Il tramonto dell’occidente. A cent’anni dall’opera di Spengler

OSWALD SPENGLER ED IL “TRAMONTO DELL’OCCIDENTE”:

Chi sa cosa penserebbe oggi Oswald Spengler della dinamica geopolitica mondiale e del ruolo che l’occidente sta avendo al suo interno. Posto che la sua opera non e’ ascrivile all’analisi geopolitica bensi alla filosofia della storia e’ da ammirare la lungimiranza di quest’uomo che, a nostro avviso, ha saputo cogliere “il vuoto esistenziale” della cultura occidentale fondata essenzialmente sul denaro e su modelli culturali strumentali (volti a plasmare le masse ed a riferirle ad un’idea di bene faziosa e fittizia), vuoti e sterili, che la condannano all’estinzione. Il suo crollo ,tuttavia, sarebbe determinato dal corso della storia (oltre che dalla propria inconsistenza) perche’ tutte le civilta’ hanno un proprio “sviluppo biologico” che ricalca quello dell’essere umano (infanzia, giovinezza, maturità, vecchiaia) e giungono quindi, ad un certo punto, alla propria fine. Noi non possiamo spingerci in analisi di questo tipo perche’ non siamo dei filosofi della storia e non possiamo sostenere che ogni civilta’ sia condannata a tale processo deterministico. Certo e’ ,pero’, che ogni cosa su questo mondo ha un principio ed una fine e che ogni civilta’ (cosi come ogni impero) ha conosciuto una nascita, uno sviluppo, un apogeo ed infine il proprio crollo. Nulla e’ per sempre su questo mondo. In ogni ambito. La geopolitica non prescinde da tali considerazioni e non puo’ quindi derogare alle stesse. La dinamica e lo sviluppo delle relazioni internazionali del giorno d’oggi esprime e riflette questa dinamica inesorabile del mondo. Ed in questo Spengler aveva senz’altro ragione.

IL TRAMONTO DELL’OCCIDENTE: LA NIMIA CUPIDO DELL’OCCIDENTE DOPO IL CROLLO DELL’URSS E LA VISIONE MESSIANICA DEL PROPRIO RUOLO NEL MONDO.

L’Occidente ,tuttavia, non sembra rassegnato al proprio destino. D’altronde nessun impero e nessuna civilta’ ha accettato la propria fine senza combattere. A volte fino all’ultimo uomo. Altre volte fino alla propria totale distruzione. Perche’ l’impero anglosassone dovrebbe derogare a tale “regola”? Oltretutto e’ vittima di una visione quasi messianica del proprio ruolo nel mondo che lo priva di lungimiranza e questo e’ in buona parte dovuto alla vittoria conseguita contro il proprio antagonista geopolitico dopo la seconda guerra mondiale. La vittoria contro l’URSS (portata al collasso economico nel 1991 e vinta, quindi, senza una vittoria militare che sarebbe risultata impossibile) aveva convinto l’establishment statunitense che il potere anglosassone si sarebbe imposto sul tutto il globo senza che nessuno potesse piu’ farvi resistenza. In quel frangente storico i politici di Washington e Londra iniziarono ad inquadrare il ruolo dell’impero anglosassone in una visione  messianica. E si innalzarono ad un livello di tracotanza quasi senza precedenti. Vittime di una nimia cupido molto simile a quella che conobbe Roma dopo la definitiva vittoria sul suo piu’ temibile ed acerrimo rivale geopolitico : Cartagine. Sete di potere ( cosi potremmo tradurre oggi l’espressione sallustiana) descritta molto bene da Sallustio nella sua opera principale: La congiura di Catilina. In quest’opera Sallustio mette bene in risalto non solo le contraddizioni del sistema politico romano ma anche la tracotanza ed il delirio di onnipotenza che aveva pervaso la classe politica romana dopo la vittoria sul solo  rivale geopolitico che sembrava potesse minacciare la potenza di Roma. Dopo la sconfitta di Annibale Roma non trovo’ piu’ freno alle proprie pretese di espansione ed alla propria brama di potere. Allo stesso modo nell’eta’ contemporanea la vittoria sull’ Unione Sovietica, avvenuto trenta anni or sono, ha portato la leadership politica occidentale a spingersi oltre ragionevole pretesa egemonica convinta della natura divina del proprio ruolo sul pianeta terra. Ovviamente il corso della storia li sta riportando alla realta’ anche se sembrano ancora convinti di poter domare le forze ribelli e poter riaffermare in modo pieno la loro egemonia. Storicamente, d’altronde, nessun egemone ha mai accettato di cedere il posto a qualsivoglia sfidante. Lo scontro in atto non rappresenta quindi nulla di geopoliticamente anomalo ed e’ solo il naturale sbocco dell’ascesa di nuovo potenze sul palcoscenico geopolitico mondiale.

IL TRAMONTO DELL’OCCIDENTE: DECLINO DEI VALORI TRADIZIONALI.

