La fine dell’URSS: Analisi delle cause e delle conseguenze della fine dell’Unione Sovietica

CAUSE E CONSEGUENZE DELLA FINE DELL’UNIONE SOVIETICA: URSS COLOSSO DAI PIEDI D’ARGILLA

La fine dell’Unione Sovietica, avvenuta nell’ormai lontano 1991, ha senz’altro rappresentato uno degli “eventi clou” del XX secolo. E’ stato un evento pregno di conseguenze geopolitiche ed economiche, visto il ruolo di superpotenza mondiale che l’URSS ha avuto dopo il 1945, in seguito alla vittoria sulla Wehrmacht nella seconda guerra mondiale. Ma quale furono le vere cause che portarono alla fine della piu’ grande nazione del mondo ? E’ importante focalizzare sui reali motivi  che portarono al crollo del colosso euroasiatico e nel far questo e’ importante analizzare non solo il modello economico dell’Unione Sovietica ma anche le immense risorse di materie prime della stessa (da cui derivava la sua potenza economica) nonche’ il confronto geostrategico con gli Stati Uniti d’America ed il blocco occidentale nel suo complesso. Per comprendere come , a conti fatti, il crollo dell’URSS sia stato determinato proprio dall’impossibilita’ di poter continuare un confronto militare con quest’ultimo a causa del dissesto economico (causato dall’aumento dell’output petrolifero sui mercati a partire dalla fine degli anni ’70 con conseguente crollo dei prezzi della materia prima e da uno sforzo bellico senza fine che aumento’ a dismisura in seguito all’invasione dell’Afghanistan nel 1979)  che colpi’ il paese, in modo drammatico, nel corso degli anni ’80. 

CAUSE E CONSEGUENZE DELLA FINE DELL’UNIONE SOVIETICA: IL CROLLO DEL PREZZO DEL PETROLIO ORDITO DAGLI USA IN ACCORDO CON L’ARABIA SAUDITA

La rivoluzione islamica iraniana del 1979 rappresento’ un vero e proprio trionfo geopolitico per l’Unione Sovietica. La quale rafforzo’ la sua influenza nella regione mediorientale in seguito alla chiusura delle relazioni diplomatiche tra Washington e Teheran ed all’alleanza che ne consegui’ ( e che dura tuttora) tra Mosca  e la repubblica islamica. Alla rivoluzione iraniana fece seguito un brusco aumento delle quotazioni petrolifere da cui l’Unione Sovietica trasse grande giovamento. Le entrate del colosso euroasiatico erano infatti basate sull’esportazione di materie prime e fra queste gli idrocarburi erano senz’altro i piu’ importanti. L’avvento di Khomeini fu l’ultimo atto della crisi energetica che sconvolse l’economia mondiale nel corso degli anni ’70 (ed in particolare in seguito alla guerra del Kippur  nel 1973) e che creo’ profonde tensioni sociali in tutto l’occidente. Dopo lo smacco subito in Iran la strategia di Washington contro Mosca fu rivolta verso il crollo del prezzo del petrolio (da cui le casse del Cremlino erano fortemente dipendenti) per sminuire le capacita’ militari dell’URSS  e per portare quest’ultima alla bancarotta. L’operazione inizio’ gia’ sul finire del 1979 con l’esplorazione massiccia e la scoperta di nuovi giacimenti che iniziarono a ridimensionare il prezzo della materia prima. Ma cio’ non basto’ a demolire le finanze sovietiche. Ci voleva qualcosa di piu’ incisivo e dall’effetto devastante per le casse del Cremlino. Fu cosi che si arrivo’ all’accordo con i sauditi ( all’epoca i maggiori produttori di petrolio al mondo e grandi alleati degli USA), nella seconda meta’ del 1985, per un aumento massiccio dell’output petrolifero. Cio’ comporto’ un vero e proprio crollo del prezzo del greggio che mise in seria difficolta’ le finanze e  la macchina bellica dell’Unione Sovietica. E che mino’, in modo definitivo, la potenza economica della stessa. Fu una mossa devastante per un paese che viveva di esportazione di materie prime ( e di idrocarburi in primis) e che, al tempo stesso, si era impantanato in una guerra, quella in Afghanistan, in cui non riusciva a prevalere e che si rivelo’ sempre piu’ dispendiosa. All’aumento della spesa militare contribui’ anche la sfida geostrategica lanciata da Reagan a seguito del progetto “guerre stellari” (ovvero alla realizzazione di uno scudo antimissile che avrebbe dovuto rendere inefficace il dispositivo di ritorsione nucleare russo) che costrinse Mosca a nuovi massicci investimenti militari e per i quali, vista la situazione economica del paese maturata nel corso degli anno ’80, l’URSS non godeva di sufficienti risorse economiche.

