L’occidente nella trappola mediorientale e la miopia geopolitica di Washington e Londra

L’OCCIDENTE NELLA TRAPPOLA MEDIORIENTALE: PERCHE’ L’OCCIDENTE SI E’ INFILATO IN UN VICOLO CIECO IN MEDIO ORIENTE

Lo stato dell’arte della geopolitica mondiale ci lascia alquanto esterrefatti e poco speranzosi di assistere a sviluppi che possano mettere freno all’escalation militare in corso. La nostra visione e’ supportata dai recenti sviluppi militari in Palestina che rivelano una radicalizzazione dello scontro fra i due blocchi contrapposti nonche’ una miopia geopolitica veramente impressionante da parte dell’occidente. Non bastava infatti essersi infilati nella trappola ucraina. Ora Washington e Londra si sono infilati anche nella trappola mediorientale. Con tutto il triste strascico di conseguenze che questo avra’  sull’assetto finanziario e sulla solidita’ economica dell’ Europa e degli Stati Uniti d’America. Certo, questi effetti non li vedremo domani ma non tarderanno ad arrivare considerando che le sfide belliche appena intraprese non potranno essere vinte dal momento che, come sembra, Mosca si e’ impegnata a fornire tecnologia di ultima generazione ai propri alleati in medio oriente. Si e’ da poco appreso infatti che il movimento sciita Hezbollah avrebbe ricevuto sistemi antiarei ed antimissile di ultima generazione proprio dai russi e che truppe della PMC Wagner sarebbero gia’ attivamente impegnate sul campo nel Libano meridionale. Reparti della Wagner sarebbero schierati anche a Gaza e cio’ spiega l’eccezionale resistenza che Hamas sta opponendo alle truppe Israeliane penetrate nella striscia. Il che lascia presagire uno scontro logorante, duraturo e molto oneroso dal punto di vista economico. La situazione di blocco alle navi mercantili israeliane ad opera dei ribelli Yemeniti filoiraniani sta di fatto creando un altro problema economico di non poco conto per Tel Aviv. Se la minaccia non sara’ rimossa ( il che richiederebbe l’intervento diretto di truppe occidentali in Yemen con risultati pero’ incerti visto il fallimento della missione saudita-occidentale gia’ intrapresa negli anni passati) le navi dirette in Israele dall’oriente saranno costrette a circumnavigare l’Africa con un notevole aumento dei costi di trasporto delle merci. E, quindi, con un impatto diretto sulle finanze dello stato israeliano. Cui, manco a dirlo, dovra’ provvedere l’occidente con altra stampa di valuta e l’emissione di ulteriore debito. In sintesi nella visione di Mosca e Pechino i conflitti in corso, senza soluzione militare, sono quanto di piu’ funzionale alle mire geopolitiche dei due ex colossi rossi e , mostrandosi convinto di poter vincere militarmente, l’impero anglosassone e’ caduto in una trappola mortale da cui sara’ impossibile uscire se non una storica umiliazione sul campo di battaglia. 

L’OCCIDENTE NELLA TRAPPOLA MEDIORIENTALE: GAZA PICCOLA STALINGRADO E L’ERRORE GEOSTRATEGICO DELL’OCCIDENTE.

Dai documenti video che abbiamo modo di visionare ogni giorno ci appare del tutto evidente che la situazione dell’esercito israeliano dentro Gaza sia alquanto problematica e , presumibilmente, senza sbocco. D’altronde in molti avevano dissuaso la laedership politica israeliana da una tale impresa ma cio’ non e’ bastato a fermare la dinamica degli eventi. La situazione e’ tanto piu’ grave se si considera che non e’ Hamas a Gaza (il cui compito e’ quello di attirare l’IDF in una guerriglia estenuante tra le macerie della citta’ e di far pagare all’esercito israeliano un costo altissimo in quanto a vite umane e danni materiali) il vero problema geopolitico di Israele. La vera minaccia infatti risultano essere la Siria di Assad ed il movimento sciita Hezbollah nel sud del Libano. Questo non solo per i motivi sopra esposti ma anche perche’ possono essere costantemente riforniti di armi e munizioni e perche’ godono della diretta protezione dell’esercito russo di stanza nella regione. Uno scenario bellico allargato provocherebbe una situazione dalle conseguenze imprevedibili e forse il coinvolgimento diretto dell’Iran nel conflitto. Anche la natura accidentata dei possibili teatri di guerra non gioverebbe in caso di invasione israeliana del Libano o della Siria e , con ogni probabilita’, impantanerebbe l’IDF in una situazione del tutto simile a quella del 2006 ( anno dell’ultima guerra israelo-palestinese). Il che, a nostro avviso, lascia pochi margini di manovra a Tel Aviv. Tutto cio’ non esclude che la leadership politica israeliana decida per quest’ultima opzione gettando di fatto il paese ebraico e tutto l’occidente in una missione impossibile che ne logorera’ , inevitabilmente, il potere ed il vigore. Facendo in questo modo il gioco di Mosca e Pechino che aprirebbero una nuova grande crisi all’interno del mondo occidentale. E che si impegnerebbero a rifornire militarmente i propri alleati nella regione per dissanguare qualunque armata occidentale  venga messa in piedi in medio oriente. Lo stesso scenario gia’ applicato in Ucraina dove la guerra di esaurimento delle armate occidentali da parte di Mosca procede senza sosta. “In Ucraina sono gia’ state distrutte tre armate occidentali ed e’ in corso l’annientamento della quarta” ha recentemente affermato un noto esponente dell’ esercito statunitense. Certo, niente vieta a Washington e Londra di costituirne una quinta, una sesta ed altre ancora. Ma quale ne sarebbe lo scopo ? Si spera ancora di esaurire il potenziale militare russo ? Dalla Corea del nord sembra stia arrivando un intero contingente di truppe speciali per prendere parte al conflitto ucraino al fianco dell’esercito russo. Come si puo’ sperare di vincere in un tale scenario geopolitico e bellico ? Come si fa a non capire che ulteriori sforzi militari ed economici da parte dell’occidente non produrranno altro che il dissanguamento dello stesso ? La leadership politica occidentale dovrebbe prendere atto dei cambiamenti epocali in atto nel mondo e capire che l’eccezionalismo di cui si sente incarnazione esiste solo nella testa di quanti ancora non si rassegnano al divenire storico. Sarebbe opportuno che si prendesse subito atto di questo. Prima che ci conducano al disastro economico e geopolitico di cui, in verita’,sono gia’ fin troppo evidenti le tracce.

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