Il tramonto del sogno americano

Le attuali vicende geopolitiche inducono ad una seria riflessione sul ruolo che gli USA (ed il loro alleato strategico, l’Inghilterra) svolgono oggi sullo scacchiere geopolitico mondiale. Questo in conseguenza dei profondi mutamenti che nell’ultimo decennio hanno “scosso” in modo significativo l’ordine mondiale cosi come lo abbiamo conosciuto dal 1991 (anno del crollo dell’URSS) fino ai giorni nostri. In effetti appare chiaro che i rapporti di forza ( e con essi gli equilibri geopolitici) siano in fase di ridefinizione sullo scenario geopolitico globale. Cerchiamo di capirne il perche’ e di come tutto cio’ si traduca in una perdita di potere (e di influenza) di USA e Gran Bretagna su gran parte del mondo.

IL CROLLO DELL’URSS  DEL 1991, LA GLOBALIZZAZIONE E L’ESPANSIONE ECONOMICA USA NEL MONDO.

Con la dissoluzione  dell’ Unione Sovietica  ( dicembre 1991) gli Stati uniti d’America conobbero il loro apogeo geopolitico rimanendo l’unica superpotenza nel mondo. Il fortissimo ridimensionamento del ruolo geopolitico e geostrategico di Mosca negli anni ’90 decreto’ la fortissima espansione, economica e militare, del blocco occidentale che inglobo’ tutti gli stati satelliti dell’URSS dell’Europa orientale (compresa la Germania dell’est che venne annessa a quella occidentale) ed espanse la propria influenza su tutto il pianeta. Gli anni ’90 del XX secolo furono senza dubbio gli anni in cui la potenza dell’Impero anglosassone raggiunse l’apice ed il suo dominio fu pressoche’ incontrastato. Non poteva piu’ contrastarlo una Russia la cui bancarotta ( di cui gli USA furono artefici grazie alla manipolazione del prezzo del petrolio in accordo con l’Arabia saudita) minava alle fondamenta qualsiasi proiezione di potenza al di fuori dei propri confini. E non poteva ancora contrastarlo la Cina che proprio in quegli anni avviava la sua poderosa crescita economica. Proprio in quegli anni gli USA lanciarono la globalizzazione (altrimenti detta mondializzazione) ovvero quel processo di integrazione economica mondiale e sviluppo dei commerci globali volto a favorire la penetrazione economica statunitense sullo scacchiere geoeconomico mondiale. L’economia USA ne beneficio’ all’inverosimile e la potenza egemone conobbe in questo periodo una prosperita’ ed un’espansione economica senza precedenti.  Nessuno sembrava in grado di poter contenere le sue aspirazioni  e nessuno sembrava poter arrestare o contrastare la sua ascesa. Il sogno americano, geopoliticamente inteso, sembrava esser divenuto realta’.

IL TRAMONTO DEL SOGNO AMERICANO: ASCESA DELLA POTENZA CINESE  E IL “RITORNO” DELLA RUSSIA DI PUTIN.

Nel corso del primo decennio del XXI secolo, pero’, le cose iniziarono a mutare nel contesto geopolitico mondiale. Da una parte la Russia, sotto la guida di Putin, mostro’  di voler tornare presto al ruolo di grande potenza che esercito’ fino agli anni ’80 del ventesimo secolo, dall’altra la Cina fu protagonista della piu’ verticale e poderosa crescita economica ed industriale che la storia abbia mai conosciuto. Nell’arco di un ventennio, quindi, il ruolo  egemonico degli USA e’ stato messo in forte discussione non ostante tutti i suoi tentativi di giocare d’anticipo e costituire una “cintura costrittiva” di stati vassalli lungo i confini russi e cinesi (strategia nota anche come “strategia dell’anaconda” che consisteva nel creare una “linea” di stati vassalli, costellata di basi militari USA, lungo i confini di Russia e Cina volta a  “stritolare” qualsiasi tentativo di espansione di Mosca e Pechino). In questa strategia rientrarono tanto l’invasione dell’Iraq del 2003 tanto quella dell’Afghanistan del 2001.E nella stessa visione geostrategica rientrano oggi tanto la guerra in Ucraina quanto il supporto militare degli USA a Taiwan. Mosca e Pechino hanno risposto in modo trasversale aumentando da un lato la propria spesa militare e rafforzando i propri eserciti e dall’altra lanciandosi in una poderosa espansione economica in Africa, in America Latina ed in medio oriente che ha ridefinito in modo impressionante le sfere di influenza delle grandi potenze sullo scacchiere geopolitico mondiale.

