La “strategia dell’anaconda” territoriale dell’occidente contro quella economica dell’oriente. Quale sara’ piu’ letale?

E’ noto che da almeno un ventennio la geopolitica dell’occidente e’ caratterizzata da una vera e propria ossessione per quella che gli strateghi di Washington e Londra definiscono, non a torto, la “strategia dell’anaconda” contro i loro principali rivali geopolitici. Tale strategia consiste nel creare basi militari e nel dispiegare gli eserciti occidentali lungo tutto il perimetro dei confini di Russia e Cina ( ove possibile) al fine di stritolare e soffocare, letteralmente, le mire espansive di Mosca e Pechino. Di questa concezione geostrategica sono esemplari espressioni il controllo dell’Ucraina ( passata dalla parte dell’occidente dopo il colpo di stato del 2014), l’annessione nella NATO  e nell’Unione Europea dei paesi baltici e di quelli scandinavi nonche’ la militarizzazione dell’isola di Taiwan, il rafforzamento dei legami militari con lo stato giapponese e la partnership  con lo stato filippino nel mar cinese meridionale. A tale visione geostrategica si associa il controllo dei mari, delle principali rotte commerciali e degli stretti ( talassocrazia) attraverso la flotta militare per mantenere una pressione costante sull’ espansione, economica e militare, dei principali antagonisti dell’impero anglosassone. Abbiamo gia’ osservato come Mosca e Pechino abbiano reagito a tale “politica” (TALASSOCRAZIA ANGLOSASSONE, ASCESA DELLA CINA (geopolitika.it)) e di come, a conti fatti, tale strategia non possa risultare vincente nel lungo periodo (GEOPOLITICA DELLA RUSSIA, GEOPOLITICA RUSSA (geopolitika.it)) in parte perche’ superata da un punto di vista squisitamente militare, in parte perche’ l’occidente non gode piu’ di una reale superiorita’ militare e geostrategica nei confronti dei suoi avversari geopolitici. Ma la cosa sorprendente e’ che la Russia e la Cina sono state protagoniste di una risposta asimmetrica alla strategia dell’anaconda territoriale anglosassone contrapponendovene una molto piu’ insidiosa e letale: “La strategia dell’anaconda economica”. Intendiamo con questo termine il lento ma inesorabile processo di accaparramento e controllo delle risorse economiche del mondo volto a privare l’occidente delle materie prime indispensabili alla sua industria di trasformazione (e quindi al suo sviluppo economico). Tale processo e’ finalizzato, appunto, ad un vero e proprio stritolamento economico dell’occidente ed a renderlo dipendente, in modo piu’ o meno totale, da Mosca e Pechino. In questa strategia rientrano tanto la questione ucraina (UCRAINA IMPORTANZA ECONOMICA (geopolitika.it)) quanto il controllo delle risorse economiche del Niger e degli stati africani in genere. Alla strategia puramente militare dell’occidente l’oriente risponde quindi con una piu’ specificamente economica, molto piu’ minacciosa e “sostanziale”. Il rovesciamento del governo filoccidentale del Niger, avvenuta di recente, la dice lunga sull’insidia che incombe su tutto l’occidente. E sui piani di quest’ultimo per liberarsi dalla spada di Damocle rappresentata dall’esser dipendente dalle materie prime russe e cinesi e da quelle dei paesi nell’orbita di Mosca e Pechino. Se continua cosi, altro che transizione energetica! Bisognera’ riconvertire tutto il sistema produttivo europeo con costi che ,sinceramente, risulterebbero insostenibili. Dopo il gas russo e parte delle terre rare cinesi adesso anche l’uranio del Niger viene reso indisponibile (o quasi) per l’occidente (  la giunta militare nigerina appena insidiatasi al potere ha vietato le esportazioni di uranio ed oro verso la Francia) con ricadute potenzialmente disastrose sull’autosufficienza energetica della Francia e dell’Europa nel suo complesso. Dove prenderanno ora i francesi l’uranio necessario per alimentare le proprie centrali atomiche ? Con il controllo delle miniere nigerine la Russia ha nelle proprie mani oltre il 60% della produzione mondiale di uranio ( considerando  anche la produzione di stati nell’orbita di Mosca come Kazakhistan ed Uzbekistan) e poco meno per quanto riguarda il mercato del prodotto lavorato ad uso delle centrali atomiche di mezzo mondo. Non so se e’ chiaro. Chi vorra’ abbandonare i combustibili fossili per puntare sull’energia atomica dovra’ bussare alle porte del Cremlino. La “strategia dell’anaconda economica” dell’oriente sta lentamente avvolgendo l’occidente nelle sue spire mortali. 

LA “SCOLLATURA” TRA LE PRETESE EGEMONICHE DELL’OCCIDENTE E LA SUA FORZA EFFETTIVA.

Alla fine del secondo conflitto mondiale l’economia USA produceva, da sola, quasi il 50% del PIL mondiale e l’occidente intero ( ovvero gli USA ED  i paesi nell’orbita geopolitica di Washington) oltre il 70% dello stesso. Gli immensi imperi coloniali della Francia e del Regno Unito garantivano il controllo delle risorse economiche e minerarie di mezzo mondo. L’occidente aveva in pratica quasi il monopolio della ricchezza e delle risorse del mondo. Da allora molte cose sono cambiate ed il peso dei paesi dell’ex primo mondo ( i paesi ad economia capitalistica dell’occidente) si e’ ridotto drasticamente fino a cedere il primato al club BRICS ovvero ai nuovi giganti economici che sono apparsi nella realta’ geopolitica e geoeconomica mondiale. Questi paesi ( in particolare la Russia e la Cina) hanno intrapreso un’espansione economica senza precedenti ed una lotta senza quartiere per il controllo delle risorse minerarie mondiali ( da cui l’occidente ed in particolare l’Europa dipendono in modo preoccupante) dando vita a quella che abbiamo definito “la strategia dell’anaconda economica” volta a rendere l’occidente dipendente ( e quindi geopoliticamente subalterno) da Mosca e Pechino. Tale strategia si scontra e si sovrappone a quella geografico-territoriale dell’occidente attuata in particolare dalla fine del secolo scorso. Quale delle due sara’ piu’ letale? Difficile a dirsi. Certo e’ che piu’ ardua sembra l’impresa dell’occidente in quanto non sembra avere piu’ una superiorita’ geostrategica sui suoi avversari. Ne da un punto di vista quantitativo ne’ da uno piu’ squisitamente qualitativo. Cosa che il conflitto ucraino sta dimostrando in modo esemplare ( e non poteva essere diversamente vista l’assurdita’ geostrategica messa in atto). Se la partita non e’ ancora conclusa e’ per l’ostinazione dell’establishment occidentale a non riconoscere una sconfitta che , in verita’,era  gia’ certa prima che scoppiassero le ostilita’. Ma nessuno ci salvera’ da un disastro geopolitico e geostrategico che inizia a prendere forma anche nelle menti delle elites occidentali. E mentre continuiamo a combattere una guerra che in nessun modo puo’ essere vinta ( e che fagocita immense risorse umane e materiali) i rivali geopolitici si impadroniscono di risorse chiave per le nostre economie ( per riappropriarci delle quali saremo costretti ad impegnarci in  altri gravosi impegni bellici?). Siamo nel bel mezzo della lotta mortale tra le due anaconde. Che si avviluppano l’una sull’altra senza sosta. Ognuna tenta di intrappolare l’altra nelle sue spire mortali. Per poi fagocitarne i resti. 

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