Guerra in Ucraina: analisi e cenni storici

Il confronto militare in atto nell’Europa orientale sembra avere, per ammissione della stessa leadership di Washington, l’obiettivo di logorare, militarmente e finanziariamente, la potenza russa fino al punto di condurla al collasso economico e militare. Ma la guerra in Ucraina potrebbe realmente avere un esito del genere ? Cerchiamo di capirlo analizzando la questione da un punto di vista prettamente storico e geostrategico.

L’immensita’ continentale e le asperita’ climatiche e territoriali del territorio russo:

Innanzi tutto c’e’ da chiarire un aspetto. La Russia ha un alleato eccezionale nella vastita’ e nelle caratteristiche ,climatiche e non, del proprio territorio. Di questo la storia ci ha fornito testimonianze eccezionali. Potremmo dire che Mosca ha nell’ immensita’ e nella crudezza del proprio territorio un alleato “geografico” simile a quello che per l’Inghilterra e’ la sua natura insulare (natura che l’ha preservata, ad esempio, dai tentativi di invasione del suo territorio orditi da Hitler e Napoleone). Ed infatti e’ stata impossibile conquistarla per tutti coloro che ci hanno provato anche se con armate poderose. L’Ucraina (che e’ ,ricordiamolo, una realta’ geopolitica autonoma da Mosca da appena un trentennio ma e’ stata sempre parte del contesto geopolitico dello stato russo) ha caratteristiche territoriali e climatiche del tutto simili a quelle del resto della Russia europea. La vastita’ del suo territorio (con i suoi circa 600.000 kmq l’Ucraina e’ il secondo stato piu’ vasto d’ Europa dopo la Russia) nonche’ le sue condizioni climatiche e pluviali appaiono molto simili a quelle russe. Il suo inverno e’ rigido (con temperature costanti, intorno o sotto lo zero ,ma  con frequenti ondate di freddo siberiano ) e lungo (in genere inizia a nevicare a meta’ novembre e la copertura nevosa permane fino alla meta’ di marzo). La primavera e l’autunno sono eccezionalmente piovosi tanto da rendere il suolo fangoso e le strade impraticabili. In queste stagioni ha luogo quella che i russi e gli ucraini ed i russi definiscono “rasputiza” (in russo, letteralmente, “impraticabilita’ delle strade”) che paralizza gli spostamenti a causa dell’impraticabilita’ del terreno fangoso. Con la rasputiza hanno dovuto confrontarsi tutti gli eserciti che si sono avventurati da queste parti. Dall’esercito di Gengiz Khan nel medio evo fino alla Wehrmach di Hitler nel secolo scorso. E’ stato un confronto drammatico dal momento che essa e’ stata in grado di rallentare e paralizzare l’azione di questi eserciti impantanandoli prima dell’altrettanto drammatico freddo invernale di queste terre. E’ per questo che ogni tentativo di invasione contro la Russia ha ottenuto solo successi momentanei ed e’ alla fine sempre fallito. D’altronde e’ proprio in Ucraina od in prossimita’ dei suoi confini che si registrarono battaglie decisive per il destino della realta’ geopolitica russa (a cui Kiev e’ stata sempre annessa). Pensiamo alla battaglia di Poltava, nel XVIII secolo, che pose fine alle velleita’ imperiali del regno svedese oppure alle quattro battaglie di Kharkov combattute durante la seconda guerra mondiale. Battaglie epiche che segnarono, in un modo o nell’altro, il corso della guerra. Certo, la situazione sul campo di oggi sembra differente rispetto al passato in quanto la Russia appare il paese attaccante di una realta’ geopolitica (l’Ucraina, appunto) che si e’ da essa affrancata dopo il crollo dell’URSS. Ma, in verita’, dietro l’Ucraina vi e’ l’occidente che la usa come terreno per una guerra indiretta (o per procura, che dir si voglia) contro Mosca. Il deterrente nucleare russo non permette un’invasione del suo territorio come avvenuto in passato ( cio’ significherebbe la distruzione di chiunque la tentasse) e cosi’  si tenta la via della guerra indiretta. Tuttavia anche tale tipo di guerra incontrera’, per chi l’ha intrapresa tutte le problematiche che il territorio russo ha sempre presentato a qualunque invasore. Problematiche logistiche e climatiche che hanno sempre sfiancato tutti i nemici. Non si pensi, d’altronde, che gli Ucraini possano resistere a lungo all’esercito russo. A breve l’occidente dovra’ intervenire direttamente se non vuole accettare una umiliante sconfitta di Kiev. Lo’ fara’ veramente ? Difficile a dirsi, anche in virtu’ del fatto che uno scontro diretto della NATO contro la Russia aprirebbe le porte ad un possibile conflitto nucleare. Piu’ probabile che l’impero anglosassone stia puntando su un colpo di stato che possa rovesciare l’attuale establishment russo nella speranza che quello nuovo possa essere piu’ filoccidentale. La nostra opinione e’ che l’occidente stia tentando il tutto per tutto per respingere la minaccia rappresentata dall’espansionismo russo e cinese sullo scacchiere geopolitico mondiale. Non rendendosi conto, pero’, di ripiombare nell’impresa che fu di Hitler e Napoleone nonche’ dell’occidente stesso subito  dopo la rivoluzione russa (1918-1920). Ma ,evidentemente, a Washington e Londra non vi sono grandi cultori di scienze storiche.

