La guerra in Israele ed i tristi scenari geopolitici di fronte ai nostri occhi

LA GUERRA IN ISRAELE E GLI SCENARI GEOPOLITICI DAVANTI AI NOSTRI OCCHI

Forse non tutti se ne sono resi conto ma quanto sta accadendo in medio oriente e’ solo uno sviluppo drammatico della guerra mondiale in corso fra il blocco occidentale da una parte e quello orientale dall’altra. Tale sviluppo ha delle finalita’ molto chiare ed al tempo stesso inquietanti dal momento che annuncia l’indisponibilita’ delle parti a qualsiasi trattativa. E questo e’ realmente drammatico. Il muro contro muro fra i contendenti prosegue senza possibilita’ di conciliazioni di sorta. Concettualizzando, lo scontro andra’ avanti fino al crollo di uno dei due contendenti. E’ quindi evidente che a Washington e Londra si e’ deciso di bloccare l’ascesa geopolitica sinorussa in tutti i modi possibili e senza esitazioni di sorta. Allo stesso tempo e’ altrettanto chiaro che a Mosca e Pechino si e’ deciso che l’egemonia occidentale deve finire. Costi quel che costi. Anche al prezzo di portare la guerra nello stesso occidente. Ed in questa cornice va visto l’attacco rivolto allo stato israeliano dei giorni scorsi. Perche’, de facto, e’ questo che e’ stato fatto essendo Israele, a tutti gli effetti, parte integrante del mondo occidentale. L’azione ostile, del tutto imprevista ed inaspettata, ha anche dei risvolti geopolitici specifici che non sono di poco conto. Tali risvolti hanno a che fare con i conflitti in corso in Ucraina, in Nagorno-Karabakh ed anche in Sudan dove Tel Aviv e’ impegnata in modo molto attivo da parecchio tempo. Gli attuali sviluppi bellici in Palestina costringono ora Israele ad un totale disimpegno in questi teatri bellici per concentrarsi sulla minaccia “interna” rappresentata non tanto da Hamas quanto dal movimento Hezbollah ( molto ben armato e rifornito costantemente, in uomini ed armi, da Teheran proprio in funzione antiisraeliana). La guerra in Palestina in sintesi non solo indebolisce il fronte bellico occidentale ma impegnera’ l’occidente in un nuovo sforzo economico dalle implicazioni imprevedibili sulla solidita’ economica dello stesso. Inoltre lo costringera’ ad impegnarsi ancora di piu’ in uno scacchiere geopolitico ormai completamente ostile alle mire di Washington e Londra e per di piu’  assai lontano da quell’estremo oriente che e’ il vero obiettivo di tutti gli sforzi bellici occidentali. Tutto cio’ e’ perfettamente funzionale agli interessi di Pechino che in questo modo sta impegnando i suoi rivali geopolitici in una guerra di esaurimento lontano dai propri confini e dallo scacchiere geopolitico dell’estremo oriente. In sintesi Pechino sta letteralmente spingendo l’occidente in una trappola geopolitica ed economica dalle implicazioni epocali. E senza essere coinvolta direttamente nel conflitto. Il suo ruolo sembra molto simile a quello dell’Inghilterra nella dinamica geopolitica degli ultimi cinquecento anni di storia mondiale. Periodo  in cui Londra fu attivamente impegnata a  formare (e sostenere economicamente) coalizioni internazionali per muovere guerra contro chiunque ne sfidasse il potere senza ” sporcarsi le mani” piu’ di tanto in tali vicende. Oggi Pechino sta abilmente attuando una geopolitica simile limitandosi al ruolo di grande tesoriere e finanziatore di tutte le nazioni ( e le fazioni) a lei fedeli. Avendo dalla sua parte il mostruoso potenziale militare di Mosca che, come abbiamo avuto modo di sottolineare (RUSSIA E GEOPOLITICA MONDIALE (geopolitika.it)), rappresenta la piu’ grande minaccia esistente per le pretese egemoniche occidentali. Lungi dal considerare isolatamente gli sviluppi geopolitici in medio oriente inseriamo tali vicende nella grande partita geopolitica in atto tra oriente ed occidente. Con precise finalita’ e specificita’. E con conseguenze potenzialmente molto importanti per quanto riguarda i futuri assetti geopolitici mondiali.

GUERRA IN ISRAELE: L’IMPORTANZA DEL “FATTORE TEMPO” NELLA GUERRA MONDIALE IN CORSO.

A Mosca e Pechino sono perfettamente consapevoli delle condizioni economiche in cui versa l’occidente. Il quale e’ giunto, tecnicamente, al totale fallimento economico. La situazione del debito pubblico dei paesi occidentali e’ del tutto fuori controllo. L’enorme perdita di valore del dollaro e dell’euro conseguente alla continua stampa di moneta da parte della FED e della BCE e la perdita  del controllo dei prezzi delle materie da parte dei paesi occidentali sta generando una spirale inflattiva che non lascia spazio ad illusioni di sorta su quelli che saranno gli sviluppi economici in occidente. L’unione poi tra Mosca e Pechino a livello geopolitico paralizza l’azione militare dell’occidente .e gli impedisce di impossessarsi con la forza di risorse economiche altrui ( come si e’ fatto con l’invasione dell’Iraq nel 2003 e come si e’ tentato di fare con l’Iran anni addietro). In sintesi i margini di manovra dell’occidente per sfuggire all’inesorabile declino economico che lo attende sono ridotti al minimo. L’occidente non ha piu’ tempo. Il tracollo della sua economia ( e quindi del suo potere e della sua ricchezza) e’ dietro l’angolo. Solo il crollo della Russia di Putin e l’isolamento geopolitico del Dragone potrebbero salvarne le sorti. Ed infatti e’ in questo senso che si sta attivamente impegnando con tutte le forze che gli sono rimaste. Ma deve riuscirci subito. Altrimenti la terribile crisi economica che lo colpira’ non gli lascera’ scampo. A Mosca e Pechino lo sanno benissimo ed e’ proprio per questo che stanno moltiplicando i fronti di guerra. Per disperdere passim l’armata occidentale ed impedire che possa vincere in Ucraina (dove si gioca la vera partita per il potere mondiale). La guerra in Palestina va vista in questa cornice. Va vista come un mero strumento per indebolire le forze occidentali disperdendole su innumerevoli fronti di guerra. Innalzando, tra l’altro, in modo esponenziale i costi bellici. Non sappiamo quanto questo sia chiaro all’establishment occidentale che continua a mostrare grande convinzione nella sua azione geopolitica. Nel mentre Pechino resta lontana e contro di essa non sembra possibile ne una guerra militare ne una piu’ specificamente economica ( visto il livello di dipendenza che i produttori occidentali hanno nei confronti del mercato cinese e visto il livello di inflazione che sarebbe raggiunto in assenza di prodotti cinesi sui mercati occidentali). Tutto in sintesi gioca a favore di Pechino ( e Mosca) nella grande partita per il potere mondiale. In primis il fattore tempo che sembra essere diventato la vera spada di Damocle che pende sull’azione e sul destino dell’occidente nel suo complesso.

2 commenti

  1. Ho la netta sensazione che vi è implicato anche l’OLEODOTTO che desiderano tutti piazzare nel sotto suolo della Siria. Spingere la guerra per guadagnare terreno fino alla Siria sarebbe logico.

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