Hitler e l’operazione Barbarossa. L’errore geostrategico che segno’ il destino del nazionalsocialismo

Una questione ancora oggi molto dibattuta (dal momento che fu pregna di conseguenze geopolitiche epocali) e’ il perche’ Hitler abbia deciso, nel lontano giugno del 1941, l’invasione dell’Unione Sovietica, tradendo in questo modo gli accordi presi con la leadership russa in occasione del patto Molotov-Ribbentrop del 1939. E decretando, allo stesso tempo, la fine del nazionalsocialismo nonche’, de facto, la “finis Germaniae” come realta’ geopolitica autonoma ed indipendente nel contesto geopolitico mondiale. La questione non e’ mai stata chiarita del tutto. Tantomeno dalla  storiografia tradizionale la cui faziosita’ ha dato vita, nella grande maggioranza dei casi, ad interpretazioni quantomeno discutibili. Lo scopo di questo articolo, dal profilo profondamente storico, e’ proprio quello di delineare i perche’ di tale evento storico nonche’ le cause e le conseguenze che tale impresa ebbe non solo per la Germania e per l’URSS (che la vissero “in prima persona”) ma anche per il contesto geopolitico europeo e mondiale. Ed il perche’ l’impero anglosassone decise di eliminare un attore geopolitico rilevante dell’Europa continentale su cui aveva molto investito in qualita’ di “contrappeso” al ruolo dell’Unione sovietica nell’Europa orientale ( contravvenendo alla dottrina geopolitica “dei pesi e contrappesi” per la quale l’attore geopolitico che, di volta in volta, tentava di dominare il continente europeo doveva essere sconfitto e ridimensionato ma non eliminato e distrutto completamente cosi da favorire un nuovo tentativo egemonico di un’altra potenza continentale). Proveremo a  spiegarlo in modo esauriente nelle righe seguenti.

L’ASSETTO GEOPOLITICO SUCCESSIVO ALLA PRIMA GUERRA MONDIALE E LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE IN RUSSIA.