La Russia di fronte al tentativo egemonico francese di Napoleone.

Quella francese del 1812 fu, insieme a quella tedesca del 1941, la piu’ grande ed imponente invasione di un esercito straniero sul territorio russo. Napoleone, in guerra con l’Inghilterra e padrone dell’Europa continentale fuorche’ della Russia, dopo relazioni diplomatiche molto problematiche con lo Zar che si protraessero per anni senza portare ad un reale allineamento di quest’ultimo sulle posizioni francesi, decise di risolvere la questione militarmente ed invase la Russia con una gigantesca armata ( La grande armee’) composta non solo da truppe francesi ma di tutte le nazioni europee occupate e sottomesse alla Francia. La grande armee’ era composta da circa 700.000 uomini e dotata di mezzi bellici all’avanguardia (1100 cannoni). I francesi penetrarono profondamente in territorio russo incontrando poca resistenza dal momento che  le truppe dello Zar, regolari e non, si mostrarono interessata ad attrarre l’esercito imperiale in una gigantesca trappola. L’esercito napoleonico fu logorato prima dalla rasputiza che rese gli spostamenti dell’enorme esercito estremamete difficoltosi e poi dal gelo invernale che ne paralizzo’ qualsiasi iniziativa e ne sfibro’ le fila. Tuttavia Napoleone riusci’, nel settembre del 1812 a raggiungere Mosca che pero’ fu incendiata dai russi. Il sovrano francese cerco’ di conferire con lo Zar Alessandro per ottenere un trattato di pace ma lo Zar non accolse l’invito.In quegli stessi frangenti Napoleone apprese che dall’ Ucraina truppe russe stavano muovendo verso nord per rinforzare le fila dell’esercito zarista. Capi’ dunque che i russi non intendevano arrendersi. In verita’ si erano ritirati solo per attrarre piu’ in profondita’ il nemico e per attendere l’arrivo del “generale inverno”. Ne consegui’ l’attacco dell’esercito russo ,al comando del celeberrimo generale Kutuzov, che travolse e decimo’ quel che rimaneva della grande armata napoleonica (che subi’, tra morti, feriti e prigionieri, perdite per circa 600.000 uomini). Il resto e’ storia. Gli stati vassalli dell’impero francese approfittarono della sconfitta napoleonica per ribellarsi contro Napoleone che fu deposto e rinchiuso all’isola d’Elba.

La Russia di fronte al tentativo egemonico di Hitler.

