L’occidente nel palazzo di Atlante

La guerra mondiale in corso, combattuta in modo sempre piu’ cruento nell’Europa orientale, in Africa ed in Medio Oriente, ci offre piu’ di una riflessione sui mutamenti in fieri negli equilibri del potere mondiale. Prima fra tutte quella che riguarda le conseguenze che il conflitto sta avendo sull’economia e sulla macchina bellica occidentale, di fatto in grandissima difficolta’. Lo dimostra l’andamento della guerra in Ucraina dove  tutte le ambizioni geostrategiche di Washington e Londra sono andate in frantumi e la realta’ palesa una lenta ma continua avanzata russa che non puo’ essere fermata. A poco e’ valso l’immenso impegno economico e militare che tutto l’occidente ha preso per la causa di Kiev. Ed a pochissimo sono serviti tutti i tentativi si sconfiggere in modo deciso ed umiliante l’esercito di Mosca. D’altronde noi, da storici quali siamo, sin dall’inizio non avevamo dubbi sul corso degli eventi bellici in questo specifico teatro bellico. Ma la leadership politica anglosassone non l’ha pensata allo stesso modo e si e’ infilata nella stessa trappola che fu fatale ad Hitler e Napoleone. Intanto, dopo due anni e mezzo di ostilita’, La Russia appare rafforzata dal conflitto. La sua economia non ha mostrato nessun segno di debolezza ed ha saputo rimpiazzare i mercati occidentali con quelli asiatici per l’export della sua immensa produzione di materie prime. Il che la rende piu’ ricca e decisamente piu’ libera e potente a livello geopolitico. Di contro gli USA e l’Europa annaspano in modo piu’ che evidente. Le economie occidentali sono in grandissima difficolta’ grazie alla dinamica inflazionistica inarrestabile (dovuta alla continua creazione di moneta da parte delle banche centrali), all’aumentare di un debito pubblico oramai incontrollabile ( a cui le spese belliche hanno dato una grande spinta), all’impoverimento della propria societa’ e quindi, di conseguenza, al ridimensionamento dei propri mercati interni con tutte le inesorabili implicazioni per quanto riguarda consumi ed occupazione. E, nonostante questo, si ostinano ad infilarsi in una trappola dopo l’altra. Senza possibilita’ di uscirne. Come successo in Africa ed in medio oriente. Nella prima non hanno nessuna possibilita’ di prevalere. E questo non solo grazie all’impegno militare congiunto di Russia e Cina ma anche per l’odio che i paesi e le popolazioni locali nutrono per i vecchi “dominatori”. Inglesi o francesi che siano. In medio oriente la situazione e’ anche peggiore. Non bastava essersi infilati nella trappola di Gaza con la sua estenuante guerriglia. Ora si rispolvera pure il progetto della “Grande Israele” e della guerra continua contro i nemici regionali senza pero’ la forza necessaria, a nostro avviso, per farlo. Da informazioni che abbiamo sono gia’ arrivati nell’area gioielli della tecnologia militare russa che rendono velleitario qualsiasi tentativo di reale espansione. E ,considerate le dimensioni del piccolo stato Sionista, risulterebbe estremamente facile per i suoi antagonisti debilitare e distruggere le sue strutture vitali. Con conseguenze non prevedibili sull’assetto sociale e politico dello stesso. Anche la morfologia del territorio mediorientale si presta poco ad un successo delle forze israeliane sul campo. Come le diverse invasioni del Libano hanno per altro ben dimostrato. Ma, nonostante questo, si continua a chiamare alla guerra. Tutto cio’ ci lascia basiti e costernati di fronte ad un establishment che, nel disperato tentativo di conservare il proprio potere sul mondo, sta di fatto intraprendendo azioni temerarie e controproducenti. Le quali, lungi dal ristabilire il vecchio ordine mondiale, infranto da Putin il 24 febbraio 2024, stanno solo accelerando l’esaurimento della forza e del potere di Washington e Londra sullo scenario geopolitico mondiale. Dirigendosi proprio verso quelli che sono gli obbiettivi geopolitici e geostrategici di Mosca e Pechino.

