Il dilemma geopolitico europeo, Ovest od est ?

IL DILEMMA GEOPOLITICO EUROPEO: DOVE ANDRA’ IL VECCHIO CONTINENTE ?

E’ forse la “questione geopolitica” del secolo. E da essa dipendera’ il destino dell’occidente geopoliticamente inteso. La Germania (e l’intera Europa insieme ad essa) rimarra’ nel blocco occidentale e nella NATO oppure voltera’ le spalle ai suoi vecchi alleati per rivolgersi al blocco euroasiatico ? La questione e’ veramente fondamentale per comprendere gli sviluppi geopolitici del mondo che verra’. Ma cerchiamo di capirne il perche’.

Europa piu’ grande mercato del mondo.

Non ostante l’espansione dei piu’ dinamici mercati orientali (sospinti dalla leva demografica e da una crescita forsennata del PIL negli ultimi anni) quello europeo, con i suoi 520.000.000 di consumatori ad alto reddito, rimane il mercato piu’ grande ed allettante del mondo. Non e’ un caso che il vecchio continente sia diventato oggi terreno di scontro fra i principali attori geopolitici mondiali. Da una parte Russia (da cui l’Europa e’ stata sempre  fortemente dipendente per quanto riguarda gli approvvigionamenti di materie prime) e Cina. Dall’altra gli USA e la Gran Bretagna che la vincolano con un’alleanza militare, la NATO, e con accordi economici e commerciali che la legano all’orbita geopolitica anglosassone. L’economia europea si e’ diversificata moltissimo negli ultimi anni ed e’ potuta crescere grazie ad un fortissimo incremento del suo export verso l’immenso mercato cinese. La Germania in special modo ,da sempre grande potenza commerciale che ha nell’export e nel surplus della bilancia commerciale il proprio punto di forza, ha incrementato talmente tanto l’export verso la Cina da diventarne il primo partner commerciale europeo. La visione geoeconomica tedesca si e’ rivelata vincente negli ultimi anni grazie appunto al proprio “posizionamento” sui mercati asiatici che sono (e saranno nel prossimo futuro)  i piu’ dinamici nel contesto geoeconomico mondiale. In effetti l’Europa, avendo ormai da anni in saturazione il proprio mercato interno, ha estrema necessita’ di riversare i propri prodotti industriali su nuovi mercati. La dipendenza della crescita europea dai mercati asiatici, palesatasi negli ultimi anni, sta mettendo pero’ in allarme Washington e Londra. Le quali, cosi come hanno ottenuto una netta rottura dei rapporti economici fra Mosca e Bruxelles  grazie alla guerra in Ucraina ora puntano a recidere (o ridimensionare fortemente ) i legami tra Bruxelles e Pechino. La questione e’ di vitale importanza per l’establishment anglosassone. Se la dipendenza dell’economia europea da quella cinese continuera’ a crescere nei prossimi anni e’ probabile che l’Europa decida di abbracciare l’oriente ed abbandonare l’occidente. Il che avrebbe enormi conseguenze sullo scacchiere geopolitico mondiale. E determinerebbe un forte ridimensionamento dell’impero anglosassone.

Europa potenza industriale.

Non ostante le recenti vicende geopolitiche nell’Europa dell’est (invasione russa dell’Ucraina e conseguente scontro USA/NATO) pongano seri interrogativi sullo sviluppo e sulla competitivita’ del sistema industriale europeo nel prossimo futuro e’ innegabile che essa sia, ad oggi, uno dei principali poli industriali del mondo. Nelle industrie europee si producono prodotti di ogni tipo ed appaiono particolarmente sviluppati i settori ad alta tecnologia come l’industria elettronica, l’industria automobilistica e l’industria aeronautica, solo per citarne alcuni. L’intera Europa (compresa la Gran Bretagna) pesa per circa il 17% del commercio mondiale. L’economia del vecchio continente appare pero’ da anni in stagnazione con un mercato interno incapace di assorbirne interamente la produzione industriale. La crescita del sistema produttivo-industriale europeo appare oggi minacciata dalla difficolta’ (in special modo dopo lo scoppio della guerra in Ucraina) di reperire materie prime a buon mercato e dall’altra dalla sempre maggiore competitivita’ dell’industria estera anche in settori ad alta specializzazione e tecnologia. Il posizionamento sull’enorme mercato cinese (soprattutto da parte dell’industria tedesca che puo’ vantare un export di merci verso la Cina per un valore di cira 95 miliardi di dollari) ha negli ultimi anni ovviato alle criticita’ del mercato interno in saturazione ed ha consentito uno slancio economico veramente notevole. Rimane il fatto che il futuro non appare semplice per l’economia europea dal momento che l’aumento del costo delle materie prime (palesatosi in tutta la sua drammaticita’ dopo l’invasione russa dell’Ucraina) renderanno i suoi prodotti finiti molto piu’ costosi di prima ( e quindi meno competitivi sui mercati mondiali). Questo rendera’ veramente difficile per l’industria europea posizionarsi sui mercati del futuro (penso a quelli della regione indiana in primis) a causa di costi troppo alti dei propri prodotti (nel vecchio continente il costo del lavoro e’, tra l’altro, molto piu’ alto che nei paesi in via di sviluppo).

Europa mercato di sbocco dei prodotti USA, Cina e Russia.

