La geopolitica della Cina. Ovvero, come Pechino sta conducendo la sua guerra contro l’egemonia occidentale

LA GEOPOLITICA DELLA CINA: IL CONFRONTO CON L’IMPERO ANGLOSASSONE

I recenti sviluppi bellici e geopolitici stanno rivelando in modo sempre piu’ chiaro la natura e le finalita’ della geopolitica della potenza cinese. In effetti, come abbiamo gia’ avuto modo di chiarire (GUERRA IN ISRAELE, SCENARI GEOPOLITICI MONDIALI (geopolitika.it)) Pechino sta giocando su piu’ fronti la sua partita contro l’impero anglosassone. E sta, soprattutto, muovendo, un ad una , le sue pedine sulla scacchiera. Rendendo di fatto lo scenario geopolitico e geoeconomico mondiale sempre piu’ complesso ed ostile per Washington e Londra. A cio’ non contribuisce solo il moltiplicarsi dei fronti di guerra terrestri ma anche l’insorgere di minacce molto serie e pericolose per la talassocrazia anglosassone e per il commercio mondiale. Ci riferiamo in particolar modo a quanto sta accadendo nel mar rosso e nell’oceano indiano dove le forze Houti yemenite e la pirateria somala ( riattivatasi improvvisamente dal nulla) stanno attaccando le navi mercantili che transitano nell’area. Ed a quanto potrebbe accadere se Teheran, in seguito ad una escalation militare con l’occidente, dovesse decidere la chiusura dello stretto di Hormuz. In sintesi Pechino sta avvertendo i suoi rivali in modo molto chiaro. Dal momento che il Dragone ha la facolta’ di agire sui livelli di inflazione delle economie dei paesi occidentali ed arrecare danni mortali a quest’ultime aumentando i costi di trasporto delle merci ( in caso di blocco del traffico commerciale marittimo nel mar rosso) e quello del prezzo del petrolio ( si stima fino a 200-250 dollari al barile in caso di chiusura dello stretto di Hormuz). Il che, unito agli sviluppi militari che stanno maturando in Europa orientale, rendono il quadro geopolitico di una complessita’ e problematicita’ immense per tutto il mondo occidentale. Che non pensava minimamente di potersi trovare a fronteggiare un simile scenario. E che non avrebbe mai creduto che fattori geopolitici e geostrategici avrebbero potuto minare l’azione delle proprie banche centrali da cui, de facto, dipendono le economie di Europa e Stati Uniti. Le leadership politiche occidentali iniziano a rendersi conto che i propri calcoli geopolitici  si sono rivelati del tutto sbagliati. E che ora ci si trova di fronte ad una nuova fase che vede non solo la probabile avanzata delle truppe russe verso l’Ucraina centro-occidentale ma anche  un confronto diretto con l’ Iran ( ed i suoi alleati) in medio oriente con tutte le ripercussioni del caso. Un quadro da incubo per l’ establishment occidentale che invece di cimentarsi in insensati discorsi sul ruolo storico dell’occidente nel mondo farebbero meglio ad attivarsi  ( qualora ne abbiano le facolta’) per aumentare in modo esponenziale la produzione bellica anche convertendo parte dell’industria pesante ad uso civile. D’altronde, se  l’occidente, come sembra, non e’ in grado di accordarsi con la controparte geopolitica per riformare il sistema economico e finanziario internazionale ( cedendone, almeno in parte, il controllo) non vi e’ altra soluzione che la guerra. Una guerra che non sara’ confinata all’Europa orientale ,ma si espandera’ in tutto il medio oriente, in Africa ed in estremo oriente dove Pechino ha intenzione di risolvere, una volta per tutte, l’annosa questione di Taiwan (SCONTRO E GUERRA FRA CINA E TAIWAN (geopolitika.it)). Stiamo parlando di un altro ordine di misure rispetto a quanto considerato dalle elites politiche occidentali nel momento in cui si sono lanciati nel loro affronto bellico alla Russia in terra d’ Ucraina. Ordine di misure di cui, forse, si inizia a comprendere l’immensita’ e l’insostenibilita’ per il complesso  economico e  militare occidentale. 

LA GEOPOLITICA DELLA CINA PONE L’OCCIDENTE DI FRONTE A MINACCE ESISTENZIALI.

Pechino sta quindi conducendo un’abile assalto all’egemonia dell’occidente minacciando interessi vitali di quest’ultimo in campo militare (allargando il teatro di guerra sempre piu’),  minacciando l’autonomia dell’azione della fabbrica del denaro occidentale ( l’azione delle banche centrali USA ed UE), favorendo attivamente la sostituzione del dollaro nel commercio nazionale ed internazionale, creando problemi alla catena d’approvvigionamento delle terre rare ( indispensabili per  l’industria elettronica e delle telecomunicazioni e di cui Pechino detiene la massima parte della produzione mondiale) e di altre risorse essenziali (SITUAZIONE GEOPOLITICA ATTUALE. GEOPOLITICA ATTUALE (geopolitika.it)), minacciando la rotta commerciale piu’ importante del mondo (e di vitale importanza per l’economia europea) nonche’ l’esportazione di idrocarburi dal golfo persico. Contrastando attivamente la geopolitica anglosassone del divide et impera (DIVIDE ET IMPERA, GEOPOLITICA DELL’OCCIDENTE (geopolitika.it)) in importanti e vitali scacchieri geopolitici del mondo (accordo Iran ed Arabia saudita per ripristino relazioni diplomatiche (geopolitika.it)). In sintesi l’azione economica, militare e diplomatica del regno di mezzo appare, al giorno d’oggi, piu’ pericolosa e mortale che mai per gli interessi ed il potere dell’occidente. Sfide che richiedono ( e richiederanno) un’ enorme mobilitazione di risorse da parte di quest’ultimo. Il che ci lascia presagire scenari molto preoccupanti per gli anni a venire e per gli equilibri geopolitici mondiali. Certo e’ che il Dragone appare ormai in possesso di risorse prodigiose per lo scopo prefissatosi. La piu’ grande capacita’ industriale del mondo ( pari al 27% dell’output mondiale ed equivalente a quello di USA ed UE messi assieme), un alleato geopolitico e geostrategico ( la Russia) che, unico al mondo, e’ in grado di contenere militarmente l’occidente e di fornirgli (via terra) materie prime a basso costo in quantita’ pressoche’ illimitata ( dotando il proprio apparato industriale e produttivo di un vantaggio competitivo impressionante rispetto ai propri rivali occidentali), un surplus commerciale ancora molto forte ( in grado di mantenere in salute le finanze statali), un mercato interno gigantesco ancora in rapida espansione ed una collocazione geografica favorevole nella zona del mondo a piu’ alto sviluppo economico e demografico (l’ Asia del sud ed il subcontinente indiano) del pianeta. In sintesi Il Dragone appare piu’ forte e determinato che mai nel proseguire la sua lotta contro l’egemonia occidentale. Riusciranno Washington e Londra a fermarlo ? Vedremo. Ma, dati alla mano, sara’ impresa molto difficile. Per i motivi sopra esposti e piu’ volte espressi e palesati su questo blog. 

 

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