La prima guerra mondiale vide il fallimento del primo tentativo egemonico tedesco. La Germania di Guglielmo II, dopo esser divenuta la prima economia europea in termini di PIL e dopo l’espansione coloniale che prese forma nell’ultimo ventennio del XIX secolo, si senti’ in grado di lanciare la sfida per il potere mondiale contro l’impero anglosassone che ,come da tradizione, formo’ una coalizione molto ampia al fine di contrastare le pretese egemoniche tedesche ed il ruolo che la neonata flotta militare tedesca pretendeva di esercitare sui mari del mondo ( contrastando la talassocrazia inglese). Il ruolo dello scontro anglotedesco fu di gran lunga il piu’ importante all’interno del collage di motivazioni e pretese geopolitiche che concorsero allo scoppio delle ostilita’ ed alla formazione delle alleanze che presero forma ( la rivalita’ francotedesca per l’annessione dell’Alsazia-Lorena da parte di Bismark, lo scontro tra Austria e Russia per il controllo dei Balcani e quelle tra Russia ed impero ottomano nella stessa regione anche per il controllo del Bosforo). Lo scopo dell’Inghilterra fu quello di “riportare all’ordine” la neonata superpotenza tedesca in modo che non potesse minacciare l’assetto geopolitico allora esistente. Le cose non andarono proprio come pianificato “ab origine” dal momento che in Europa orientale maturo’ il fenomeno della rivoluzione comunista bolscevica che, oltre a portare un regime comunista in Russia, di fatto, porto’ quest’ultima fuori dal conflitto permettendo una rapida occupazione dell’Ucraina e di altri vasti territori della Russia sovietica da parte dei tedeschi nel corso del 1918. Il crollo russo non basto’ all’impero tedesco per conseguire la vittoria. Anzi, con l’occupazione dei territori russi nell’Europa orientale l’esercito’ tedesco si sbilancio’ sempre piu’ ad est proprio nel momento in cui le truppe statunitensi cominciarono a sbarcare in modo massiccio sul continente europeo ( in appoggio a quelle anglofrancesi). Il resto e’ storia. L’assetto geopolitico europeo che maturo’ dopo la prima guerra mondiale vide un’aperta ostilita’ dell’occidente nei confronti dell’Unione sovietica ( USA, Francia, Inghilterra e Giappone tentarono addirittura un’invasione congiunta del territorio sovietico nel 1919-21 per approfittare del caos conseguente alla rivoluzione ed occupare il territorio russo) il cui modello economico comunista era visto come del tutto incompatibile con quello capitalistico  occidentale. La Germania venne ridimensionata territorialmente e sottoposta a parziale occupazione militare volta a controllare le aree industriali e minerarie del paese ( Ruhr e Saar) a garanzia di enormi risarcimenti di guerra che Parigini e Londra avevano preteso a Versailles. La Germania, nella visione geopolitica anglosassone, doveva avere un ruolo di baluardo contro gli sviluppi “socialisti” che andavano prendendo forma in Europa orientale e che avrebbero potuto minacciare gli assetti sociali e geopolitici degli stati capitalistici. Fu per questo che, dopo lo scoppio della bolla finanziaria del 1929 e la situazione di depressione economica che ne consegui’, il capitale anglosassone vide di buon grado l’ascesa del partito nazionalsocialista tedesco in Germania e lo favori’ attivamente ( finanziandolo in modo massiccio). Allo stesso modo di come un decennio prima aveva favorito l’ascesa del fascismo in Italia proprio in funzione antisocialista ed anticomunista. Ovviamente i magnati inglesi e statunitensi non potevano prevedere che ,una volta insidiatosi, il regime nazionalsocialista non avrebbe avuto nessuna intenzione di svolgere un mero ruolo strumentale all’interno di un mondo a guida anglosassone. Gia’ nel 1936-1937 fu chiaro che Hitler, proprio come Guglielmo II nel primo conflitto mondiale, aveva delle pretese egemoniche che trascendevano gli assetti geopolitici del tempo ed allo stesso tempo confliggevano con gli stessi in modo irriducibile. Il che avrebbe portato direttamente ad un secondo conflitto mondiale. Ovvero ad un secondo tentativo egemonico tedesco. Nel mentre, nella neonata Unione Sovietica andava prendendo forma il rafforzamento dello stato comunista che impose la collettivizzazione forzata della produzione agricola ed industriale nonche’ un deciso sviluppo economico grazie anche all’enorme espansione dell’industria pesante sovietica. Nella meta’ degli anni ’30, nella regione degli Urali, fu completata la Uralvagonzavod. In origine una fabbrica di trattori e vagoni ferroviari, divenne, nel corso della seconda guerra mondiale, la piu’ grande fabbrica di carri armati del mondo ( in grado di produrre oltre 1000 T34 al mese) ed ebbe un ruolo centrale nella sconfitta della armate tedesche che invasero l’URSS nel 1941. Il mondo intero ( e lo stesso Hitler) ignorava l’esistenza di questo stabilimento ( che era al di fuori della portata dell’aviazione nemica) che risulto’ essenziale per lo sforzo bellico sovietico e per la vittoria finale degli alleati nella seconda guerra mondiale.  Ma non fu l’Uralvagonzavod ad avvicinare diplomaticamente la Germania nazionalsocialista e l’Unione Sovietica alla fine degli anni ’30. Fu una questione di opportunismo geopolitico e non solo. La Germania voleva evitare l’incubo di una guerra su due fronti in caso di ostilita’ con Francia ed Inghilterra mentre a Mosca un accordo con Berlino serviva per rompere l’isolamento internazionale ( che di fatto durava dal 1917) e per far in modo di consolidare ulteriormente il regime comunista in URSS  e di rafforzarne ulteriormente il potenziale industriale sovietico. Fu cosi che si arrivo’ al patto Molotov-Ribbentrop nel 1939. Il quale rappresento’ un vero capolavoro diplomatico del regime nazionalsocialista ed un vero smacco per l’impero anglosassone. Che si trovo’ di fronte ad un’alleanza tra il potenziale industriale tedesco e l’immenso potenziale minerario russo. Ovvero ad un’alleanza in grado di sovvertire l’ordine mondiale a guida anglosassone in modo deciso e risoluto e, di fronte alla quale, ne’ Washington ne Londra avrebbero potuto mettere in campo soluzioni efficaci. Il patto di non aggressione fra URSS e Germania fu visto a Londra come un vero e proprio “incubo geopolitico” e se Hitler non l’avesse “sciolto” arbitrariamente con l’invasione dell’Unione Sovietica nel 1941 l’impero anglosassone si sarebbe trovato di fronte ad un’alleanza contro cui avrebbe potuto fare ben poco. Fu un regalo inestimabile che il Fuhrer tedesco fece alla Gran Bretagna ( condannando allo stesso tempo la propria nazione alla sconfitta nello scontro globale con Washington e Londra). Una mossa geopoliticamente quasi inconcepibile anche considerando il peso economico della Germania nel mondo ( equivalente a circa il 10% della ricchezza mondiale prima dello scoppio delle ostilita’ e a poco piu’ del 15% dopo la conquista dell’Europa continentale) e all’enorme sforzo economico che una guerra contro l’URSS avrebbe richiesto ( rimanendo in conflitto, allo stesso tempo,   anche contro l’impero inglese). L’invasione dell’URSS da parte della Germania rimane un vero e proprio enigma geopolitico. Una mossa voluta da Hitler in persona e che aveva a che fare con convinzioni personali dello statista tedesco. Che, se non prescindono propriamente dalla geopolitica, risultano quantomeno discutibili a livello di analisi dei rapporti di forza esistenti. Per quanto potente ed apparentemente invincibile la Wermacht non aveva risorse sufficienti per combattere una guerra con la piu’ grande ( ed impervia) nazione del mondo (l’URSS), la piu’ grande potenza industriale ed economica del globo ( gli USA) ed il piu’ grande impero del mondo ( l’impero inglese, con un’estensione di ca 33.000.000 di kmq). Questi sono dati oggettivi che avrebbero dovuto essere presi in considerazione dall’establishment tedesco ma , evidentemente, i successi militari ottenuti dal 1939 al 1941 inebriarono la leadership nazionalsocialista al punto da perdere completamente il contatto con la realta’. 

