Cause e conseguenze della rivoluzione russa: Analisi della rivoluzione comunista piu’ importante della storia

CAUSE E CONSEGUENZE DELLA RIVOLUZIONE RUSSA: I VERI MOTIVI CHE PORTARONO ALLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE

La rivoluzione russa e’ stata per molti aspetti uno degli eventi piu’ misteriosi e coinvolgenti del XX secolo. Questo non solo perche’ con essa venne sperimentato il cosiddetto socialismo scientifico formulato da Marx ma anche perche’  essa, nelle previsioni del filosofo tedesco, non sarebbe dovuta avvenire in una nazione con una economia ancora sostanzialmente agricola come quella russa ( ove l’industrializzazione inizio’, per volonta’ dello Zar Alessandro II,  solo  nella seconda meta’ del XIX secolo) e dove quindi non si era formato un proletariato paragonabile a quello delle nazioni (Inghilterra, Germania, Francia e Stati Uniti d’ America) dove il processo di industrializzazione dell’economia era decisamente piu’ avanzato. Gia’ per questo il fenomeno della rivoluzione russa appare un vero e proprio enigma storico. Alla cui materializzazione concorsero diversi fattori tra cui quello geopolitico. E’ innegabile infatti il ruolo che i servizi segreti tedeschi ebbero nel favorire l’insorgere della rivoluzione allo scopo di indebolire un rivale geopolitico di non poco conto nella cornice storica della prima guerra mondiale. Lo stesso arrivo di Lenin a S. Pietroburgo nel 1917 sembra sia stato favorito dai servizi segreti tedeschi con il preciso scopo di accelerare gli eventi che sfociarono poi nella rivoluzione, nello sfacelo bellico delle armate zariste e quindi nel trattato di Brest-Litovsk con tutte le sue terribili conseguenze geopolitiche per la neonata Unione Sovietica. Cio’ non toglie che la rivoluzione fu senz’altro il frutto di profonde contraddizioni all’interno della societa’ e della struttura economica della Russia zarista che era, senza ombra di dubbio, uno degli stati europei piu’ arretrati dell’epoca. La struttura socioeconomica dello stato russo era ancora , nei fatti, di impronta medievale e quindi basata sulla grande proprieta’ terriera e su una enorme massa di braccianti che erano di fatto dei veri e propri servi della gleba. La carriera militare era riservata esclusivamente ai nobili che avevano quindi il completo controllo dell’esercito e delle forze armate. Cio’ spiega perche’ ,nonostante lo stato zarista non godesse di un reale appoggio popolare, fu in grado di mantenersi fino agli inizi del XX secolo. E perche’ vi fu bisogno di una poderosa spallata dall’esterno affinche’ crollasse in modo definitivo sotto il peso della rivoluzione d’ottobre. La spallata in questione fu rappresentata dalla grande guerra e dagli sviluppi della stessa in Europa orientale che misero a nudo non solo la fragilita’ dell’esercito zarista ma anche le contraddizioni dell’economia russa ( incapace, per la sua arretratezza, di far fronte alle necessita’ belliche ). Tali contraddizioni acuirono sempre piu’ i sentimenti di ribellione all’interno della societa’ (soprattutto la’ dove gli ideali rivoluzionari avevano preso piu’ piede ovvero nelle grandi citta’) e crearono le premesse per il crollo degli apparati di potere dello stato zarista non appena presero forma le prime insurrezioni. La figura di Lenin all’interno del processo rivoluzionario fu da subito centrale ( insieme a quella di Trotskii) e ci fa comprendere come la rivoluzione d’ottobre fu essenzialmente eterodiretta e del tutto funzionale all’interesse geopolitico tedesco che favori’ Lenin ed il processo rivoluzionario a patto che quest’ultimo, una volta preso il potere, firmasse un trattato di pace favorevole agli interessi tedeschi e che facesse uscire la Russia dal conflitto (il trattato in questione fu il trattato di Brest-Litovsk di cui sono ben noti i vantaggi territoriali che comporto’ per il Reich tedesco). Questi sono gli eventi storici che determinarono la rivoluzione russa e che la dicono lunga su quanto tale fenomeno storico sia stato, al pari di altri celebri moti rivoluzionari (in primis la rivoluzione francese), mal interpretato da larga parte dell’opinione pubblica mondiale nonche’ da una certa storiografia la cui faziosita’ e’ abbastanza nota.

