L’ accordo tra Iran ed Arabia Saudita. Il medio oriente ed i nuovi equilibri geopolitici mondiali

Un vento nuovo sembra soffiare sull’intero medio oriente. Un vento che sembra spazzare via decenni di consolidati assetti geopolitici. E soprattutto sembra portare ad una nuova era nei rapporti fra i paesi piu’ importanti della regione. Tutto cio’ in barba alla politica del divide et impera applicata dagli USA in questa parte di mondo ( in modo mirabile, da almeno 80 anni a questa parte). L’accordo tra l’Iran sciita e l’Arabia sunnita per il ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due piu’ grandi paesi del medio oriente e’ stato appena siglato con l’avallo della Cina (oggi alleato strategico di Teheran ma anche principale acquirente del petrolio saudita e quindi piu’ grande partner commerciale di Riyad) lasciando di stucco l’Europa e gli Stati Uniti d’America che avevano sempre favorito la conflittualita’ ( e la guerra ) fra l’Islam sciita da una parte e quello sunnita dall’altro ( e sfruttando tali rivalita’ avevano de facto impedito la cooperazione tra i principali attori geopolitici della regione). Le implicazioni geopolitiche di tali sviluppi sono veramente “storiche” e destinate a cambiare in modo definitvo l’assetto geopolitico dell’intero medio oriente. Cerchiamo di capirne il perche’.

IMPORTANZA E RILEVANZA GEOPOLITICA DEL MEDIO ORIENTE.

La regione mediorientale e’ la parte piu’ occidentale dell’Asia e si estende dalla costa orientale del mediterraneo fino, grosso modo, al fiume Indo ( oggi in territorio pakistano). Ne fanno parte la Turchia, l’Iran, l’Iraq, Israele, la Siria, il Libano,la Giordania, l’Arabia Saudita,lo Yemen, l’Oman e le cosiddette monarchie del golfo (Qatar, EAU,Quwait). Il medio oriente e’ dalla fine della seconda guerra mondiale una delle regioni piu’ importanti del mondo. In questa macroregione sono infatti concentrate le maggiori riserve  di idrocarburi del mondo. Il che ne fanno una delle aree a maggior rilevanza ed importanza geopolitica del globo. Non e’ un caso che  molte delle guerre combattute nel periodo successivo al 1945 siano state combattute in quest’area. Siano esse state degli interventi diretti da parte degli USA (prima e seconda guerra del golfo) o dei conflitti fra potenze della regione ( guerra Iran-Iraq) o guerre intestine come nel caso della guerra civile siriana ( anche se non fu affatto una guerra civile bensi un tentativo di rivoluzione colorata orchestrata dall’estero ma non riuscita a causa dell’intervento militare russo) queste guerre hanno sempre avuto a che fare con il petrolio ed il controllo delle riserve petrolifere della regione. D’altronde in medio oriente viene prodotto un terzo della quantita’ di greggio estratto nel mondo e buona parte del gas naturale (nell’area del golfo persico si trova il piu’ grande giacimento di gas naturale al mondo appartenente per un terzo della sua superficie all’Iran e per due terzi al Qatar). L’area risulta quindi di vitale importanza per i paesi del primo mondo (ad oggi tutti grandi importatori di idrocarburi dal medio oriente fatta eccezione per gli USA che si sono negli ultimi anni resi quasi autosufficienti al riguardo grazie alla rivoluzione dell’estrazione da scisto) ed i paesi in forte sviluppo economico (in special modo Cina ed India) la cui importazione della materia prima aumenta anno dopo anno. Da tutto cio’ si evince che questo scacchiere geopolitico ha un interesse strategico per le economie di mezzo mondo ed in particolar modo per quelle in forte crescita economica. La regione e’ altresi’ importantissima per l’Europa. Soprattutto oggi che gli sviluppi della guerra in Ucraina sono sfociati un uno scontro aperto con la Russia di Putin ed hanno portato alla rottura formale dei rapporti economici fra Mosca e Bruxelles. Nel prossimo futuro le importazioni di idrocararburi dal medio oriente potrebbero essere indispensabili per sostituire l’import russo. Resta da vedere come evolveranno gli equilibri geopolitici nella regione dal momento che il riavvicinamento dei sauditi nei confronti di Teheran avvicina quest’ultimi , di riflesso, a Mosca e Pechino. Il che potrebbe essere un problema non secondario per Washington e Bruxelles. Anche in virtu’ delle fortissime pressioni che gli USA e l’Unione Europea subiscono da Israele (loro alleato “di ferro” nella regione mediorientale) affiche’ contrastino attivamente il rafforzamento dell’Iran nell’area (ed il nuovo accordo tra Riyad e Teheran va certamente in questo senso) anche con una soluzione manu militari della “questione iraniana”.