IL TRAMONTO DEL SOGNO AMERICANO: PERDITA DI SFERE DI INFLUENZA IN ASIA ,AFRICA E SUD AMERICA  A CAUSA DELL’ESPANSIONE ECONOMICA E MILITARE SINORUSSA.

Nella cartina appare evidente il ridimensionamento geografico dell’influenza anglosassone sul pianeta. Se dopo il crollo dell’URSS persino la Russia subi’ “l’invasione economica” degli USA (societa’ americane ed inglesi comprarono i diritti di sfruttamento di importanti giacimenti di idrocarburi russi) ed era effettivamente sotto il giogo anglosassone oggi la situazione appare  radicalmente mutata. In effetti l’influenza USA nel mondo sembra essere relegata ormai all’Europa (dove si e’ assistito negli ultimi anni ad un certo successo dell’espansionismo anglosassone grazie anche al riuscito colpo di stato in Ucraina del 2014 che ha allineato il paese su posizioni radicalmente filoccidentali) ed ai paesi del commonwealth britannico. Per il resto si e’ assistito negli ultimi anni ad una drastica perdita di influenza su scacchieri geopolitici rilevanti come quello del medio-oriente (con la formazione di un asse sciita filorusso che ha il suo perno in Iran) ,dell’Africa ove la penetrazione economica e militare di Mosca e Pechino hanno paurosamente ridimensionato i secolari interessi inglesi e francesi nel continente e persino in America Latina (“il cortile di casa” degli USA e loro zona economica esclusiva fino alla meta’ del secolo scorso) ove oggi assistiamo ad uno schieramento corposo di paesi ( Brasile, Venezuela, Cuba, Nicaragua, Cina, Peru’ ecc.) che stabiliscono relazioni privilegiate (e spesso in funzione palesemente anticoloniale e quindi contro gli USA) con Mosca e Pechino. Il profondo ridimensionamento della sfera di influenza geopolitica e geoeconomica degli USA comportera’, inevitabilmente, un indebolimento dell’influenza geostrategica degli stessi. E’ altamente probabile che un gran numero di paesi nel prossimo futuro non permetta piu’ agli USA (anche sotto pressione di Mosca e Pechino) di ospitare basi militari sul proprio territorio. Questo ovviamente comporterebbe un forte indebolimento della capacita’ di proiezione della potenza militare USA sul mondo intero.

IL TRAMONTO DEL SOGNO AMERICANO: RUOLO DI GENDARME DEL MONDO MINACCIATO.

Tutto cio’ ha messo in serio pericolo il ruolo degli USA come gendarme del mondo e garante della “PAX AMERICANA” cosi come si era andata configurando negli ultimi trenta anni (“PAX AMERICANA” che la guerra in Ucraina ha forse cancellato per sempre decretando l’inizio di una nuova fase di instabilita’ geopolitica globale e di conflittualita’ ,militare e non, tra le grandi potenze).Certo, gli Stati uniti d’America posseggono ancora 11 flotte (con relative portaerei) ed hanno dalla loro parte la flotta inglese (ancora una delle piu’ temibili flotte militari del mondo) nonche’ la flotta militare dei paesi dell’UE. Cio’ consente ancora all’occidente l’esercizio di una effettiva talassocrazia e la capacita’ di proiettare via mare la propria potenza militare in ogni angolo del globo. Ma l’impressionante rafforzamento delle flotte militari di Mosca e Pechino negli ultimi anni costituisce una seria minaccia al perdurare della talassocrazia anglosassone. La presenza delle navi militari  russe e cinesi (nonche’ della flotta di sottomarini nucleari russi) sui mari del mondo e’ fonte di gravi preoccupazione a Washington e Londra. Il loro ruolo di gendarmi del mondo, esercitato dal 1991 in modo incontrastato, e’ oggi posto in seria discussione.

IL TRAMONTO DEL SOGNO AMERICANO: CRISI FINANZIARIA E RUOLO DEL DOLLARO.