Per la dimensione della sua industria e del suo mercato interno l’Europa e’ uno dei motori economici del mondo. Essa e’ da una parte sede di una delle piu’ avanzate industrie di trasformazione del mondo, dall’altra e’ un enorme mercato (con consumatori ad alto reddito) su cui si riversano incessantemente merci di ogni sorta. Rappresenta quindi un mercato di sbocco fondamentale per i prodotti delle altre grandi potenze industriali mondiali (USA, Cina, Giappone) e per i produttori di materie prime (Russia, paesi del golfo persico, paesi africani).E’ per questo motivo che la Cina ha investito enormi risorse finanziarie per acquistare, in tutto o in parte, i principali porti container del vecchio continente (Rotterdam, Il Pireo, Le Havre) e garantire un attracco sicuro alle navi cinesi che trasportano merci in Europa. Per lo stesso motivo la Russia ha sfruttato fino all’ultimo (ovvero fino al 2022, anno dell’invasione russa dell’Ucraina che ha comportato una cesura delle relazioni commerciali con Bruxelles) il proprio “potere contrattuale” nei confronti dell’Europa ,in quanto fornitore privilegiato di materie a basso costo per l’industria del vecchio continente, per espandere al massimo la sua influenza sullo stesso. Per Washington e Londra ,infine, essa rappresenta non solo un’enorme mercato di sbocco privilegiato per la propria produzione industriale (ed agricola) ma anche una base territoriale (l’Europa e’ disseminata, in lungo ed in largo, di basi militari USA ) da cui proiettare il proprio potere su aree strategiche (si pensi al medio oriente con le sue enormi risorse di idrocarburi) del continente asiatico ( ove l’influenza anglosassone si e’ notevolmente ridotta nel corso degli ultimi dieci anni a causa dell’ aggressivita’ economica e militare di Mosca e Pechino che hanno mostrato di non gradire l’espansione economica e militare degli USA  nelle proprie zone di influenza). Da tutto cio’ si evince come il vecchio continente, geopoliticamente inteso, rappresenti ancora, non ostante il suo evidente declino economico ed industriale, il cuore pulsante del mondo. Ed e’ per questo che e’ in atto una guerra fra i principali attori geopolitici del mondo per prenderne il controllo. Controllo che , a conti fatti, conferira’ al vincitore, per i motivi suddetti, una supremazia di carattere geopolitico, geoeconomico e geostrategico.

L’Europa nella visione geopolitica e geostrategica anglosassone.

Il mantenimento dell’occupazione militare dell’Europa da parte delle truppe USA e britanniche rimane la migliore garanzia per gli anglosassoni che il vecchio continente rimanga nella propria zona di influenza. D’altronde esso oltre a rappresentare un enorme mercato di sbocco per i prodotti inglesi e statunitensi rappresenta anche un’arma contro chiunque osi sfidare il potere anglosassone. Basti pensare a quanto successo nel corso del 2022 in occasione della guerra tra Russia ed Ucraina. Gli USA hanno semplicemente imposto a Bruxelles di recidere ogni attivita’ economica con Mosca al fine di bloccare qualsiasi esportazione russa verso l’unione europea e generare quindi un dissesto nelle finanze russe ( a causa della forte dipendenza dell’economia russa dall’export  di materie prime ,diretto in massima parte verso l’Europa ). Gli USA hanno fatto leva quindi sul fortissimo potere contrattuale del vecchio continente per portare Mosca alla bancarotta (essendo gia’ fallito il tentativo di portare al default la Russia grazie alla manipolazione ed al crollo conseguente del prezzo del petrolio di qualche anno fa).E quello che e’ stato fatto nei confronti della Russia potrebbe essere fatto contro altri attori del palcoscenico geopolitico internazionale (La Cina per esempio) per i quali sarebbe problematico trovare mercati di sbocco alternativi per i propri prodotti . Essa rappresenta nella visione geostrategica anglosassone , inoltre, un trampolino verso il continente asiatico che sara’, tra qualche decennio, il cuore pulsante dell’economia del pianeta. L’Europa come avamposto militare anglosassone in Eurasia per contenere da una parte l’espansione del nuovo asse sinorusso e dall’altra per proiettarsi ,all’evenienza, negli scacchieri geopolitici adiacenti in caso di necessita’ (si pensi al medio oriente ed alle monarchie del golfo a cui Washington fornisce attivamente protezione militare).

L’Europa nella visione geopolitica e geostrategica sinorussa.

Gli interessi e gli obiettivi geopolitici e geostrategici cinesi e russi in Europa sono diametralmente opposti a quelli anglosassoni. Da anni Mosca e Pechino stanno esercitando la loro influenza economica sul vecchio continente (la Russia come fornitore strategico di materie prime a basso costo e la Cina come fornitore di merci a basso costo e mercato di sbocco per l’immensa produzione industriale europea) al fine di svincolarlo dal controllo anglosassone. Tutto cio’ e’ apparso evidente anche nelle fasi diplomatiche che hanno preceduto l’invasione russa dell’Ucraina. La partita e’ ancora in corso anche se per il momento l’establishment europeo ha mostrato fedelta’ ai suoi vecchi alleati. Certo e’ che gli interessi tra le due sponde dell’oceano appaiono ormai non piu’ totalmente convergenti. Anzi ,su molti dossier essi appaiono del tutto divergenti. Basti pensare agli approvvigionamenti energetici europei che ,a causa del blocco di import di gas, petrolio e carbone dalla Russia, risulteranno piu’ difficili ed estremamente piu’ costosi ( anche le forniture di gas dagli USA risulteranno essere molto piu’ costose di quelle russe ) compromettendo la competitivita’  dell’output industriale europeo nello scacchiere geoeconomico mondiale. Proprio su tali divergenze stanno lavorando Mosca e Pechino per le quali un’Europa libera dal dominio anglosassone significherebbe controllare quello che e’ ancora il piu’ grande mercato di sbocco del mondo e respingere gli USA sul continente americano privandoli della loro principale base territoriale sul continente euroasiatico ( con relative basi militari) e renderebbe quasi impossibile la proiezione di potenza USA nel cuore dell’Eurasia.

 

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