LE VERE MOTIVAZIONI DELL’OPERAZIONE BARBAROSSA.

Joachin Von Ribbentrop incontrando l’ambasciatore russo che stava abbandonando Berlino subito dopo la dichiarazione di guerra tedesca ebbe a dire:” Dica a Mosca che io sono fermamente contrario a questa iniziativa, questa guerra sara’ un disastro per la Germania, ho cercato in tutti i modi  di convincere Hitler a non avventurarsi in questa impresa ma non ha voluto darmi retta”. Non sappiamo fino a che punto queste parole del ministro degli esteri tedesco fossero sincere ma  rivelano quanto all’interno dell’establishment tedesco vi fossero visioni differenti rispetto all’operazione Barbarossa. Stalin stesso, nonostante ripetute informazioni di intelligence, si era rifiutato di credere, fino all’ultimo, che la Germania fosse sul punto di attaccare l’Unione Sovietica. L’analisi geopolitica dei tempi imponeva ad Hitler di mantenere in vita il patto, almeno fin quando fosse giunta la pace con la Gran Bretagna. Ma all’orizzonte non si palesava nessuna prospettiva del genere ed anche la rocambolesca avventura di Rudolf Hess (che volo’ in Inghilterra nella primavera del 1941 per intavolare trattative segrete con l’establishment anglosassone al fine di ottenere la  fine delle ostilita’ con Londra e di trovare un supporto alla gia’ decisa operazione barbarossa) si concluse con un nulla di fatto. La missione rese note alla leadership politica anglosassone le reali intenzioni geopolitiche di Hitler e l’enorme trappola in cui il leader tedesco stava per infilarsi. Gli inglesi informarono ripetutamente Mosca delle intenzioni di Hitler ma Stalin non diede peso neanche a questi avvertimenti, convinto che Hitler non avrebbe mai azzardato un’impresa del genere ( dal momento che avrebbe rappresentato  un vero e proprio ” suicidio geopolitico”) . Il leader sovietico non considerava che Hitler  era mosso piu’ dal “sentimento” che non dall’analisi geopolitica propriamente detta  e che non avrebbe esitato a realizzare quanto dichiarato nel Mein Kampf anni addietro. Non che l’impresa della campagna di Russia non avesse una specifica finalita’ geopolitica. La aveva e come! Dal momento che mirava ad impossessarsi dell’enorme potenziale di risorse dello spazio sovietico per metterlo sotto il diretto controllo ( ed a disposizione) dell’industria tedesca. Il che avrebbe reso la Germania una vera e propria superpotenza mondiale contro cui neanche l’impero anglosassone avrebbe potuto fare molto. Il punto e’  che, pero’, la Germania non disponeva di risorse sufficienti, umane e materiali, per vincere uno scontro del genere. Possibile che Hitler non se ne sia reso conto ? Probabilmente no. Cerco’ di attuare la geopolitica dello “spazio vitale” a tutti i costi senza rendersi conto che, nella modalita’ con cui la perseguiva, essa rappresentava niente piu’ di una mera utopia. Ribbentrop in piu’ occasioni propose al leader tedesco di rimanere fedeli al patto russo-tedesco del 1939 e di avviare una spartizione del mondo con l’Unione Sovietica. Ma Hitler respinse sempre la visione geopolitica e geostrategica del ministro degli esteri tedesco, rimanendo fedele alla necessita’ di uno “spazio vitale” per la nazione tedesca che identificava con il territorio sovietico. Il problema e’ che il Fuhrer, come amava dire egli stesso, non era propriamente un politico, ma “un artista prestato alla politica”. La sua visione geopolitica e geostrategica era quella gia’ palesata negli anni di detenzione nella fortezza di Landsberg, in conseguenza del putsch di Monaco. E, per quanto motivata geopoliticamente, non comprendeva una corretta analisi delle reale forza economica della Germania, molto inferiore a quella di tutti gli avversari geopolitici messi assieme. Era ovvio che tale “deficienza” avrebbe comportato l’insuccesso di uno scontro per il potere mondiale contro tutte le maggiori potenze dell’epoca e l’aver dato vita a questa iniziativa (l’operazione barbarossa) fu il piu’ grande regalo che lo statista tedesco potesse fare al suo  acerrimo rivale geopolitico: La Gran Bretagna. E, ad oggi, rimane un mistero come Hitler pote’ concepire una simile assurdita’ geostrategica. Talmente grande da consentire la distruzione della nazione tedesca ed il suo assoggettamento alle volonta’ geopolitiche delle potenze occupanti.

