La geopolitica della Turchia: l’importanza di Ankara nello scacchiere geopolitico del medio oriente

LA GEOPOLITICA DELLA TURCHIA FRA ORIENTE ED OCCIDENTE

Il ruolo della Turchia negli equilibri di potere della regione mediorientale e’ oggi piu’ importante che mai. Ankara, dal crollo dell’impero ottomano, non ha smesso di rivendicare un ruolo di primo piano in quel medio oriente che ha dominato per oltre quattro secoli. Le sue mire geopolitiche rimangono molto simili a quelle ottomane e vantano ancora la pretesa di imporsi come leader geopolitico nell’Asia occidentale. Certamente dal 1918 ( anno del crollo dell’impero ottomano e smembramento dello stesso nelle varie entita’ geopolitiche che oggi conosciamo quali Iraq, Libano, Siria ecc.) il suo ruolo si e’ molto ridimensionato ma e’ rimasto centrale nelle dinamiche geopolitiche del medio oriente. Questo grazie anche al ruolo che dalla seconda guerra mondiale sta giocando come perno della strategia USA nell’area. Ruolo che pero’ negli ultimi anni si e’ palesemente ridotto in virtu’ di contrasti sempre maggiori tra la leadership politica statunitense e quella turca. Cosa che oggi rende Ankara un alleato infido degli Stati Uniti d’America ed un paese per molti versi ostile alle pretese  geopolitiche e geostrategiche  occidentali nella regione mediorientale. Il che e’ testimoniato anche dalle strette relazioni che Ankara ha saputo sviluppare con la Russia di Putin negli ultimi anni. Al punto da rendere la Turchia, per certi aspetti, un paese geopoliticamente piu’ vicino a Mosca che a Washington ( pur facendo parte quest’ultima della NATO). Tale situazione pone degli interrogativi non solo sullo sviluppo della situazione geopolitica in medio oriente ma anche sulla permanenza della Turchia nel blocco occidentale. Ma cerchiamo di capire il perche’ di tali sviluppi.

LA STRATEGIA DEL DEVIDE ET IMPERA IN MEDIO ORIENTE E LA SECOLARE RIVALITA’ TRA RUSSIA E TURCHIA

Dalla fine della seconda guerra mondiale gli USA hanno stretto una solida alleanza con la Turchia in funzione antirussa. Nessun paese si mostrava piu’ adatto per questo scopo dal momento che Ankara e’ da secoli una rivale di Mosca tanto in medio oriente quanto nella regione del Caucaso. La Turchia e’ una secolare antagonista del Cremlino anche per quanto riguarda la questione del Bosforo e dello stretto dei Dardanelli che rappresenta l’unico sbocco al mediterraneo ed all’oceano atlantico della Russia meridionale. Considerando che le mire geopolitiche russe hanno da secoli come priorita’ i mari caldi del sud ed il controllo degli stretti ( Bosforo in primis) si capisce come l’alleanza fra l’occidente ed Ankara sia stata perfettamente funzionale alla visione anglosassone di supremazia in medio oriente ed al tempo stesso a quella di contenimento dell’espansione russa verso sud. Nella visione geopolitica occidentale la Turchia ha ancora questo ruolo tanto piu’ oggi che Mosca e’ ritornata ad essere un attore di primo piano sullo scenario geopolitico mondiale. Questo spiega perche’  il paese islamico e’ ancor oggi sorretto economicamente con “assegni in bianco” dall’ FMI e dalla finanza occidentale. E spiega anche la pazienza con cui a Washington e Londra seguono le mosse “controverse” di Erdogan in ambito geopolitico. Dal momento che negli ultimi anni Ankara si e’ avvicinata sempre piu’ a Mosca ed ha mostrato di non voler piu’ sottostare passivamente ai diktat dell’impero anglosassone. E, soprattutto, ha mostrato chiaramente di voler intensificare la cooperazione con il blocco euroasiatico presentando formale richiesta di adesione al club BRICS. Cosa che pone dei seri interrogativi sulle reali intenzioni dell’establishment turco e della sua lealta’ alla NATO ed al blocco occidentale, anche alla luce di recenti dichiarazioni di politici turchi che “suonano” come una vera e propria dichiarazione di guerra agli USA ed alle loro azioni in medio oriente. Il ministro dell’interno turco, Soylu ha infatti recentemente dichiarato: “Perseguiamo tutte le organizzazioni terroristiche come la FETO, il PKK e l’ISIS. Ma ,in verita’, nel combattere tali organizzazioni terroristiche stiamo combattendo gli USA.” E’ ovvio che ad Ankara ormai si e’ compreso come sia iniziata una politica di contenimento della Turchia da parte dell’occidente al fine di frustrarne la volonta’ di indipendenza. E tutto questo viene realizzato attraverso la formazione, l’addestramento e la  fornitura di armi a tali formazioni dentro ed attorno al territorio del paese mediorientale. Ed anche se e’ impossibile al momento prevedere gli sviluppi di tali dinamiche e’ certo che l’equilibrio di potere costruito in medio oriente da Washington e Londra e’ oggi seriamente compromesso se non del tutto distrutto. Anche alla luce dei recenti sviluppi che riguardano le relazioni fra Iran ed Arabia Saudita (si legga, al riguardo, il seguente articolo: accordo Iran ed Arabia saudita per ripristino relazioni diplomatiche (geopolitika.it)). Soprattutto tali dinamiche geopolitiche mostrano come la tattica del divide et impera non funzioni piu’. E non funzionando piu’ e’ impossibile imporre la propria supremazia nella regione nonche’ impedire sinergie tra potenze regionali che Washington e Londra vedono come “fumo negli occhi” (come quella tra Russia e Turchia e quella, probabile, tra Iran ed Arabia Saudita).