CAUSE E  CONSEGUENZE DELLA RIVOLUZIONE RUSSA: NASCITA DELL’UNIONE SOVIETICA

Ma se e’ certamente importante definire quali furono le cause della rivoluzione russa altrettanto importante e’ focalizzare sulle conseguenze che essa produsse tanto a livello politico quanto a livello geopolitico. C’e’ da chiarire subito che l’applicazione del comunismo “integrale” ( che prevedeva la collettivizzazione forzata dei processi di produzione, sia agricoli che industriali) non fu possibile nel contesto socioeconomico che si materializzo’ nel periodo immediatamente successivo all’uscita del paese dalla prima guerra mondiale. Questo perche’ l’instabilita’ politica duro’ per diversi anni nel periodo post-bellico e nel paese si materializzarono tentativi controrivoluzionari supportati e finanziati dalle democrazie occidentali nonche’ un vero e proprio tentativo di invasione del paese  da parte delle stesse ( 1918-1920). La Russia fu quindi in preda ad una vera e propria sorta di anarchia politica almeno fino al 1920-1921. Anni in cui si materializzo’ il completo ritiro delle truppe occidentali ( e di quelle giapponesi che avevano temporaneamente occupato i territori siberiani a nord della Manciuria) dal paese e della sconfitta delle armate bianche  controrivoluzionarie composte per la maggior parte da componenti del vecchio esercito zarista. In questi anni Lenin si rese conto dell’impossibilita’ di applicare completamente e forzatamente il modello di produzione comunistico del programma  bolscevico e varo’ una economia di transizione (nota con il nome di NEP ovvero: nuova politica economica) che prevedeva il parziale mantenimento della proprieta’ privata dei processi di produzione. Solo con la normalizzazione della situazione interna e con l’avvento di Stalin (1924) alla guida dell’URSS si concretizzo’ la completa ,ed anche violenta, collettivizzazione dei processi di produzione del paese stabilita dai famosi piani quinquennali che rappresentarono un vero e proprio modello per tutti i paesi ad economia pianificata del mondo. L’URSS si impose quindi come primo paese realmente comunista nella storia dell’umanita’ ma nel far questo si poneva sostanzialmente al di fuori della comunita’ internazionale dal momento che il paese fu letteralmente isolato dal resto del mondo e non fu in grado di stabilire solide relazioni internazionali con i paesi capitalistici. Tale isolamento venne spezzato solo alla fine degli anni ’30 con l’accordo Molotov-Ribbentrop che sanciva un’alleanza di comodo tra Mosca e Berlino e che serviva, nei piani dell’establishment tedesco, ad evitare la riproposta di una guerra su due fronti, stile prima guerra mondiale, nel caso la gia’ decisa invasione della Polonia (che Germania ed Unione Sovietica si spartirono nel corso degli ultimi mesi del 1939 in base al cosiddetto protocollo segreto del patto di non aggressione fra Mosca e Berlino) avesse comportato lo scoppio di un conflitto con la Francia e l’Inghilterra ( che si erano formalmente dichiarate garanti dell’integrita’ territoriale della nazione polacca). Solo a partire dal 1939 il ruolo geopolitico dell’Unione sovietica riacquisto’ un certo peso sulla scena internazionale dopo oltre venti anni di oblio (prima come alleata della Germania nazionalsocialista e poi, dopo l’invasione tedesca del 1941,come alleata dei paesi occidentali). Le dinamiche diplomatiche che precedettero lo scoppio della seconda guerra mondiale (con la riproposta di nuovo tentativo egemonico tedesco, molto piu’ aggressivo e letale del primo) riportarono in primo piano il ruolo del “colosso russo” il cui peso fu essenziale nelle guerre che si verificarono in Europa dal XVIII secolo in poi. Di fatto poi il ruolo di Mosca fu essenziale per le sorti della seconda guerra mondiale ed anzi si puo’ dire che essa sia stata vinta sul campo dall’armata rossa ( al costo pero’ di spaventose perdite umane e materiali). Inutile sottolineare come la vittoria nel secondo conflitto mondiale sia stata diretta conseguenza anche dell’enorme potenziale industriale creato per volonta’ del vertice politico sovietico nel periodo postrivoluzionario (ed in particolar modo nel corso degli anni ’30)

CAUSE E CONSEGUENZE DELLA RIVOLUZIONE RUSSA: CONSIDERAZIONI SULLA RIVOLUZIONE COMUNISTA PIU’ IMPORTANTE DELLA STORIA

Da quanto scritto finora si evince come la rivoluzione russa sia stato un fenomeno storico senz’altro molto importante tanto da un punto di vista geopolitico quanto da un punto di vista economico, sociale ed anche politico. Grazie ad essa fu possibile sperimentare in modo pratico la dottrina comunista concepita da Marx in seguito alla rivoluzione produttiva e sociale conseguente alla rivoluzione industriale. Non e’ nostro compito fare un bilancio su tale esperienza storica. Ma e’ certo  che essa ha rappresentato una tappa molto importante nella storia dell’umanita’ anche grazie alla vasta eco che ebbe nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale sul palcoscenico economico, sociale, politico e geopolitico mondiale. Rappresentando il principale punto di riferimento storico di tutti coloro che propugnavano il superamento del modello economico capitalistico e la sostituzione dello stesso con quello comunista. Tale modello, anche se storicamente sconfitto, ha dato spunti decisivi per la  realizzazione di modelli socioeconomici alternativi a quello capitalistico angloamericano (Si pensi alla Svezia ed alla sua socialdemocrazia, di fatto una sintesi tra capitalismo e socialismo) senz’altro piu’ umani dello stesso e piu’ attenti ai reali bisogni dei cittadini e dei ceti meno abbienti. Da un punto di vista squisitamente geopolitico, fatta eccezione per l’isolamento cui il paese fu sottoposto nei venti anni successivi allo scoppio della rivoluzione, la rivoluzione d’ottobre non comporto’ grandi mutamenti per la potenza russa che, di fatto, persegui’ obbiettivi geopolitici e geostrategici (l’espansione verso sud ed i mari caldi, il controllo degli stretti ed in primis quello dei Dardanelli, l’interesse per l’Europa orientale e la regione dei Balcani) che la contraddistinguevano dai tempi di Pietro il grande. I quali ,anche se spesso celati dietro la motivazione dell’esportazione del comunismo e dei principi di giustizia sociale di cui quest’ultimo era manifestazione, di fatto espressero sempre una volonta’ di potenza e di affermazione geopolitica che furono un vero e proprio character indelebilis della politica estera russa sin dai tempi della dinastia Danilovic.

 

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