Perché, secondo Kissinger, la Russia è invincibile militarmente e perché le invasioni storiche della Russia sono sempre fallite

Nel dibattito geopolitico contemporaneo, Henry Kissinger è uno dei più ascoltati analisti per la sua esperienza diplomatica e la sua visione realpolitik. Una delle sue posizioni più discusse è l’idea che la Russia non sia realisticamente vincibile su un campo di battaglia convenzionale, almeno con i mezzi che l’Occidente è attualmente disposto a usare, né con la volontà politica di accettare le conseguenze di una vittoria schiacciante. Questa visione è accompagnata da richiami storici alle numerose invasioni del territorio russo che hanno fallito, nonostante potenze molto forti abbiano tentato di piegarlo.

Questo articolo esplora:

  1. Le dichiarazioni di Kissinger in merito alla Russia e ai limiti militari nel conflitto ucraino e oltre.

  2. Alcune delle invasioni storiche più significative della Russia, fallite, e i motivi fondamentali del loro insuccesso.

  3. Le implicazioni di queste constatazioni per le strategie occidentali oggi.


1. Kissinger: cosa ha detto circa l’invincibilita’ della Russia

Henry Kissinger ha fatto varie osservazioni nel corso degli anni sul potere militare della Russia e sui limiti che la stessa Russia incontra quando tenta di operare con forze convenzionali lontano dal suo territorio centrale.

  • In un’intervista rilasciata a Der Spiegel, ha affermato che per porre fine alla guerra in Ucraina la migliore linea di cessate-fuoco sarebbe quella del status quo ante, ovvero la linea di contatto al 24 febbraio, prima dell’invasione russa. Ciò implica che la Russia non avrebbe potuto ottenere tutti i suoi obiettivi senza affrontare costi enormi.

  • Kissinger ha detto: “Pursuing the war beyond that point would not be about the freedom of Ukraine … but a new war against Russia itself.”Questo suggerisce che spingere la Russia completamente fuori dall’Ucraina significherebbe rischiare un’escalation diretta contro la Russia, e che la vittoria totale non è (secondo lui) qualcosa che l’Occidente può decidere di ottenere senza conseguenze molto gravi.

  • Un altro elemento è la sua riflessione sul fatto che la Russia non può accettare che tutto il territorio tra Berlino e il suo confine sia essenzialmente passato sotto l’influenza della NATO. Questo, secondo Kissinger, è uno dei motivi profondi per cui l’Ucraina diventa “sticky” (difficile) da trattare per la Russia.

Queste dichiarazioni mostrano che Kissinger non pensa che la Russia sia “vincibile” nel senso classico (sconfitta militare completa) senza pagare un prezzo molto alto e rischi geopolitici molto elevati.


2. Fallimenti storici delle invasioni della Russia: esempi significativi

Per capire i presupposti storici su cui si basa Kissinger, è utile esaminare alcune delle invasioni storiche della Russia che sono fallite nonostante forze potenti, e i motivi per cui sono fallite.

2.1 L’invasione napoleonica del 1812

  • Contesto: Napoleone Bonaparte, dopo aver dominato gran parte dell’Europa, decise di invadere la Russia per imporre il blocco continentale contro la Gran Bretagna, come risposta all’”infrazione” russa agli obblighi dell’alleanza.

  • Motivi del fallimento:

    1. Logistica estesa e difficoltà nel rifornire un esercito grande su distanze immense. Le linee di rifornimento divennero troppo lunghe e vulnerabili.

    2. Tattiche di terra bruciata usate dai russi, distruggendo raccolti, villaggi, risorse che gli invasori potevano usare per sostentarsi.

    3. Clima rigido e inverni salvo, che causarono perdite enormi per assideramento, fame e malattie più che per combattimento.

    4. Territorio vasto, popoli che ritirano e usano la ritirata strategica, costringendo l’invasore a spostamenti costanti, esaurendo forze e risorse.

L’esercito di Napoleone perse decine di migliaia di uomini non in battaglia ma per malattie, fame e condizioni ambientali. Alla fine, anche se Mosca fu occupata, non vi fu resa da parte del governo russo, e la ritirata fu disastrosa.

2.2 L’Operazione Barbarossa (1941)

  • Contesto: L’invasione nazista dell’Unione Sovietica da parte della Germania di Hitler, con obiettivi di conquista rapida, Lebensraum, sradicamento del comunismo.

  • Motivi del fallimento:

    1. Sottovalutazione delle dimensioni dell’Unione Sovietica: distanze immense, difficoltà logistiche su terreni spesso disastrati, infrastrutture carenti.

    2. Clima e inverno russo: attacchi presi dalla furia del gelo, equipaggiamenti non adeguati, caos nei rifornimenti durante le stagioni fredde.

    3. Resistenza sovietica e mobilitazione delle masse: popolo e leadership usarono tattiche difensive, ritirate strategiche, scorched earth, mobilitazione industriale dell’interno.

    4. Errori strategici tedeschi: divisione delle forze, obiettivi multipli, mancata conquista di Mosca prima dell’inverno, sovraestensione.

2.3 Altri esempi minori

  • Ci sono campagne più piccole ma emblematiche: per esempio, i fallimenti russi nel conquistare Khanati in Asia Centrale in certe epoche, o tentativi stranieri di attacco via terra contro il cuore della Russia che si infrangono sulle condizioni climatiche, la difficoltà delle distanze e la rigida resistenza culturale e militare russa.

