La geopolitica dell’impero USA fra assenza di lungimiranza e missioni suicide

C’e’ un aspetto che sta emergendo in modo drammatico dalle vicende belliche in atto nell’Europa dell’est ed in medio oriente ed ha a che fare con l’incapacita’ dell’impero  USA di riconoscere lo stato dell’arte dell’evoluzione geopolitica degli ultimi trenta anni di storia mondiale nonche’ la perdita della propria supremazia militare sul mondo intero. Tutto cio’ è palesato da scelte geopolitiche e geostrategiche che sembrano dettate piu’ dalla disperazione che non da considerazioni di lungo periodo. Inutile ribadire quanto la guerra per procura con la Russia in Ucraina si stia rivelando una trappola geostrategica da cui probabilmente l’occidente non potra’ uscire se non in malo modo. Certo, Washington e Londra possono attingere ad una immensa produzione industriale nonche’ ad un potenziale umano veramente ingente ( si pensi all’arruolamento di mercenari dei paesi dell’Europa dell’est) ma e’ chiaro che anche Mosca puo’ attingere a risorse umane e materiali pressoche’ illimitate visto l’appoggio incondizionato che gli stati alleati o satelliti le hanno gia’ garantito ( ci riferiamo soprattutto al sostegno industriale ed umano che Cina, nord Corea ed Iran le stanno attivamente fornendo). Nel mentre ogni giorno che passa l’Ucraina subisce le conseguenze strazianti di una guerra che ne sta esaurendo qualsiasi prospettiva e che ne sta distruggendo ogni infrastruttura. Nonostante cio’ a Washington e Londra si e’ deciso di trasformare quella che doveva essere una guerra vittoriosa in una vera e propria missione suicida. Al solo scopo di protrarre indefinitamente un conflitto che, si e’ capito, l’occidente non puo’ vincere. Un po’ allo stesso modo di quanto la marina e l’aviazione giapponese pianificarono nel corso del 1944 contro la flotta e l’esercito USA e che porto’ all’uso attivo dei famigerati kamikaze. E’ come se si cercasse di protrarre all’infinito questo conflitto nella speranza che un colpo di stato a Mosca o Pechino possa cambiare qualcosa nella sfida all’ultimo sangue per il potere mondiale. Nella speranza che una continua pressione militare nei confronti dei propri rivali geopolitici possa indebolirne il vigore e mitigarne i propositi. A nostro avviso, solo questa aspettativa ( o speranza, che dir si voglia) sta muovendo l’establishment anglosassone in questo particolare frangente storico. In sintesi, la geopolitica di Washington e Londra, a nostro avviso, manca completamente si sensatezza e lungimiranza e, oltretutto, prescinde da considerazioni geopolitiche propriamente dette. Dal momento che si sta palesando ( e non solo in Ucraina) come una missione puramente suicida. In sostituzione di vere alternative. Il cui esito appare non solo affatto scontato ma anche molto dubbio. Visto i numeri a confronto fra i due blocchi antagonisti. E considerata l’analisi storica che, almeno  per quanto riguarda il confronto nell’Europa dell’est, non lascia certamente ben sperare. 

IL DRAMMA DI UN CONFLITTO PROTRATTO FINO ALLE ESTREME CONSEGUENZE.

Se la guerra mondiale in corso dovesse protrarsi fino alle estreme conseguenze e fino all’ultimo respiro ( o fino all’ultima risorsa, sarebbe meglio dire) e’ ovvio che il dramma bellico vissuto dal mondo dal febbraio del 2022 sino ad oggi sarebbe solo uno scherzo. Questa ipotesi appare del tutto realistica dal momento che nessuna delle parti in guerra sembra mostrare stanchezza e riluttanza nel proseguire il confronto. Ed appare verosimile anche considerando le affermazioni di molti politici che hanno un ruolo decisivo nella dinamica bellica che ha preso forma dopo il 24 febbraio 2022. Affermazioni che ,a nostro avviso, appaiono il piu’ delle volte del tutto fuori dalla realta’. Della realta’ geopolitica e geostrategica che e’ venuta maturando nel mondo negli ultimi trenta anni. Non serviranno a nulla gli F-16 eventualmente consegnati a Kiev cosi come i missili balistici di ultima generazione che Washington e Londra hanno gia’ impegnato sul territorio ucraino. Non serviranno a nulla perche’ gli strumenti jamming russi di ultima generazione associati ai sistemi antiaerei ed antimissile di ultimo grido sono in grado di distruggere e neutralizzare qualsiasi minaccia di questo tipo. Mentre il confronto, gia’ sperimentato, tra i missili ipersonici russi ed i migliori sistemi antimissile USA installati sul territorio della capitale ucraina ha dato un responso penoso per i tecnocrati occidentali. Senza farla troppo lunga, la tecnologia militare russa si e’ rivelata superiore a quella anglosassone e questo la dice lunga su quanto siano velleitarie le pretese di molti politici occidentali che ancora preconizzano una schiacciante vittoria sulla Russia di Putin. Se, quindi, non possiamo vincere perche’ ci si ostina in una missione suicida? E non sara’ altrettanto suicida un nostro eventuale coinvolgimento in un prossimo confronto militare fra Pechno e Taipei? Certo che lo sara’. Dal momento che avremo a che fare non solo con l’enorme potenziale numerico e quantitativo dell’esercito ( e dell’industria) del Dragone ma anche , ancora una volta, con la tecnologia militare russa che gli andra’ in supporto. E come potremo prevalere in un simile confronto e’ cosa che proprio ci sfugge. Interverra’ Capitan America (o qualche altro supereroe) in nostro supporto? La domanda non e’ cosi’ stupida come sembra. Dal momento che e’ nel mondo della fantasia che sembra materializzarsi l’indirizzo geopolitico dell’occidente. Che appare sempre piu’ un cane che non vuole mollare l’osso e che si ostina a mantenere un benessere che non puo’ piu’ conservare. Ora che il mondo gli sta sfuggendo di mano ( e che non vuole piu’ essergli sottomesso). Ed ora che l’ingegneria finanziaria che ci ha portato all’iper indebitamento sta traghettandoci all’iperinflazione ed a tutte le conseguenze che cio’ comportera’ in termini di consumi e produttivita’. E’ ovvio che la realta’ odierna, con i suoi sviluppi indesiderati, sta provocando un terremoto nella dimensione onirica dell’establishment occidentale. Che deve sentirsi, evidentemente, molto depresso nel constatare di essere costretto ad imboccare un percorso a forma di imbuto che ne azzerera’ drammaticamente i margini di manovra. Stavolta sara’  difficile tirar fuori il coniglio dal cappello. Anche per l’oligarchia finanziaria che da mezzo millennio domina incontrastata il palcoscenico geopolitico mondiale.

 

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