Geopolitica oggi: Lo scenario geopolitico mondiale ed i cattivi presagi della guerra mondiale in corso

GEOPOLITICA OGGI:  SVILUPPI BELLICI IN EUROPA ORIENTALE E LO SCENARIO GEOPOLITICO MONDIALE

Probabilmente non e’ ancora chiaro a tutti il percorso che il conflitto mondiale in corso sta imboccando. In nostri precedenti articoli abbiamo cercato di mettere in risalto la natura e le modalita’ di una guerra mondiale che per intensita’ e “proporzioni” non ha nulla da invidiare alle due guerre mondiali del XX secolo. Allo stesso modo abbiamo avuto modo di evidenziare le cause del  conflitto nonche’ le possibili conseguenze dello stesso. E siamo addivenuti a conclusioni terribili. Dal momento che non vediamo possibilita’ di risoluzione dello stesso se non manu militari. Troppo grandi infatti gli interessi in ballo. L’occidente non vuol perdere i suoi privilegi ed il suo benessere economico ( derivanti da un sistema economico- quello stabilito a Bretton Woods nel 1944- concepito a suo esclusivo vantaggio) ed il potere mondiale che da questi derivano. L’oriente vuole irrompere definitivamente sulla scena mondiale ed imporsi come nuovo player geopolitico mondiale ( al posto dell’impero anglosassone) e come guida per tutte quelle realta’ geopolitiche afflitte da secoli di sfruttamento “intensivo” da parte delle nazioni occidentali. Per questo riteniamo che la guerra in corso continuera’ e si intensifichera’ fino al completo ridimensionamento di uno dei due antagonisti. Quello in corso non e’ un confronto per una singola regione o per un contesto geografico in particolare. E’ una guerra globale per il controllo delle risorse a livello planetario e per il potere mondiale. Questa e’ una premessa fondamentale da cui non puo’ ( e non deve) prescindere qualunque analisi geopolitica di spessore. La guerra in Ucraina e’ solo un tassello di un mosaico molto piu’ ampio. E, piu’ che altro, il luogo del confronto geostrategico tra il complesso industrial militare della NATO  e quello russo. Forza contro forza. Potere militare contro potere militare. Questi sono i termini della questione. Al di la della propaganda e delle fabulae stile “lupus et agnus” propinateci ogni giorno dall’informazione mainstream.

GEOPOLITICA OGGI: PERCHE’ LA GUERRA UCRAINA NON PUO’ FINIRE SE NON CON LA COMPLETA SCONFITTA DI UNO DEI DUE ANTAGONISTI.

Come abbiamo gia’ avuto modo di evidenziare il fine della guerra e’ quello di separare, economicamente e geopoliticamente, la Russia dall’Europa al fine di impedire che quest’ultima possa dar vita ad un indirizzo geopolitico autonomo che la ponga al di fuori della sfera di influenza anglosassone. Il controllo dell’Ucraina ha anche la finalita’ di garantire a Bruxelles lo sfruttamento di materie prime indispensabili per la propria industria di trasformazione nonche’  di garantire la disponibilita’ del potenziale agricolo del paese ( al fine di avere influenza sui bisogni alimentari di una buona parte delle nazioni africane e del sud del mondo). Per Washington e Londra perdere l’Ucraina significherebbe perdere risorse economiche e minerarie “chiave”. E significherebbe perdere influenza tanto nel sud del mondo ( che sarebbe quasi interamente dipendente da Mosca per le proprie importazioni di materie prime agricole)  quanto sulla stessa Europa che si troverebbe costretta a riallacciare relazioni economiche con Mosca e Pechino. Le quali stanno facendo attivamente “terra bruciata” intorno alla catena di approvvigionamento mineraria del vecchio continente. Lo dimostra il recentissimo golpe in Gabon ( che segue  quello ,anch’esso molto recente, del Niger). Le ricadute economiche di tali sviluppi geopolitici nel continente nero impatteranno a breve sullo scenario economico dell’occidente  allorche’ saranno indisponibili le risorse minerarie “a buon mercato” dei paesi africani ribelli. Tutto cio’ non solo gettera’ altra benzina sul fuoco dell’inflazione ma rendera’ ancora piu’ cari ( e poco competitivi) i prodotti finiti dell’industria europea sui mercati mondiali con ovvie conseguenze sulla crescita economica del vecchio continente. Non so se e’ chiaro. L’occidente si avvia ad un declino economico senza precedenti che , per forza di cose, impattera’ sul proprio ruolo geopolitico. Tutto cio’, assieme alla dedollarizzazione favorita attivamente dagli establishments russi e cinesi, sara’ un mix letale per quel che rimane del potere economico dell’occidente nel mondo. 

