La crisi di Credit Suisse, del sistema finanziario occidentale e gli sviluppi geopolitici mondiali

Credo che pochi abbiano compreso le cause e le implicazioni geopolitiche del crack di Credit Suisse. D’altronde non e’ interesse dell’informazione mainstream occidentale palesare la natura del problema dal momento che tale situazione e’ la diretta conseguenza di un vero e proprio abuso di potere perpetrato ai danni della Russia. Com’e’ noto, infatti, l’invasione russa dell’Ucraina ha comportato il blocco ,da parte dell’occidente, dei beni  mobiliari ed immobiliari russi, presenti sul suolo e nelle banche dei paesi occidentali. Questa mossa, senza alcun precedente nell’era contemporanea, ha, de facto, sancito la morte di ogni regola a livello di diritto internazionali riguardanti i beni esteri. La svizzera ha preso parte al “sequestro” dei beni russi presenti sul suo territorio ed ha di fatto congelato gli assets mobiliari ed immobiliari russi sul proprio territorio. Questo evento ha fatto si che la confederazione elvetica abbandonasse la sua secolare neutralita’ schierandosi di fatto dalla parte dell’occidente contro la Russia. La mossa di Berna ha pero’ avuto delle implicazioni molti gravi sul sistema bancario svizzero che sembra aver perso subito di credibilita’ agli occhi di molti paesi che consideravano la svizzera un porto sicuro per i propri capitali. Ne e’ conseguito un massiccio deflusso di capitali che ha portato alla ben nota crisi di liquidita’ del colosso bancario svizzero che e’ collassato in pochi giorni ed e’ stato “salvato” in extremis con la controversia acquisizione da parte di UBS la quale  ha sacrificato gli interessi di azionisti ed obbligazionisti (calpestando i diritti degli stessi garantiti dai contratti sottoscritti). Tutto questo ha scosso profondamente la credibilita’ del sistema bancario svizzero ed ha probabilmente posto le basi per una grande fuga di capitali dalla confederazione elvetica con inevitabili conseguenze per la crescita e lo sviluppo della Svizzera. Il problema in verita’ riguarda l’Europa e l’intero occidente che con ogni probabilita’ assistera’ a breve ad un deflusso di capitali ed ad un rientro degli stessi nei paesi d’origine dal momento che le istituzioni occidentali hanno dimostrato di non essere credibili e di saper calpestare ,all’occasione, il diritto internazionale. Questo sembra essere un altro tassello nella partita geopolitica in corso fra oriente e occidente e ,certamente , non gioca a favore di quest’ultimo.

DIVERSA ALLOCAZIONE DEI CAPITALI DEI PAESI MINACCIATI DALL’OCCIDENTE.

Una cosa appare comunque chiara. L’invasione russa dell’Ucraina ( e le relative “contromosse” occidentali) hanno portato a sviluppi imprevisti in ogni ambito compreso quello, appunto, dell’allocazione dei capitali. In special modo i capitali dei paesi in possibile rotta di collisione con Washington ( si pensi all’India ma anche all’Arabia Saudita che sta normalizzando le sue relazioni diplomatiche con Teheran e potrebbe per questo entrare nel mirino degli Stati Uniti d’America e di Israele) con ogni probabilita’ non saranno piu’ allocati in occidente o paesi da esso dipendenti. Questo sta a significare che tali paesi rinunceranno ad investire anche nei titoli di stato USA ed in assets denominati in dollari decretando un ulteriore sfiducia nel mondo nel ruolo della moneta statunitense come valuta di riserva mondiale. Le implicazioni economiche e geopolitiche di tali sviluppi appaiono veramente impressionanti. Ed il sequestro dei beni russi in occidente potrebbe rivelarsi la mossa piu’ autolesionista mai compiuta dall’occidente che, nel disperato tentativo di spezzare le reni alla Russia, di fatto danneggia irrimediabilmente la propria credibilita’ ed il sostegno che una larga parte del mondo gli aveva dimostrato. E, soprattutto, danneggia la possibilita’ che il resto del mondo possa continuare a finanziarlo. Quale paese indipendente se la sentira’ piu’ di comprare assets denominati in dollari che potranno essere , all’occasione, sequestrati dalle autorita’ occidentali ? E chi comprera’ piu’ il debito pubblico USA ed occidentale in genere sapendo che i titoli di stato occidentali potrebbero essere congelati in un batter di ciglia in caso di scontro diplomatico o commerciale con Washington e Bruxelles? Nessuno, probabilmente. E questo pone delle serie riflessioni sulla dinamica del debito pubblico in occidente che ha raggiunto livelli mai visti nella storia e che non ha nessuna possibilita’ di essere ripagato. Interverranno le banche centrali a sostituire gli investitori esteri o gran parte di questa montagna di debito sara’ “scaricata” su ignari piccoli investitori occidentali ? In ogni caso il peso e le conseguenze di un’eventuale default rimarranno in occidente e non potranno piu’ essere scaricate all’esterno. Il mondo e’ stufo di essere “preso in ostaggio” dalla finanza e dai debiti occidentali e vuole scaricare tale “patata bollente” sull’occidente stesso che ha creato ed alimentato una tale situazione. 

LA GUERRA IN UCRAINA STA ACCELERANDO IL COLLASSO DELL’OCCIDENTE.

A conti fatti, la guerra in Ucraina sta danneggiando in modo irreversibile il prestigio e la potenza economica dell’occidente gettando le amministrazioni di Washington e Bruxelles nel panico piu’ assoluto. Infatti non solo l’azione militare contro Mosca e’ risultata inefficace. Ma anche le sanzioni economiche imposte non hanno portato a danni significativi all’economia e alla macchina da guerra russa. In piu’ il sequestro degli assests russi non solo non ha avuto gli effetti sperati ma si sta rivelando un boomerang dalle conseguenze del tutto imprevedibili. Cosa succedera’ se i paesi non allineati decidessero in massa di rimpatriare i propri capitali ora “parcheggiati” nel sistema bancario occidentale ed in assests denominati in dollari ? Sarebbe la fine del dominio economico occidentale. E la fine della prosperita’ economica dell’ occidente. E’ questo il piu’ grande incubo delle leaderships  occidentali. Ancor piu’ grande di quello rappresentato da una (del tutto probabile) sconfitta militare in Ucraina. 

CONCLUSIONI.

Il conflitto in corso nell’Europa orientale ha dato vita  a sviluppi economici e geopolitici di cui probabilmente l’elite politica ed economica dei paesi occidentali  non si e’ ancora pienamente resa conto. Essa ha non solo dato vita ad un confronto militare di enormi proporzioni ma sta anche accelerando la crisi dell’occidente ed il passaggio del potere mondiale dalle mani dei paesi occidentali a quelle dei paesi orientali. E sta avvicinando a grandi passi un collasso economico e finanziario di Washington e Bruxelles ( e di tutti i loro satelliti). La perdita di fiducia nel dollaro e nel sistema finanziario occidentale ne sono gia’ espressione. La fuga di capitali dalle banche svizzere ed occidentali la logica conseguenza di tale sfiducia. Incidit in foveam qui primus fecerat illam. Cosi recita un celeberrimo proverbio latino. Non ci resta che attendere i prossimi sviluppi geopolitici ed economici mondiali per vedere se andra’ realmente in questo modo.

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