Ma l’occidente non sembra solo vittima della sua brama di potere. Esso appare anche schiavo della propria degenerazione dei costumi che sembra percepire come “somma espressione” della propria evoluzione sociale. Della stessa evoluzione sociale che porto’ Roma allo sfacelo dopo la sua vittoria su Cartagine. O, di quella ateniese nell’eta’ aurea di Pericle (V secolo a.c.). Evoluzione sociale espressa da liberta’ di vedute (in campo politico, sociale ed anche sessuale) tipiche di societa’ di realta’ geopolitiche egemoni in cui si dibatte di tutto e del contrario di tutto. Ed in cui si sfidano i valori di sempre come i valori della famiglia, della patria, del risparmio e della morale. Evoluzione sociale che mina i fondamenti della vita umana cosi come madre natura ci ha imposto. E che, ahime’, porta solo al tracollo delle civilta’ che li hanno sperimentati (insegnano molto i casi di Roma e di Atene). E qui torniamo a Spengler. Il modello sociale e culturale occidentale appare piu’ vuoto e sterile che mai. Basta studiare l’evoluzione dei modelli culturali romano ed ateniese (che  appaiono come l’antefatto storico di quello occidentale) per comprendere il destino della nostra civilta’. Anche nell’apogeo del mondo classico ,infatti, si concretizzo’ un modus vivendi lascivo fondato su una smodata affettazione nonche’ su uno stile di vita lontano anni luce da quello dei padri fondatori. Stile di vita che mette in discussione i valori sacri della famiglia e della patria e che esalta il relativismo piu’ estremo persino in ambito gnoseologico ( pensiamo a Gorgia e Protagora) giungendo quindi alla totale perdita di punti di riferimento. Stile di vita che si basa su una concezione materialistica ed edonistica dell’esistenza umana. Concepita in modo totalmente autonomo da qualsiasi riferimento trascendente. In questa visione, che fu pure quella dell’homo suae fortunae faber rinascimentale, non c’e’ posto per l’ al di la. Conta solo “l’ al di qua” e cio’ che possa rendere la vita umana soddisfacente e godereccia in questo mondo. Da qui l’esaltazione di un sistema di valori o pseudo tali fondati sul denaro e su tutto cio’ che ad esso e’ connesso. Quella che l’occidente oggi percepisce come “evoluzione sociale” altro non e’ che uno pseudo sistema di valori gia’ sperimentato in altre “societa’ evolute” prima di esso. Collassate a loro volta per un modello culturale degenerato percepito ,appunto, come “massima evoluzione sociale di una civilta’ moderna”.

IL TRAMONTO DELL’OCCIDENTE: I DESIDERATA GEOPOLITICI DI WASHINGTON NON PIU’ IN LINEA CON LA REALTA’.

Il decadimento morale dell’occidente nonche’ la sua brama di potere sembrano averlo portato anche ad una totale perdita del senso della realta’ geopolitica. Al punto da convincersi di essere capace di raggiungere l’irraggiungibile. L’establishment occidentale sta cercando, e’ cosa nota, di mettere il cappio al collo alla leadership politica russa e di isolare Mosca sulla scena geopolitica mondiale. La Russia rappresenta per l’America di oggi quello che Cartagine rappresento’ per Roma nel II secolo avanti cristo. Ovvero il principale ostacolo alla propria brama di potere ed  il suo piu’ pericoloso avversario geopolitico nel mondo. Quindi e’ desiderio di Washington che la Russia faccia la fine di Cartagine. Il punto e’ che questo e’ impossibile non solo per il deterrente nucleare russo ma anche per il fatto che Mosca puo’ vantare la miglior tecnologia militare del mondo. Basta pensare alla missilistica ed ai suoi sviluppi in terra di Russia. Ad oggi soltanto i russi posseggono missili ipersonici in grado di viaggiare ad oltre 10.000 kmh e di fatto non intercettabili da qualsiasi sistema di difesa prodotto nel mondo. Cio’ significa che in caso di guerra non potremmo neanche difenderci da un attacco nucleare russo e saremmo certamente distrutti. Non rallegri qualcuno il fatto che la Russia sarebbe a sua volta distrutta dall’attacco di rappresaglia occidentale. Perche’ questo non e’ affatto scontato. Ed i nuovissimi sistemi di difesa antiaerea ed antimissile S 500 hanno capacita’ tali ( in base a quanto riferiscono molti esperti) da distruggere gran parte dei missili balistici USA ancor prima che giungano in Russia. Tutto questo viene detto dalla stampa occidentale ? Ovviamente no. Ed anzi essa continua a dipingere la Russia come un paese dal complesso militare-industriale obsoleto e non competitivo. Ma non e’ cosi e speriamo che non si arrivi mai a testare il potenziale militare del Cremlino. I media occidentali sono riusciti a convincere le proprie opinioni pubbliche che la Russia sia un paese imperialista che vuole perseguire con la guerra i propri obiettivi geopolitici e geostrategici. Non diciamo che in parte non sia vero. Quello che non e’ vero e’  che Mosca e’ isolata a livello internazionale. Non c’e’ nulla di piu’ falso. La Russia gode dell’appoggio di gran parte del sud del mondo oltreche’ della Cina e dell’India ( verso cui sta riconvertendo la propria economia a causa dei ben noti sviluppi geopolitici in corso nella competizione con l’occidente ). Essa sta, tra l’altro, cavalcando attivamente la rabbia anticoloniale in America Latina ed in Africa con la finalita’ di porre fine, in modo totale e definitivo, al neocolonialismo occidentale. Sono molti i paesi che oggi guardano al Cremlino (ed a Pechino) per liberarsi dal cappio posto al loro collo dal FMI  e dalla banca mondiale. Tale dinamica rappresenta  una grandissima minaccia per lo statu quo geopolitico che ha preso forma nel mondo dalla fine della seconda guerra mondiale. I cambiamenti globali sul palcosecnico geopolitico mondiale sono veramente impressionanti. Il mondo non e’ piu’ quello del 1991. Il corso del mondo sta prendendo un’altra piega. Tra il rammarico e la rabbia che monta in occidente. Il quale, ahime’, non accetta il nuovo corso e ci si scaglia contro. Siamo prossimi al collasso ed al tramonto dell’occidente?  Non ci resta che osservare il corso degli eventi. 

 

 

 

 

diale.

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