LA GEOPOLITICA DELLA TURCHIA RIFLETTE LA SUA NATURA “BIFRONTE” NONCHE’ I CAMBIAMENTI EPOCALI IN ATTO SULLO SCENARIO GEOPOLITICO GLOBALE.

La geopolitica della Turchia riflette in modo chiaro la sua posizione geografica che la rende un paese in parte asiatico, in parte europeo. Dal 1453 (anno in cui i turchi selgiuchidi presero Bisanzio decretando la fine dell’impero romano d’oriente) l’impero turco ha avuto come priorita’ geopolitica l’espansione sul continente europeo che lo porto’ ad occupare l’intera regione balcanica ( dove ancor oggi sono visibili le vestigia culturali dell’occupazione) per quasi due secoli. Parimenti Ankara e’ sempre stata interessata ad avere un ruolo di primo piano nella regione mediorientale dove si estende la massima parte del suo territorio e dove sono concentrati i principali interessi  economici del paese islamico .Questo ruolo e’ stato garantito dopo la seconda guerra mondiale con l’entrata nel paese nella NATO  e nell’orbita occidentale in funzione antisovietica.  Che hanno assicurato al paese mediorientale finanziamenti illimitati ed un peso militare primario in medio oriente. Ma negli ultimi anni l’alleanza fra Ankara e Washington sembra essersi incrinata al punto da non poter piu’ durare a lungo. D’altronde gli USA non sembrano piu’ poter garantire alla Turchia un ruolo di primo piano nella regione mediorientale. Come ha dimostrato il tentativo di rovesciare il presidente siriano Bashar Al Assad nel 2011 ( tentativo che si e’ poi trascinato per anni e che prevedeva l’occupazione di tutta la Siria del nord da parte dell’esercito turco). Tentativo fallito miseramente e che ha reso Ankara consapevole della debolezza geopolitica USA nella regione. Tutto questo ha spinto il paese islamico a ripensare la propria collocazione geopolitica e a guardare ad oriente. Al punto da chiedere l’adesione al club BRICS ed al punto da diventare acquirente di armi russe piuttosto che di quelle occidentali. Cosa che  ha fatto infuriare il vecchio alleato anglosassone che adesso e’ impegnato a finanziare ed ad armare fazioni terroristiche dentro ed attorno al territorio turco per eventuali colpi di mano nel caso il paese islamico formalizzi “il gran tradimento”. Ovvero nel caso Ankara decida di abbandonare il blocco occidentale per entrare in quello orientale ( con tutte le conseguenze drammatiche del caso, in termini di equilibri geopolitici regionali e mondiali). 

CONCLUSIONI.

La geopolitica della Turchia appare oggi vicina ad una “rivoluzione kopernicana”  veramente storica. Il paese euroasiatico dopo decenni di fedelta’ all’impero anglosassone mostra oggi la volonta’ di essere quanto meno piu’ indipendente rispetto alla volonta’ geopolitica della NATO  e del blocco anglosassone. Questo anche in virtu’ del superamento dei secolari contrasti  che la ponevano in rotta di collisione con l’impero russo e con le sue mire geopolitiche. Contrasti  abilmente sfruttati da Washington e Londra. Le quali hanno saputo offrire finanziamenti e protezione militare contro Mosca. Ma oggi che la potenza dell’impero anglosassone sembra affievolirsi ( e questo e’ apparso chiaro nella guerra siriana dove l’occidente e’ stato sconfitto dalla Russia di Putin) nello scacchiere geopolitico mediorientale (e mondiale) Ankara sembra ripensare la propria “posizione ” geopolitica e guardare ad est. Non e’ la sola , in verita’. Tutto il sud del mondo lo sta facendo. Ed e’ del tutto probabile che tali sviluppi siano solo l’inizio di un percorso che portera’  a mutamenti sostanziali negli equilibri geopolitici mondiali.

 

 

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