RUOLO DI ISRAELE E NUOVI EQUILIBRI NELLA REGIONE MEDIORIENTALE

Il ruolo di Israele nella regione mediorientale e’ di grande rilevanza geopolitica. Questo non solo per le capacita’ militari dello stato ebraico (Israele possiede la bomba atomica, anche se non vi sono notizie ufficiali al riguardo) ma anche per le finalita’ che Tel Aviv persegue sullo scacchiere geopolitico mediorientale ove, di fatto, punta ad essere la potenza “egemone” . La politica estera israeliana e’ del tutto allineata a quella degli USA (alleati storici di Israele e talmente uniti agli USA che qualcuno considera Israele il cinquataduesimo stato degli Stati Uniti d’America) e dell’Unione Europea. Pressoche’ identica e’ anche la visione geopolitica che Tel Aviv, Washington e Bruxelles hanno relativamente all’Iran ed al suo crescente peso economico e militare in questa parte di mondo. D’altronde l’alleanza che Teheran ha saputo stringere con Mosca e Pechino (ponendo di fatto la nazione persiana sotto la tutela militare ed economica dell’asse sinorusso) ha rafforzato Teheran militarmente ed economicamente. E questo rappresenta una minaccia agli interessi Israeliani, europei e statunitensi in nella regione mediorientale. Ora che anche l’Arabia Saudita sembra aver abbandonato la “crociata occidentale” contro l’Iran (intrapresa per volonta’ di Washington e Londra)  la posizione dello stato persiano nella regione si e’ enormemente rafforzata mentre la posizione occidentale ed israeliana risulta molto compromessa. Nel senso che in virtu’ del nuovo accordo fra Riyad e Teheran per la ripresa dei rapporti diplomatici fra i due paesi non si potra’ piu’ fomentare l’odio fra sunniti e sciiti nella regione e non si potra’ piu’ considerare seriamente l’opzione militare contro Teheran (per la quale era fondamentale la concessione dello spazio aereo saudita). Di fatto il nuovo accordo appena siglato sancisce non solo il superamento delle rivalita’ tra le potenze regionali in medio oriente (fomentate dall’occidente in base alla strategia del divide et impera) ma anche il ruolo ormai predominante della Russia e della Cina sullo scenario geopolitico mediorientale.

IL FUTURO DEL MEDIORIENTE SEMPRE PIU’ FOCALIZZATO SULL’ASIA.

Abbiamo gia’ avuto modo di analizzare il parziale disimpegno statunitense nell’area mediorientale. Questa regione ha oggi relativamente meno importanza per gli USA di quanta non ne avesse in passato. La rivoluzione della fratturazione idraulica e dell’estrazione degli idrocarburi da scisto hanno portato l’economia USA ad un affrancamento quasi totale  dalla materia prima estratta in medio oriente. Tutto questo ha portato ad un indebolimento dell’occidente nell’area e ad un forte  rafforzamento della presenza dei rivali geopolitici di Wasgington. La ripresa delle relazioni diplomatiche fra iraniani e sauditi altro non e’ che una logica conseguenza di tali sviluppi geopolitici. Riyad ha semplicente preso atto di tale realta’ ( ne ha preso atto a sue spese dopo aver preso attivamente parte all’infruttuosa sommossa siriana contro il presidente Bashar al Assad) in cui l’occidente sembra sempre piu’ all’angolo di fronte  all’avanzata di Mosca e Pechino in questo scacchiere geopolitico. L’economia saudita ( basata in massima parte sull’export di idrocarburi) sara’ per forza di cose sempre piu’ interdipendente con le economie dei piu’ grandi paesi asiatici. Gli interessi di Riyad saranno sempre piu’ asiatici e sempre meno europei ed americani. Questo perche’ la crescita economica degli anni a venire sara’ concentrata principalmente sui mercati asiatici (Cina, India, indonesia ed Indocina)  e saranno proprio questi mercati il naturale sbocco delle risorse del sottosuolo saudita. Di contro la richiesta di idrocarburi dovrebbe diminuire in occidente ( in USA per i motivi gia’ palesati sopra, in Europa per la stagnazione economica e per la transizione energetica in atto che dovrebbe dare i propri frutti nel prossimo decennio). E’ del tutto naturale che Riyad abbia provveduto a normalizzare i suoi rapporti con Teheran e stia attivamente puntando sull’Asia come perno della propria visione geoeconomica e geopolitica.

CONCLUSIONI.

L’ accordo fra Iran ed Arabia saudita per la riapertura dei canali diplomatici fra i due paesi rappresenta un tassello della partita geopolitica in atto fra le grandi potenze. Esso rappresenta un evento storico (perche’ sovverte gli equilibri geopolitici della regione mediorientale cosi ‘ come avevano presso forma dalla rivoluzione islamica iraniana del 1979) ed al tempo stesso un evento pregno di conseguenze geopolitiche regionali e mondiali. Ne risultano ridimensionati i ruoli di Israele, degli USA e dell’Europa nella regione mentre appaiono molto rafforzate le posizioni di Mosca, Pechino e Teheran. A livello geoeconomico esso spostera’ l’interesse economico dei paesi dell’area dall’occidente all’oriente decretando un nuovo assetto degli equilibri geopolitici e geoeconomici mondiali. Tutto nella cornice dell’inesorabile ascesa  del continente asiatico ( e del corrispettivo declino dell’occidente) che appare l’evento piu’ rilevante sul palcoscenico geopolitico mondiale del XXI secolo.

 

 

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