Ma c’e’ anche un’altro aspetto, non prettamente militare, che getta ombre sull’apparato militare anglosassone. Esso e’ rappresentato dalla crisi finanziaria (ancora non palesemente emersa) in cui tanto gli USA quanto la Gran Bretagna stanno piombando. Entrambe sono le maggiori potenze finanziarie del mondo e vantano un’enorme livello di debito (pari o superiore al PIL dei due paesi, ovvero al valore di quanto e’ in questi prodotto). Gli USA in particolare, hanno conosciuto negli ultimi anni un incremento veramente mostruoso del proprio debito pubblico che ha raggiunto il 129% del PIL. D’altronde non c’e’ e non ci sara’ modo di fermare tale tendenza dal momento che il deficit della bilancia commerciale USA e’ da anni in costante aumento e la crescita economica del paese e’ sostanzialmente ferma. In una situazione economica del genere (in un paese che ha un budget militare di quasi 800 miliardi di dollari) non vi e’ modo di poter evitare una bancarotta di proporzioni inimmaginabili e con conseguenze mondiali  probabilmente molto peggiori a quelli del crack borsistico del 1929. D’altronde il mantenimento dello statu quo finanziario occidentale passa per due strade che saranno sempre piu’ difficili da percorrere in futuro. Una e’ quella del saccheggio forzato ed intensivo delle risorse delle proprie aree di influenza che rappresentano delle iniezioni di canfora con cui continuare a calciare il barattolo (ricordiamo che l’area di influenza economica anglosassone si e’ ridotta drasticamente negli ultimi 10 anni a favore di Mosca e Pechino) per un po’ di tempo. L’altra e’ quella di  pretendere che il mondo continui a finanziare il debito USA comprando titoli di stato emessi da Washington. Questo sara’ possibile se il dollaro continuera’ ad essere la valuta di riserva globale e se continuera’ ad essere nel mondo la valuta di riferimento per l’acquisto di materie prime (facendo quindi in modo che i risparmi dei grandi paesi esportatori  di materie prime e di quelli che vantano un grande surplus della propri bilancia commerciale possano essere quasi “automaticamente” investiti in titoli del tesoro USA finanziando de facto il governo e la macchina bellica statunitense). Sappiamo pero’ che Cina e Russia, i principali rivali geopolitici di Washington e Londra, stanno lavorando attivamente per cambiare questo stato di cose. Stanno in sintesi cercando di favorire l’uso delle proprie valute nazionali nella transazioni con i propri partner commerciali. Concettualizzando possiamo dire che essi stiano favorendo il disimpegno finanziario dei principali creditori dell’egemone anglosassone che non permetterebbe a quest’ultimo di mantenersi in vita “con i soldi degli altri”. In sintesi possiamo dire che e’ in corso una guerra finanziaria parallela a quella propriamente militare. Il suo obiettivo e’, nell’ottica russa e cinese, quello di tagliare i vivere all’impero anglosassone e portarlo alla bancarotta ed alla rovina finanziaria. Nell’ottica anglosassone invece la guerra ha lo scopo di mantenere lo statu quo finanziario esistente concepito dagli anglosassoni a loro esclusivo vantaggio. C’e’ da dire che anche fattori geoeconomi specifici stanno lavorando contro Washington in questo senso. La rivoluzione del fracking (ovvero dell’estrazione di idrocarburi con la tecnica della fratturazione idraulica) in Nordamerica, ad esempio, se da una parte ha permesso agli USA di ottenere l’autosufficienza energetica dall’altra sta allontanando uno storico alleato ( e creditore ) degli USA dall’orbita del dollaro e lo sta spingendo ad accordi commerciali con la Cina che escludono l’uso della valuta statunitense.

IL SOGNO AMERICANO DI FRONTE ALL’ATTUALE TRAPPOLA DI TUCIDIDE.

Tutto cio’ ci permette di delineare i contorni di una vera trappola di Tucidide in cui delle potenze emergenti stanno attivamente sfidando la potenza egemone. E’ una sfida a tutto campo e senza esclusione di colpi ( e solo il deterrente nucleare evita, almeno per il momento, una guerra totale e mondiale come lo sono state la prima e la seconda guerra mondiale). Di fronte a tali circostanze l’impero anglosassone sembra l’ombra di se stesso. Il sogno americano, geopoliticamente inteso, un malinconico, lontano ricordo.

 

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