CAUSE E CONSEGUENZE DELLA FINE DELL’UNIONE  SOVIETICA: IL PROGRAMMA DI GUERRE STELLARI DI REAGAN E LA GUERRA IN AFGHANISTAN

Nel marzo del 1983 il presidente statunitense Reagan lancio’ il  cosiddetto programma “guerre stellari” con l’intento di neutralizzare il dispositivo di reazione nucleare sovietico che garantiva una parita’ strategica tra le due superpotenze mondiali. Si trattava dello sviluppo di un complesso sistema antimissile in grado di rilevare e distruggere i missili balistici intercontinentali sovietici prima che questi potessero arrivare negli USA. Anche se oggi sappiamo che tale programma non fu mai sviluppato integralmente e non raggiunse gli obbiettivi prefissatisi ( fu quindi piu’ un’azione di propaganda che non militare propriamente detta) e’ indubbio che il presidente USA ottenne un certo successo dal momento che a Mosca furono costretti a sviluppare contromisure al dispositivo statunitense con conseguente aggravio della spesa militare. In un periodo in cui le truppe russe erano impantanate nella guerra in Afghanistan senza che si intravedesse la fine della stessa. La guerra contro Kabul fu resa piu’ ostica dal massiccio sostegno che l’occidente diede alla resistenza afghana. La quale opponeva una fiera resistenza favorita anche da una morfologia del territorio  che risultava problematica per l’esercito invasore. Col passare degli anni il costo economico della guerra divenne insostenibile per Mosca che nel 1989 fu costretta a ritirarsi dal teatro di guerra afghano senza aver potuto ricondurre il paese asiatico nell’orbita geopolitica dell’Unione Sovietica. Nello stesso anno la situazione sociale nei paesi satelliti dell’Europa orientale ando’ progressivamente deteriorandosi favorendo l’insurrezione popolare in Romania e  nella Germania dell’est dove l’influenza di Mosca cesso’ quasi immediatamente. L’URSS sopravvisse fino alla fine del 1991 ma la situazione dei conti pubblici del paese (e la spinta che alla dissoluzione del paese diedero i paesi  occidentali) ne rese impossibile la sopravvivenza. Immense furono le conseguenze di tale evento. Il momdo si ritrovo’ improvvisamente con una superpotenza in meno e l’egemonia dell’impero anglosassone raggiunse, in questa fase storica, il suo apogeo. La Russia perse non solo il controllo su tutti i paesi satelliti dell’Europa orientale ( ottenuto grazie alla vittoria sulla Germania hitleriana nella seconda guerra mondiale) ma anche su quello delle ex repubbliche sovietiche in cui fu fortissima la penetrazione economica e militare anglosassone ( che contravvenne alle garanzie di non espansione nell’ex zona di influenza sovietica che diede alla leadership politica sovietica). Mosca perse influenza in ogni scacchiere geopolitico del mondo e la sua situazione economico-finanziaria le rendeva impossibile interventi militari anche a ridosso dei propri confini. Anche se apparentemente distrutta la potenza russa ottenne, con la fine dell’URSS e del suo modello economico, la liberazione delle immense energie e risorse del paese da un sistema economico- produttivo sostanzialmente sterile. Permettendo la nascita di una nazione ancor piu’ potente di quanto non fosse stata l’Unione Sovietica. Talmente potente da poter oggi sfidare, insieme all’alleato cinese , l’egemonia anglosassone sul mondo.

 

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