SITUAZIONE GEOPOLITICA MONDIALE: SVILUPPI BELLICI SUL FRONTE UCRAINO
La situazione geopolitica mondiale ha subito una rapida evoluzione nel corso degli ultimi mesi. Essa ha assunto, al di la di quanto ci viene raccontato dall’informazione mainstream, una brusca accelerazione verso lo scenario di una guerra mondiale dalle dinamiche ancora non perfettamente definibili. E dagli esiti non meno incerti. Cio’ che trapela dal teatro di guerra ucraino e’ che la battaglia si sta facendo piu’ feroce che mai. Sorprende la resistenza dell’esercito di Kiev che, nonostante perdite umane e materiali inimmaginabili, continua a mantenere il grosso delle sue posizione nella parte orientale del paese. Questo e’ dovuto in parte alla strategia di guerra di Mosca che non ha fretta nello sferrare l’attacco decisivo e punta a logorare il piu’ possibile cio’ che rimane delle armate ucraine sul campo. Ed in parte all’immenso apporto di risorse umane e materiali che l’occidente sta riversando sul teatro di guerra. D’altronde nell’ultimo vertice di Davos le elite occidentali sono state molto chiare. Hanno approvato la fornitura di tutto cio’ di cui l’esercito di Kiev avesse bisogno per arrivare il prima possibile alla sconfitta sul campo dell’esercito russo. Vedremo se cio’ accadra’. Per ora l’unica cosa certa e’ che il conflitto sta diventando sempre piu’ feroce e cruento.
SITUAZIONE GEOPOLITICA MONDIALE: COME VEDE LA GUERRA IL RESTO DEL MONDO:
Contrariamente a quanto ci riferiscono i media mainstream non tutto il mondo ha preso le parti dell’occidente nell’attuale guerra ucraina. Molti paesi hanno mantenuto una posizione neutrale e non hanno ,quindi, ne’ condannato ne appoggiato l’operazione speciale russa contro Kiev. Altri paesi l’hanno addirittura sostenuta. Tra questi, ovviamente, i molti satelliti di Mosca e Pechino. Damasco, Teheran, Pyongyang, L’Avana, Caracas hanno con forza sostenuto la Russia nella sua invasione. Se tiriamo le somme scopriamo che mezzo mondo non e’ dalla parte dell’occidente in questa battaglia. Ed e’ questo a sorprendere veramente molto. Se si fa eccezione per i satelliti di Washington e affiliati non si trovano vere e proprie condanne per la mossa di Putin che ,anzi, in molti casi e’ visto come colui che sta “spezzando” il nuovo ordine mondiale che l’impero anglosassone ha cercato di instaurare nel mondo dopo il crollo dell’Urss. Sorprendenti, a tal riguardo ,sono le mosse che l’Argentina sta compiendo in questo senso. Il pese sudamericano, fortemente indebitato con il fondo monetario internazionale, ha mantenuto una posizione filorussa anche dopo il 24 febbraio del 2022 (invasione russa dell’Ucraina), Il presidente Argentino Alberto Fernandez ha definito Putin un alleato importante per liberare il suo paese dal giogo dell’ FMI ed ha presentato formale richiesta per l’ingresso dell’Argentina nel club BRICS allo scopo di portare il paese sudamericano ad un totale affrancamento dall’Occidente. Non molto diversa la posizione del Brasile che pur avendo condannato in via di principio l’invasione di Mosca di fatto si e’ opposto alle richieste dell’occidente di limitare l’importazione di prodotti russi ( e Bielorussi, visto che Brasilia importa il 30% dei fertilizzanti usati nella produzione agricola brasiliana proprio da Russia e Bielorussia) e di recidere i rapporti economici con Mosca. Di recente il presidente tedesco Olaf Scholz, in visita nel paese sudamericano ha provato a fare pressioni sul neoeletto presidente Lula per l’invio di materiale bellico brasiliano all’esercito ucraino ma si e’ sentito rispondere, seccamente, che ” Il Brasile combatte la fame nel mondo e non la Russia in Ucraina”, Parole che hanno rappresentato un vero e proprio smacco per il premier tedesco che ha constatato l’impossibilita’ di coinvolgere Brasilia nel conflitto in atto nell’ Europa orientale. E se l’atteggiamento dei piu’ grandi paesi dell’America latina ha lasciato di stucco l’establishment occidentale non da me meno ha impressionato quello dell’India. Come sappiamo l’India e’ un alleato storico di Mosca tanto da un punto di vista economico quanto militare. I due terzi dell’equipaggiamento dell’esercito di New Delhi e’ “made in Russia” ed i due paesi hanno sviluppato una solida partnership in progetti militari d’avanguardia (come quello del caccia di quinta generazione SU-57) che hanno reso i due paesi ancor piu’ interdipendenti. Proprio per questo l’India non ha accolto l’invito degli Stati Uniti a non comprare idrocarburi russi ( dopo le sanzioni imposte dall’occidente) e a recidere i propri rapporti commerciali con Mosca. Il che ha provocato non poca irritazione a Washington e a Londra. La posizione di New Delhi e’ importante anche in virtu’ del fatto che il ruolo dell’India e’ fondamentale nel futuro dell’economia mondiale. E’ infatti in questa parte di mondo che l’economia ha il piu’ alto tasso di crescita. Nella regione indiana (comprendente, oltre all’India, il Pakistan, il Bangladesh e la Birmania) sta prendendo forma quello che sara’ il piu’ grande mercato del mondo. Con una popolazione di quasi due miliardi di persone questa macroregione si appresta a diventare fondamentale nella geoeconomia mondiale. Un alleanza strategica fra Mosca e New Delhi non e’ negli interessi dell’occidente. Ma sembra essere questa la direzione presa dagli eventi. L’India si candida a diventare, insieme alla Cina, il piu’ grande partner commerciale di Mosca nonche’ mercato di sbocco privilegiato per l’esportazione delle sue enormi risorse agricole e minerarie. Per questi motivi anche l’establishment indiano ha completamente ignorato le pressioni di Washington per imporre sanzioni alla Russia. In Asia rilevante appare pure la posizione dell’Indonesia che allo scoppio delle ostilita’ si e’ dichiarata neutrale ( e si e’ quindi, de facto, rifiutata di condannare la Russia ) rispetto alle parti belligeranti. Mosca gode da anni di ottime relazioni diplomatiche e commerciali con Giacarta e si sta attivamente posizionando su quello che e’ e sara’ ,con i suoi 260.000.000 di abitanti, uno dei mercati piu’ promettenti a livello globale. Ed anche in questo caso le pressioni avanzate dai governi inglese e statunitense alla leadership politica indonesiana affinche’ recidessero le proprie relazioni economiche con Mosca non hanno dato risultati concreti. Ma e’ forse in Africa dove lo “schiaffo” all’occidente appare piu’ umiliante che altrove. Il presidente francese Emmanuel Macron, constatando i risultati sul voto di condanna dell’aggressione russa all’Ucraina all’assemblea generale delle nazioni unite riunitasi il 2 marzo dello scorso anno, aveva dichiarato :”Ho visto troppa ipocrisia, soprattutto nel continente africano.” Aveva appena appreso che dei 35 paesi che si erano astenuti dal voto di condanna 17 erano africani (l’Eritrea aveva addirittura votato contro). Probabilmente non era proprio ipocrisia ma un qualcosa di piu’ profondo e radicato nelle menti degli africani. Si chiama odio anticoloniale. Un po’ lo stesso sentimento che gli ucraini, magari non a torto, nutrono contro i russi che li hanno storicamente sempre soggiogati. Il sentimento, sulla scia dell’espansionismo sinorusso nel continente nero, sta traboccando in tutta l’Africa. Come dimostrano le innumerevoli manifestazioni spontanee in tutto il continente a favore della Russia. E come anche dimostrano le esercitazioni navali congiunte fra Russia ,Cina e Sudafrica nell’oceano indiano. D’altronde come biasimare tali popolazioni cui gli occidentali hanno praticamente tolto tutto in duecento anni di occupazione coloniale e neocoloniale ? Sta di fatto che anche nel continente nero il sostegno al governo ucraino, fatta eccezione per l’ex Africa coloniale francese ancora fortemente dipendente da Parigi e da Bruxelles, e’ stato molto scarso. Il che dovrebbe far seriamente riflettere la leadership politica occidentale.
SITUAZIONE GEOPOLITICA MONDIALE: CONCLUSIONI.
Da quanto scritto sopra si evince come non e’ possibile dire che l’ intervento militare russo in Ucraina abbia isolato Mosca dal resto del mondo. Piuttosto essa sembra aver decisamente reciso i legami economici e commerciali della Russia con l’occidente. I quali, oramai, sembrano non aver piu’ interessi convergenti (ma solo divergenti) su tutte le questioni di rilievo sul palcoscenico geopolitico internazionale. Tuttavia appare chiaro che gran parte del mondo, nonostante le forti pressioni di Washington e Londra in questo senso, non ha intenzione di condannare l’invasione russa dell’Ucraina. Molti paesi hanno addirittura appoggiato Mosca o giustificato le sue motivazioni geopolitiche e geostrategiche relative all’operazione militare contro Kiev. Il che a dimostrazione di quanto la dinamica geopolitica mondiale sia in fermento. E di quanto siano profondi i cambiamenti in atto negli equilibri di potere del mondo.