Molto simile a quella napoleonica fu l’invasione tedesca del 1941 (sempre nel contesto di un tentativo egemonico volto ad imporre l’egemonia  sul continente europeo). L’impresa questa volta si mostrava piu’ semplice grazie al grande livello di meccanizzazione e motorizzazione dell’esercito tedesco. D’altronde non avendo conosciuto sconfitte militari dal 1939 (anno di inizio della seconda guerra mondiale) ed avendo assoggettato tutta l’ Europa continentale Hitler si senti in grado di riuscire dove Napoleone aveva fallito. Inoltre la Wermacht poteva senz’altro vantare il possesso della miglior tecnologia militare al mondo nonche’ un’enorme disponibilita’ di risorse umane (all’impresa parteciparono truppe spagnole, italiane, rumene, bulgare e  volontari  provenienti da tutta Europa). L’impatto dell’invasione fu veramente devastante e nel corso dell’estate del 1941 il mondo assistette ad una delle piu’ subitanee e “fulminanti” avanzate militari di tutti i tempi. L’Unione sovietica perse circa la meta’ del proprio territorio europeo e l’intera Ucraina (dove era concentrata la maggior parte della produzione agricola ed industriale del paese). Le perdite russe furono spaventose anche in termini di perdite umane. Nella battaglia di Kiev, ad esempio, combattuta nella tarda estate del 1941 i tedeschi annientarono l’intero gruppo di armate sud sovietico facendo centinaia di migliaia di prigionieri. Tale battaglia, considerata forse la piu’ grande battaglia di accerchiamento della storia militare apri’ l’espansione tedesca verso il Caucaso e illuse Hitler di aver inferto un colpo mortale al nemico. Tuttavia, al sopraggiungere dell’autunno, l’avanzata tedesca fu paralizzitata dalla rasputiza ed il sopraggiungere dell’inverno vide addirittura un tentativo di contrattacco sovietico nell’area di Mosca che respinse i tedeschi (ai quali il gelo impediva qualsiasi tentativo di riprendere l’iniziativa) ad oltre 150 km dalla capitale russa. La paralisi dell’esercito tedesco dell’inverno 1941-1942 non impedi’ ad Hitler (convinto che la Russia avesse nel corso del 1941 esaurito il grosso delle sue riserve, umane e materiali) di riprendere l’iniziativa nella primavera del 1942 spingendosi nell’autunno di quello stesso anno fino al Caucaso e la citta’ di Stalingrado. Sappiamo tutti come fini’. L’intera sesta armata tedesca fu annientata nell’epica battaglia ed i tedeschi iniziarono ad essere respinti fino alla stessa Berlino. Il tentativo egemonico tedesco si infranse contro la durezza e l’asprezza del territorio russo.

La Russia di fronte all’invasione antibolscevica del 1918-1919.

Pochi oggi sono a conoscenza della spedizione militare occidentale che nel 1918 ebbe luogo sia nella Russia europea (ad opera di Francia, Inghilterra ed USA) sia in quella asiatica ad opera del Giappone. All’impresa parteciparono in tutto 14 nazioni (compresa l’Italia).La spedizione, ufficialmente finalizzata ad impedire che i bolscevichi prendessero il potere in Russia, di fatto rappresento’ il tentativo dell’occidente di approfittare del profondo caos in cui la Russia piombo’ nel periodo posteriore all’armistizio di Brest-Litovsk per frammentare la Russia in diverse entita’ statali sotto controllo occidentale.  Inghilterra, Francia e USA finanziarono ed armarono anche la rivolta dei nazionalisti ucraini contro Mosca ed appoggiarono perfino i generali zaristi ribelli che non avevano aderito alla rivoluzione (la cosiddetta armata bianca). Non ostante le condizione impietose dell’esercito bolscevico in quel particolare frangente storico la missione si rivelo’ un completo fallimento. Dopo due anni di infruttuosi tentativi di rovesciare il neogoverno comunista russo le truppe occidentali si ritirarano senza aver concluso alcunche’ ( i giapponesi, che ambivano ad occupare la Siberia e a farne un proprio protettorato si ritirarono definitivamente dalla Russia asiatica nel 1922). Ancora una volta l’immensita’ e l’asperita’ del territorio russo mise in crisi gli invasori che desistettero dai loro sogni di conquista e si ritirarono senza aver ottenuto nulla da un punto di vista geopolitico.

Conclusioni:

Concludendo possiamo affermare che l’odierna guerra d’Ucraina altro non e’ che una nuova campagna di Russia con delle specifiche peculiarita’ dovute al deterrente nucleare russo. L’occidente ha, in sintesi, avviato una guerra per procura con Mosca sul territorio e con la complicita’ del governo filoccidentale ucraino (ricordiamo che in questo paese nel 2014 una rivoluzione colorata ha portato al potere un governo su posizioni radicamente filoccidentali). Non inganni  Il fatto che sia stata la Russia ad attaccare formalmente l’Ucraina. Dal 2014 Washington, Londra e Bruxelles non hanno fatto altro che fomentare il nazionalismo piu’ estremo e l’odio antirusso a Kiev e l’hanno rifornita di ogni sorta di armi nonche’ di istruttori militari occidentali. A Mosca, forse, non aspettavano altro. L’Ucraina, con le sue immense risorse minerarie, fa gola anche a Putin che vuole riportarla nella sfera di influenza russa. Con le buone o con le cattive. La dinamica bellica di questo primo anno di guerra sembra ricalcare, precisamente, la storia scritta in tutte le campagne di Russia precedentemente sperimentate. I russi dapprima accusano il colpo, quindi si riorganizzano e paralizzano il nemico. Lo immobilizzano e lo macinano in una estenuante guerra di logoramento aiutati dal clima e dall’ asperita’ del proprio territorio. Finira’ come tutte le altre volte? Lo vedremo presto.

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