LO SMEMBRAMENTO DELLA GERMANIA E LA FINE DEL NAZIONALSOCIALISMO.

Contrariamente a quanto comunemente si crede le sorti della seconda guerra mondiale non furono decise dai rovesci militari tedeschi dal 1943 in poi ( a partire dalla battaglia di Stalingrado). O meglio, le sorti del conflitto non erano scontate a partire da quegli eventi. Questo perche’ la ricerca scientifica in Germania aveva raggiunto dei livelli d’avanguardia che mise Berlino nella condizioni di produrre dei gioielli tecnologici nell’ambito dell’industria bellica. Cio’ non vale solo per la missilistica ( grazie alla realizzazione dei primi missili balistici contro cui le armi dell’epoca nulla potevano) ma anche per quanto riguarda l’aeronautica ( con la realizzazione dei primi aerei a reazione della storia) e la marina militare ( con la progettazione e la realizzazione di una flotta di sottomarini ad immersione continua che avrebbe rilanciato l’assalto alle flotte USA e britannica ed ai collegamenti marittimi fra le due sponde dell’atlantico). Fu una guerra spietata fino alla fine .E fu per questo che la guerra contro il nazionalsocialismo fu condotta fino alla totale sconfitta della Germania e con relative enormi concessioni all’URSS nell’Europa orientale ( contravvenendo quindi alla tradizionale politica dei “pesi e dei contrappesi” che aveva caratterizzato la geopolitica inglese dal XVI secolo in poi). Il know how tecnologico tedesco rappresentava una minaccia troppo grande per l’impero anglosassone ed il fatto che Berlino fosse molto avanti in settori chiave come la missilistica ( da cui poi prenderanno vita i programmi spaziali degli USA e dell’URSS) la dice lunga sulla minaccia mortale che avrebbe rappresentato la “sopravvivenza” del nazionalsocialismo in Germania. Inoltre da parte dell’elite anglosassone c’era un disperato bisogno di impadronirsi dei risultati della ricerca scientifica tedesca ( cosa che avrebbe permesso un vantaggio tecnologico su tutti i futuri rivali geopolitici) e a questo scopo si doveva necessariamente occupare militarmente il suolo tedesco. Fu questo il motivo per il quale la Germania ( ed il nazionalsocialismo) non poteva essere mantenuta in vita come realta’ geopolitica autonoma. E fu per questo che si lascio’ tutta l’Europa orientale ( compresa una buona porzione della nazione tedesca) nelle mani di Mosca. Fu il prezzo che l’impero anglosassone dovette pagare per piegare ,in modo  totale e definitivo, quel mostro politico che aveva contribuito a creare ma che non aveva potuto dirigere e governare ( in base ai propri interessi).

 

 

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