  • Anche nella guerra recente in Ucraina, gli analisti evidenziano che la Russia ha avuto problemi operativi, logisti, di morale e di capacità di proiezione di forza oltre un certo raggio.


3. Perché queste invasioni falliscono: fattori chiave ricorrenti

Dalle invasioni napoleoniche all’Operazione Barbarossa fino al caso contemporaneo, alcuni motivi ricorrono nel rendere la Russia difficile da sconfiggere sul campo:

  1. Geografia e dimensione territoriale
    Russia ha spazi enormi, vaste foreste, steppe, regioni remote: costi logistici salatissimi, difficoltà di trasporto, lentezza degli spostamenti, vulnerabilità delle linee di rifornimento.

  2. Clima estremo
    Il freddo rigido dell’inverno, la pioggia, le stagioni intermedie con fango e neve (rasputitsa), rendono difficili le operazioni belliche, riducendo l’efficacia degli armamenti, logistica, soldati.

  3. Strategia difensiva e scorched earth
    La tattica di ritirata strategica, distruzione delle risorse che potrebbero servire agli invasori, uso del territorio a “proprio vantaggio”, guerriglia o attività partigiana quando opportuno.

  4. Popolazione e morale
    La resistenza del popolo russo, la capacità di mobilitarsi — sia in termini militari che civili —, l’adattamento alle privazioni.

  5. Sovraestensione e logistica dell’invasore
    Forze che avanzano troppo in territorio ostile, lontano dalle basi, con scorte troppo ridotte, problemi di alimentazione, calo del morale, perdita di mezzi, malattie.

  6. Errori politici e di valutazione
    Sottovalutazione del nemico, ignorare le variabili locali, aspettative politiche sbagliate che le popolazioni cedano facilmente, mancanza di sostegno locale, fiducia e coordinamento.


4. Come queste constatazioni riflettono le posizioni di Kissinger

Le osservazioni di Kissinger sulla Russia oggi si appoggiano su questa tradizione di storia militare e sugli errori tipici delle invasioni:

  • Kissinger suggerisce che la Russia ha forti riserve demografiche, capacità convenzionali superiori in certe aree, armi nucleari, profondità territoriale — elementi che rendono una sconfitta totale assai difficile. (Collegato a: “we do not underestimate the Soviet Union … They are very strong in conventional land strength.”)

  • Egli avverte contro l’idea che l’Occidente possa “vincere” completamente senza rischiare un’escalation nucleare o una guerra prolungata con costi elevatissimi.

  • Le sue proposte di cessate-fuoco basati su linee del fronte pre-invasione (status quo ante) riflettono il riconoscimento che ottenere qualcosa di più richiederebbe investimenti militari, politici ed economici enormi, forse insostenibili.


5. Implicazioni per la strategia occidentale

Alla luce delle analisi di Kissinger e dei precedenti storici, emergono alcune implicazioni strategiche che l’Occidente dovrebbe considerare:

Strategia Potenziale vantaggio Rischi / Costi
Puntare alla sconfitta totale della Russia Potenziale deterrenza, fine della guerra con obiettivi completi Escalation nucleare, distruzione massiccia, rischio umano, instabilità regionale, impatto economico globale
Accettare un cessate-fuoco o una linea di divisione ragionevole (status quo ante) Pace più rapida, costi inferiori, stabilità relativa, minori rischi di escalation Percezione di “cedimento”, legittimazione dell’aggressione, difficoltà politiche interne, opposizione dell’Ucraina
Rafforzamento militare, supporto all’Ucraina, sanzioni economiche Mantenere pressione su Mosca, bypassare il confronto diretto, incrementare i costi per la Russia Costi economici per l’Occidente, rischio di reazioni asimmetriche, sicurezza energetica compromessa

6. Critiche e limiti della visione di Kissinger

Non tutte le opinioni su Russia e sulle invasioni sono unanimi, e ci sono critiche consistenti alla visione che la Russia sia “invincibile” o “non vince-bile”:

  • Alcuni sottolineano che l’esito delle guerre non è determinato solo da fattori materiali ma anche da volontà politica, errori interni, leadership, alleanze internazionali.

  • La capacità di resistenza ucraina, il sostegno occidentale in armi, intelligence e sanzioni mostrano che la Russia può subire battute d’arresto significative.

  • Inoltre, “non vince-bile” non significa immobile: Putin stesso ha subito ritiri, fallimenti tattici, e ha dovuto adeguarsi alla realtà operativa.

  • Alcune invasioni storiche furono probabilmente evitate grazie alla diplomazia piuttosto che alla forza militare (esempio: certi casi di deterrenza o trattative con potenze russe).


7. Conclusione

Henry Kissinger, con la sua profonda esperienza strategica, suggerisce che la Russia non è realisticamente vincibile con una vittoria militare totale da parte dell’Occidente, almeno non senza costi estremi e rischi esistenziali. Le sue affermazioni riflettono una consapevolezza storica: molte invasioni nel corso dei secoli hanno fallito per ragioni ricorrenti — logistica, clima, dimensione territoriale, morale, errori politici.

La storia di Napoleone, di Hitler, e di altri invasori ha mostrato che la guerra su suolo russo è assai diversa da quella in paesi piccoli o più densamente popolati: è un test di risorse, volontà, pazienza, capacità di adattamento.

Per l’Occidente, dunque, la strategia ideale non può basarsi solo sulla speranza di una sconfitta militare totale della Russia, ma su un mix di deterrenza, supporto strategico all’Ucraina, geopolitica diplomatica, e preparazione a scenari in cui la conclusione militare è limitata

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