GEOPOLITICA OGGI: IL CONFRONTO GEOSTRATEGICO IN UCRAINA: ANALISI E PROSPETTIVE.

Il confronto in Ucraina nasce in conseguenza dell’analisi sopra espressa. E’ il disperato tentativo dell’occidente di opporsi all’inesorabile corso della storia. Esso e’ stato accuratamente e freneticamente preparato dall’occidente con lo scopo di ripetere uno “scenario afghano” fatale alle finanze russe. E’ dal 2014 che la NATO ha , de facto, preparato l’esercito ucraino a tattiche elaborate di guerriglia in vista di un confronto diretto con l’esercito russo. Tali pratiche , notoriamente micidiali, hanno dato i loro frutti nella prima fase della guerra russo-ucraina lasciando il segno nella fila dell’esercito russo. Ma non appena a Mosca hanno compreso la preparazione ( ed il livello di infiltrazione dei reparti NATO nell’esercito di Kiev) c’e’ stato un pronto adattamento alle circostanze ed un riposizionamento strategico su posizioni difensive che hanno invertito il ruolo delle parti ed imposto a Washington e Londra di condurre una guerra di attacco anziche’ di difesa con tutte le inevitabili conseguenze in termini di perdite umane e materiali. Lo dimostra la cosiddetta controffensiva in corso. Che ha fagocitato le ultime risorse dell’Ucraina e che impone alla NATO un impegno sempre piu’ diretto e dispendioso e con esiti praticamente certi di sconfitta militare. La trappola preparata per Mosca nel confronto geostrategico del secolo si e’ trasformata in una trappola mortale costruita da Mosca e Pechino per intrappolare ed affossare nelle sabbie mobili “la grande armee” occidentale. Certo. Stanno arrivando gli Abrahams e gli F-16. Ma serviranno solo ,forse, a convincere gli ultimi creduloni dell’invincibilita’ militare ed economica dell’impero anglosassone. Ed ad impegnare totalmente quest’ultimo nel confronto ( senza esito) con Mosca lasciando libera Pechino di annichilire Taipei nel prossimo confronto militare con l’isola ribelle. Allo stesso tempo si e’ aperta, letteralmente, “la questione africana” ( che impone un maggior coinvolgimento militare anche in Africa). E nel medio oriente l’esercito russo ( assieme a quello iraniano) e quello USA si affrontano  ormai apertamente nei cieli  e sul suolo della Siria e dell’Iraq. Tutto cio’ mentre sta per verificarsi una crisi economica senza precedenti che ( gia’ si sa) mettera’ a dura prova i “fronti interni” di tutti i paesi occidentali. 

CONCLUSIONI.

Il “ribaltamento geostrategico” messo in atto dai russi in Ucraina ha letteralmente mandato in frantumi la possibilita’ di realizzare uno scenario afghano del conflitto confacente agli interessi di Washington e Londra. Ponendo quest’ultime nell’infruttuoso ruolo di attaccanti Mosca ha di fatto riapplicato la dottrina della guerra di attrito e logoramento che tanto le e’ congeniale ( e che tanto gli ha fruttato in passato). Non sappiamo fino a che punto gli strateghi anglosassone si siano resi conto delle dinamiche in atto. L’esercito ucraino e’ nelle medesime condizioni in cui aveva pianificato di mettere l’esercito russo. E’ ovvio che tutto questo compromette, per intero, la visione geostrategica su cui e’ stato deciso e costruito il conflitto ucraino. Speriamo che qualcuno in occidente ne prenda atto prima dell’irreparabile. Allo stesso  tempo la strategia dell’anaconda economica (STRATEGIA DELL’ANACONDA GUERRA ORIENTE OCCIDENTE (geopolitika.it)) di Mosca e Pechino si dimostra sempre piu’ letale (dopo il Niger ora il Gabon) e priva Bruxelles di risorse fondamentali su cui vantava privilegi esclusivi. Anche questo dovrebbe far attivare piu’ di un campanello di allarme a Bruxelles. Ove, hanno fatto sapere, “stanno studiando la giusta strategia” da seguire per far fronte a tali sviluppi. Lo speriamo. Ma , purtroppo ,non lo crediamo.

 

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