L’OCCIDENTE NEL PALAZZO DI ATLANTE: LA DINAMICA DEI MERCATI FINANZIARI IN OCCIDENTE E DELL’ECONOMIA REALE IN EUROPA E NEGLI STATI UNITI

Di contro ad una situazione economica, politica e geopolitica molto compromessa, stiamo assistendo ad un paradosso che non ha forse precedenti nella storia. Infatti stiamo assistendo ad un rally dei mercati finanziari occidentali come se tutto andasse a gonfie vele. In verita’ sappiamo benissimo che l’economia virtuale e’ un mondo a se’ e non e’ minimamente connessa ( anche se dovrebbe) a quella reale. Si cerca in questo modo di generare ricchezza, in modo artificiale, per il risparmio gestito della classe sociale medio-alta ( che investe sui mercati finanziari) attutendo gli effetti dell’inflazione e della crisi economica alle classi piu’ abbienti (mentre quelle piu’ povere non hanno scampo di fronte allo scenario economico attuale). In sintesi si crea ricchezza dal nulla per la parte privilegiata della popolazione occidentale. Ma i valori di borsa non riflettono piu’ la realta’ del mondo che dovrebbero rappresentare. Ed una tale scollatura ha di fatto permesso la creazione di una bolla senza eguali nella storia dell’umanita’. Che prima o poi dovra’ sgonfiarsi con enormi conseguenza sulla solidita’ economica, sociale e geopolitica dell’intero occidente. D’altronde lo stato dell’economia reale in Europa e negli Stati Uniti e’ sempre piu’ drammatico. Come dimostra la dinamica dei consumi che sta letteralmente precipitando. Anche in conseguenza delle politiche sulla transizione energetica ( che hanno specifiche finalita’ geopolitiche essendo dovute alla volonta’ di rendersi indipendenti dagli idrocarburi e quindi dalla Russia di Putin) le quali ,come e’ noto, stanno provocando una crisi senza precedenti del settore automotive che appare oggi di difficile soluzione. A cio’ vanno aggiunti i costi delle materie prime molto meno a buon mercato oggi di quanto non lo fossero prima del 24 febbraio 2024. Il che rende l’output industriale europeo sempre meno competitivo sui mercati rispetto ai prodotti cinesi. Contro i quali si iniziano a varare sanzioni che, ricevendo immediata risposta dalle autorita’ cinesi (con l’imposizione di dazi sulle merci europee importate in Cina) complicano ancor di piu’ le condizioni delle economie occidentali. In piu’ la determinazione del club BRICS a svincolarsi in modo totale dal dollaro per i propri commerci sta erodendo la linfa vitale di pecunia straniera che finanzia la macchina bellica occidentale nonche’ l’enorme mole del suo  debito ( che e’ anche il vero motivo della guerra mondiale in corso). In sintesi le condizioni economiche e geopolitiche dell’occidente sono in progressivo deterioramento ed il fatto di non essere stato in grado di riportare i propri acerrimi antagonisti all’ordine ,manu militari, la dice lunga sullo stato della sua macchina bellica e sulle reali possibilita’ di mantenere l’egemonia sul mondo.

L’OCCIDENTE NEL PALAZZO DI ATLANTE: L’ESTABLISHMENT OCCIDENTALE SEMBRA PROPRIO INTRAPPOLATO NEL PALAZZO DI ATLANTE SENZA POSSIBILITA’ DI COMPRENDERE LA DINAMICA GEOPOLITICA MONDIALE NEL SUO COMPLESSO E SENZA SVINCOLARLA DALLE PROPRIE PRETESE EGEMONICHE

Concludendo possiamo quindi asserire che l’occidente sembra proprio intrappolato nel Palazzo di Atlante che lo incastra in un’illusione continua e  che lo rende cieco di fronte a qualsiasi realta’ che non sia aderente ai suoi sogni. In uno stato di mero incantesimo ove si sfidano gli insegnamenti della storia e la realta’ oggettiva che sta maturando sullo scenario economico e geopolitico mondiale. Non sappiamo in che modo si possa rompere un simile incantesimo anche se crediamo che la rinuncia ad una visione narcisistica della realta’ geopolitica e geoeconomica mondiale sia il primo passo per poter vedere ed analizzare la realta’ dei fatti per quella che effettivamente e’. Ed agire, inevitabilmente, di conseguenza.

 

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