La geopolitica delle materie prime ed il quadro geopolitico mondiale

In questi ultimi giorni la dinamica geopolitica mondiale ci ha mostrato degli sviluppi in parte inaspettati, in parte veramente sorprendenti. Nello specifico, “i movimenti tellurici” della geoeconomia mondiale ( di cui avevamo parlato in uno dei nostri due ultimi articoli SITUAZIONE GEOPOLITICA ATTUALE. GEOPOLITICA ATTUALE (geopolitika.it) ) sembrano diventare sempre piu’ potenti e violenti. E tali da scuotere, dalle fondamenta, l’ordine mondiale che ha preso forma dall’inizio degli anni ’90 del XX secolo. In particolare due fatti ci paiono davvero devastanti per gli attuali equilibri geopolitici mondiali. Il primo e’ il vertice Russia-Africa di S. Pietroburgo e l’annuncio di forniture a costo zero di grano russo al continente africano. Il secondo e’ il colpo di stato in Niger da parte dell’esercito nigerino. Questi due eventi sono pregni di conseguenze geopolitiche e molto indicativi dello scontro globale in atto tra oriente ed occidente. Indicano inoltre un ulteriore inasprimento della guerra economica e militare in atto che non lascia spazio a trattative di sorta. Ma cerchiamo di capire in che modo questi eventi possono impattare in modo molto pesante nel quadro geopolitico e geoeconomico mondiale ( fino al punto di sovvertirne gli equilibri).

LA GEOPOLITICA DELLE MATERIE PRIME DI MOSCA E LA GUERRA AL DOLLARO.

Il vertice di S. Pietroburgo (a cui hanno partecipato 49 dei 54 stati africani) ha rappresentato non solo un capolavoro diplomatico del premier russo ma anche una mossa da manuale da parte di un abile giocatore di scacchi come Vladimir Putin. Il vertice, infatti, non ha solo consentito un ulteriore rafforzamento dei legami economici tra i paesi africani  e la Russia ( ricordiamo che buona parte dei paesi africani dipende dalle importazioni di grano dall’area dell’ex URSS e sono quindi legati da uno stretto rapporto commerciale con Mosca e Kiev) ma ha anche escluso, de facto, l’Ucraina (e quindi l’Europa) dalla grande partita per la fornitura delle materie prime agricole nel continente nero ( con conseguente perdita di influenza sulle economie e sull’indirizzo geopolitico dei paesi africani). Con la consegna di forniture gratuite di grano ai paesi africani Mosca ha di fatto messo fuori mercato il grano ed i prodotti agricoli ucraini nel continente nero. Chi sara’ disposto a pagare il grano ucraino quando quello russo sara’ fornito gratuitamente ( o quasi) ai popoli africani ?. E’ la risposta russa ai tentativi dell’Unione Europea di dirottare la produzione ucraina nei silos europei dopo il blocco navale nel mar nero e la distruzione dei porti ucraini di Odessa e Mykolaiv. Dal momento che l’occidente non si rassegnava a perdere circa cinque miliardi di dollari di introiti dalla vendita dei prodotti agricoli ucraini. Cosi come non si rassegnava a perdere il forte “potere contrattuale” che tali forniture le garantivano nei confronti di molti stati africani. La mossa russa rappresenta un “colpo al cuore” dell’economia ucraina nonche’ all’influenza occidentale nel continente nero. Concettualizzando , tale mossa rende sempre piu’ sterile l’economia ucraina ( i cinque miliardi di mancati introiti dovremmo accollarceli noi occidentali) e l’Africa sempre piu’ dipendente da Russia e Cina. Tagliare fuori le forniture agricole ucraine  dal continente africano significa pure, di riflesso, ridurre ulteriormente la quota di commercio mondiale “trattata” in dollari USA ( considerata la tendenza dei due ex colossi rossi a sostituire il dollaro con le proprie valute nazionali nell’interscambio delle proprie merci con i propri partner commerciali). E questo non potra’ che accelerare ulteriormente il processo di dedollarizzazione che sta prendendo piede nel sud del mondo. La mossa russa se non e’ ancora da considerare un vero e proprio “scacco matto geopolitico” all’occidente e’  comunque una mossa di quelle in grado di lasciare segni molto profondi nell’attuale “stato dell’arte” della geopolitica mondiale. 

LA GEOPOLITICA DELLE MATERIE PRIME: IL GOLPE IN NEGER E SUE RIPERCUSSIONI.

L’altro evento di eccezionale impatto geopolitico e’ il golpe appena maturato nello stato africano del Niger. Tale paese era cruciale per l’occidente ( il presidente deposto era talmente filoccidentale che si era fermamente opposto alla partecipazione al vertice di S. Pietroburgo da parte del suo paese  ed il Niger era quindi uno dei cinque paesi che si erano rifiutati di partecipare all’evento ) soprattutto perche’  ricco di uranio ( utilizzato principalmente nelle centrali atomiche francesi dove soddisfaceva circa un terzo del fabbisogno energetico di Parigi in questo settore) e perche’, appunto, costituiva un vero baluardo dell’occidente nel contesto geopoliticamente irrequieto dell’ex Africa coloniale francese. Se il paese dovesse avvicinarsi alla Russia, come sembra del tutto probabile, cio’ rafforzera’ ulteriormente la presenza di Mosca nell’Africa centrosettentrionale. Ma, soprattutto, il Cremlino potra’ controllare le forniture di uranio alla Francia e all’Unione Europea svolgendo un ruolo chiave nella grande partita delle materie prime che va prendendo sempre piu’ slancio nella geoeconomia e nella geopolitica  mondiale. Parigi, in particolare, e’ fortemente dipendente dall’energia atomica per la propria economia e la perdita di una fonte di approvvigionamento a basso costo come quella nigerina potrebbe esserle fatale. Le implicazioni economiche e geopolitiche  del golpe in Niger potrebbero essere veramente molto gravose per l’Europa e per la Francia che vedono ridursi inesorabilmente, giorno dopo giorno, le proprie zone di influenza e ,conseguentemente, la disponibilita’ di materie prime a basso costo indispensabili per le proprie economie.

GEOPOLITICA DELLE MATERIE PRIME: CONCLUSIONI.

I recenti eventi geopolitici ci permettono di delineare un quadro geopolitico e geoeconomico mondiale in profonda evoluzione. Stiamo assistendo ad un vero terremoto nelle relazioni internazionali globali e nei rapporti di forza tra le principali realta’ geopolitiche del mondo. Tutto cio’ rappresenta qualcosa di veramente epocale. Nell’indifferenza dei piu’, si sta consumando una transizione egemonica i cui effetti saranno manifesti, in tutta la loro complessita’ e problematicita’, negli anni a venire. Vedremo in che modo questa realta’ sara’ gestita dall’establishment occidentale. E quali saranno le ricadute economiche del trasferimento del potere da occidente ad oriente che procede in modo inesorabile. I recenti sviluppi geopolitici ci dicono, ahime’, che dovremo presto confrontarci con una realta’ geopolitica e geoeconomica mondiale molto diversa da quella degli ultimi trenta anni. Ed anche da quella posteriore alla fine della seconda guerra mondiale. Perche’, se e’ vero che il mondo sembra prossimo a dividersi nuovamente in due blocchi, e’ anche vero che la natura e la forza delle coalizioni odierne e’ molto differente da quella che maturo’ dopo il secondo conflitto mondiale. Che Dio protegga l’occidente. E che lo illumini sul giusto percorso da seguire. 

 

 

 

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