpretate come ulteriore “intaccatura” alla struttura di potere che prese forma nell’alto medioevo; Caratterizzata dall’economia curtense e dai rapporti di vassallaggio ( e quindi da un sostanziale decentramento politico- amministrativo se non da una vera e propria anarchia causata dalla totale insoburdinazione dei vassalli nei confronti del Re). Storicamente, tale processi sono sempre molto dolorosi. Ed in genere si lasciano dietro una scia di sangue veramente impressionante. A tali dinamiche si associarono gli interessi geopolitici degli stati piu’ importanti dell’epoca. E diedero l’opportunita’ di far fallire il tentativo egemonico spagnolo (iniziato con Carlo V e proseguito con Filippo II) che prese forma proprio nel corso del XVI secolo ( e che si concluse, in modo definitivo, con la guerra dei trent’anni che rappresenta anche l’ultima appendice bellica delle guerre di religione). La sconfitta della Spagna permise l’ascesa dell’Inghilterra nel panorama geopolitico mondiale. Ascesa con delle specifiche peculiarita’. Che la resero una potenza molto diversa da quelle continentali ( Francia e Spagna in primis).  Con interessi piu’ commerciali che territoriali (e quindi piu’ marini che terrestri). E con un’ evoluzione politica e sociale senza eguali al mondo (LA GEOPOLITICA DELL’INGHILTERRA ANALISI (geopolitika.it)). Cosa che permise alla perfida Albione di scardinare definitivamente il sistema di potere medievale gia’ alla fine del XVII secolo ( in occasione della seconda rivoluzione borghese del 1688-89). Con cui la borghesia si sostitui’ alla nobilta’ , in modo definitivo, alla guida della nazione. In sintesi le guerre di religione furono del tutto funzionali all’ascesa dell’Inghilterra al potere mondiale. Visto che indebolirono ed impantanarono le risorse, umane e materiali, dei suoi piu’ temibili antagonisti: La Spagna e la Francia. La prima si esauri’ nel tentativo di imporsi come potenza egemone in Europa nel corso del XVI secolo. La seconda in un conflitto religioso interno che ne paralizzo’ la politica internazionale. 

RIFORMA PROTESTANTE E GUERRE DI RELIGIONE. ANALISI,CAUSE E CONSEGUENZE: CONCLUSIONI

Da quanto scritto fino ad ora si evince come la riforma protestante sia stato un fenomeno dall’enorme portata storica. Essa va interpretata come una delle piu’ importanti intaccature al sistema di potere emerso in Europa dopo il crollo dell’impero romano d’occidente (sistema feudale). Le istanze di riforma religiosa diedero vita a dinamiche politiche e geopolitiche che si intrecciarono a quelle piu’ specificamente religiose. E che comportarono sconvolgimenti sociali e politici quasi senza precedenti. Tutto cio’ fu provocato da cambiamenti epocali nell’ambito della concezione d’esistenza propria dell’uomo rinascimentale ( soprattutto nei contesti geografici socialmente ed economicamente piu’ evoluti).  Il fenomeno infatti e’ di chiara matrice borghese e non puo’ essere correttamente interpretato se non lo si relaziona all’ascesa sociale e politica di questa nuova classe sociale. Che, se pur associata al terzo stato, se ne differenziava in modo totale in quanto ad attivita’ ( la borghesia era dedita per lo piu’ al commercio e quindi ad una lucrosa libera attivita’ mentre i contadini non erano che servi della gleba senza alcun diritto giuridico) e ricchezza prodotta. Ad essa si deve la costituzione dei primi grandi capitali dell’era moderna nonche’ la nascita del moderno capitalismo finanziario. Ed era impossibile che l’ascesa e l’affermazione di questa nuova classe sociale non comportasse anche delle istanze di cambiamento in un mondo ancora permeato da una concezione d’esistenza (quella medievale) che non aveva alcun interesse per la vita terrena e che concepiva quest’ultima solo in funzione di quella eterna. E che non risultava piu’ rispondente alle esigenze, edonistiche e materialistiche, che il progresso economico e sociale imponeva ormai al mondo intero.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *