ANALISI GEOPOLITICA OGGI: L’ANALISI GEOPOLITICA DI UN MONDO CHE CAMBIA
L’analista geopolitico e’ oggi chiamato ad un compito molto difficile. Difficile perche’ la sua analisi riguarda la dinamica del potere in uno scenario di guerra mondiale in cui si stanno ridefinendo i rapporti di forza tra le grandi potenze del nostro pianeta. In sintesi, il sistema di potere sorto dopo la fine della seconda guerra mondiale e dopo il crollo dell’URSS sta subendo un pesante ridimensionamento a vantaggio delle superpotenze asiatiche (Russia e Cina) che rivendicano un profondo reset economico e geopolitico di quest’ultimo. E, non essendo stato possibile arrivare a cio’ con la diplomazia, la parola e’ passata alle armi con tutte le conseguenze che cio’ comporta ( e comportera’). In uno scenario del genere, del tutto simile a quello delle due guerre mondiali combattute nel XX secolo, l’analisi geopolitica e’ chiamata a fare chiarezza relativamente agli sviluppi, bellici e diplomatici, che stanno maturando sullo scenario geopolitico mondiale. Il che non risulta sempre facile. E spesso neanche troppo gradito. Troppe le persone che ,invece di fare analisi, alzano bandiere. E troppi gli interessi in ballo in un conflitto planetario che dovra’ decidere chi prendera’ in mano le redini del mondo. Ci rendiamo conto della posta in gioco e della portata storica degli eventi in corso. E ci rendiamo perfettamente conto anche del fatto che da questa guerra dipende il benessere di tutti noi, occidentali e non. Ma riteniamo che alterare l’analisi della situazione in fieri non renda onore alla disciplina geopolitica in quanto tale ne’ sia d’aiuto a comprendere la vera natura degli sviluppi geopolitici in atto. Che l’uomo comune dovrebbe invece capire il piu’ possibile. Perche’ e ‘ da cio’ che dipende la sua vita e, a conti fatti, anche il suo futuro.
ANALISI GEOPOLITICA OGGI: LO STATO DELL’ARTE DELLA GEOPOLITICA MONDIALE
E’ impressionante vedere come le nostre analisi abbiano previsto gli sviluppi geopolitici e geostrategici che stanno ora maturando sui principali scacchieri geopolitici del mondo. Il che vale tanto per la guerra nell’Europa orientale quanto per la radicalizzazione dello scontro tra Washington e Londra da una parte ( con relativi vassalli) e Mosca e Pechino dall’altra. Il mondo sta sperimentando una lotta per il potere mondiale come non si vedeva dal 1945. La radicalizzazione dello scontro non si ravvisa solo sul piano militare ( con l’intervento a tutto campo dell’occidente in Europa orientale) ma anche economico. Le materie prime russe sono state appena bandite ( e non sono quindi piu’ negoziabili sui mercati di Londra, New York e Chicago) dalle piazze finanziarie occidentali (con gia’ evidenti segni di aumento dei prezzi delle stesse data la riduzione dell’offerta). Cio’ sta a significare non solo che vi saranno, nel prossimo futuro, ulteriore spinte inflattive nell’economia mondiale ma anche che la rottura delle relazioni economiche fra Mosca e l’occidente e’ oramai totale e definitiva. Impossibilitati a sconfiggere la Russia militarmente i vertici politici occidentali tentano, per l’ennesima volta, di prendere il colosso eurasiatico per fame. Sinceramente non capiamo come una tale mossa possa abbattere le finanze del Cremlino nel momento in cui la Cina (ed in parte anche l’India) puo’ comprare tutto cio’ che non compra piu’ l’occidente. E dal momento che Mosca e’ fondamentale per le finalita’ geopolitiche e le aspirazioni di dominio mondiale di Pechino (ASCESA DELLA CINA, SUPERPOTENZA CINESE (geopolitika.it)) non abbiamo dubbi sul fatto che il Dragone fornira’ alla Russia il paracadute necessario per affrontare le ripercussioni da ricadute da sanzioni. Non solo. Le materie prime russe saranno ora negoziate esclusivamente sulle piazze finanziarie asiatiche dando a quest’ultime piu’ importanza ed autorita’ ( nonche’ una notevole influenza nella determinazione dei prezzi delle stesse) di quanto non ne abbiano avuto fino ad oggi. Dando ulteriore impulso alla creazione di un sistema finanziario totalmente indipendente dalla finanza occidentale. Il che rende la situazione del capitalismo finanziario occidentale sempre piu’ debole e meno influente. Questo anche per la dimensione colossale del debito pubblico dei paesi occidentali in seguito allo sforzo bellico senza fine intrapreso dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Il quale necessita di una stampa di moneta senza precedenti con conseguenze inflattive che condannano (e condanneranno) lo sviluppo economico di tutto l’occidente negli anni a venire. E non e’ tutto. Se la situazione geopolitica in medio oriente dovesse riscaldarsi ulteriormente Teheran potrebbe chiudere lo stretto di Hormuz e bloccare l’esportazione di idrocarburi da tutta l’area del Golfo Persico. Fino a qualche anno fa una tale mossa sarebbe stata impensabile (nonostante le dichiarazioni ufficiali). Come pure l’attacco diretto sul territorio israeliano che ha sbalordito il mondo ( letteralmente impensabile anche solo tre anni fa) e che ha dimostrato la forza e lo sviluppo tecnologico del paese persiano. Un tale scenario comporterebbe la necessita’ di un intervento militare su larga scala di Washington e Londra in medio oriente. Ed avrebbe delle ripercussioni drammatiche per le mire geopolitiche occidentali. Innanzitutto sbilancerebbe ulteriormente l’impegno militare dell’occidente in uno scacchiere geopolitico “secondario” indebolendo ulteriormente l’impegno militare di quest’ultimo in Estremo oriente ( dal momento che il contenimento di Pechino rimane l’obbiettivo primario della geopolitica anglosassone). Causerebbe inoltre spinte inflattive ed una crisi economica (in conseguenza dell’esplosione dei prezzi dei prodotti petroliferi) devastante in special modo per i piu’ importanti vassalli di Washington e Londra. Le economie dei paesi europei e del Giappone ,ancora fortemente dipendenti dagli idrocarburi estratti in medio oriente, accuserebbero fortissime ricadute economiche con conseguenze imprevedibili sulla stabilita’ del fronte interno di quest’ultimi. E’ uno scenario che potrebbe essere fortemente desiderato da Mosca e da Pechino. Per indebolire ulteriormente e sconfiggere il blocco occidentale. Dal momento che l’Impero di mezzo, grazie alle forniture di idrocarburi via terra dalla Russia, non risentirebbe affatto di tali sviluppi geopolitici ( che, di contro, metterebbero in ginocchio l’occidente minandone le possibilita’ di resistenza, militare ed economica). L’attacco missilistico iraniano su Israele ne sarebbe la prova. Impensabile infatti che Teheran possa aver deciso da sola una simile mossa. Senza il placet sinorusso la repubblica islamica non avrebbe mosso un dito. Il che mostra tutta l’intenzione dei due ex colossi rossi di dare non solo una svolta ai rapporti di forza in medio oriente ma anche un forte avvertimento ad un occidente che non desiste dalle sue mire geopolitiche ( volte al contenimento economico e militare di Pechino, alla distruzione del suo piu’ importante alleato, la Russia, e quindi, a conti fatti, al mantenimento della secolare egemonia sul pianeta).
ANALISI GEOPOLITICA OGGI: POSSIBILI SVILUPPI DELLA GUERRA MONDIALE IN CORSO
La degenerazione in conflitto aperto e su larga scala del confronto militare e geostrategico tra Tel Aviv e Teheran potrebbe essere il piu’ importante nuovo sviluppo della guerra mondiale in corso. Cio’ risulterebbe del tutto funzionale agli interessi di Mosca e Pechino per i motivi suddetti. E sarebbe un’appendice al confronto militare e commerciale in corso nel mar Rosso. La fornitura, probabilmente gia’ effettuata, di una lotto di caccia SU-35 all’aeronautica iraniana ci avverte che Russia e Cina fanno sul serio in medio oriente. Ed hanno forse gia’ deciso, per i propri interessi geopolitici, lo sviluppo di eventi bellici di ampio respiro in questo scacchiere geopolitico. La fornitura di sistemi antiaerei S-400 e di avanzatissimi complessi di guerra elettronica russi potrebbe aggiungersi ad essi. Il che renderebbe il quadro geostrategico del medio oriente molto piu’ complesso per l’impero anglosassone. Ed una sua vittoria militare quasi impossibile. Oltre a costringere Washington e Londra ad uno sforzo bellico planetario e senza precedenti nella storia. Con esiti del tutto probabili di sconfitta militare e debacle economica. Il punto e’ che se a Mosca e Pechino avessero gia’ deciso in tal senso sarebbe impossibile per l’impero anglosassone non gettarsi nella mischia. Anche in considerazione dell’appoggio incondizionato, militare ed economico, che quest’ultimo ha garantito al suo strettissimo alleato mediorientale. Il che ,pero’, non farebbe altro che infilare l’occidente in un’altra trappola geopolitica (dopo quelle di Gaza e dell’Ucraina) che potrebbe risultargli stavolta davvero fatale.